Capitolo 5

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Pian piano aprimmo la porta e sulla soglia c'era un agente di polizia, dietro di lui due macchine della polizia.

Io e mia madre ci irrigidimmo.

'Salve signora le devo dare una pessima notizia, suo marito al ritorno poco prima di entrare a Milano ha avuto uno scontro frontale con un'altra auto dove c'erano cinque ragazzi tutti ubriachi di cui due morti e tre feriti gravemente, incidente causato dall'auto dei ragazzi'disse l'agente tutto d'un fiato molto preoccupato.

'No non è possibile!  Dov'è mio marito dov'è!' urlò mia madre scuotendo dalle spalle l'agente.

'Signora si calmi suo marito è in ospedale qui a Milano stia tranquilla è tutto sotto controllo' cercò di tranquillizzare mia madre.

Caddi sul pavimento piangendo e urlando.

'NOO PAPÀ PERCHÉ TU!'.

'Se volete vi accompagno in ospedale' si offrì l'agente.

'Sì accompagni me mia figlia resterà qui con la piccola, Emma ti prego stai calma chiama Serena, io passerò la notte in ospedale stai attenta ad Asia e miraccomando non dirle nulla inventa qualcosa' disse piangendo prendendo la borsa e un cambio per lei.

'A domani' mi stampò un bacio sulla guancia.

Piangeva a dirotto.

Piangevo a dirotto.

Insieme.

Perché lui Dio perché.

Una famiglia perfetta distrutta.

Mi alzai piano dal pavimento e mi diressi nella mia camera dove presi il cellulare e lo accesi.

Chiamai subito Serena e dopo tre squilli rispose.

'Serena aiutami ti prego sto male...'dissi con la voce rotta dal pianto.

'Oh Dio Emma cos'hai Emma! Rispondi cazzo!'.

Non parlavo avevo un nodo in gola che mi impediva di farlo,dall'altro capo del telefono Serena poteva solo sentire singhiozzi e grida.

Chiuse la chiamata.

Tremavo non riuscivo ad emettere alcun suono e fissavo un punto fisso.

Dopo meno di mezz'ora sentii il campanello della porta suonare.

Corsi giù per le scale aprii la porta e mi buttai nelle braccia della prima persona che entrò in casa venendomi incontro,

era Serena.

C'erano James,Serena e sua madre, gli riconobbi a stento a causa dei miei occhi ricoperti di lacrime.

'Dio Emma dov'è tua madre e tuo padre? Perché stai così parla Emma ti prego' mi scosse ma io urlavo fissando il pavimento.

'Papà ha fatto un incidente stradale...' dissi balbettando.

Si guardarono tutti spaventati con gli occhi spalancati.

Si sedettero con me sul divano tranne James, lui prese una sedia e la posizionò di fronte a me e si sedette lì prendendomi le mani.

Gliele strinsi e le mie nocche diventarono bianche color latte.

Raccontai tutto piano.

Serena mi preparò una tisana ero sotto shock.

James mi portò sulle sue spalle al piano di sopra, mi stesi sul letto.

'Non andare via James ti prego resta con me' gli dissi tremando.

Mi mise la coperta sulle gambe e si stese accanto a me abbracciandomi.

Fissavo il soffitto, poco dopo arrivò Serena con la tisana calda e diede il cambio a James.

Lui mi stampò un bacio sulle labbra e scese al piano di sotto chiudendo la porta.

Serena mi porse la tazza fumante.

Mi sedetti sul letto e bevvi un po' di tisana.

'Serena non andate via restate con me vi prego' dissi guardandola e porgendole la tazza ormai vuota.

La prese e disse

'Non ti lasceremo piccola io dormirò qui con te ho anche portato il pigiama James sul divano, mamma non dormirà molto' mi sorrise accarezzandomi.

Mi addormentai.

Una notte tumultuosa, la paura, il vuoto, il buio, gli incubi mi assalirono quella notte.

Però le persone a me care erano qui con me.

Le amavo.

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