'È ora di andare Emma' urlò Serena dal piano di sotto.
Ero in camera a preparare la mia borsa, avrei passato la notte in ospedale accanto a mio padre.
'Arrivo Serena! Vi raggiungo in macchina' risposi.
Presi una foto di mio padre e me da piccola al parco.
Sorrisi e scesi giù correndo per poi chiudere la porta di casa ed entrare in macchina.
'Scusate il ritardo ragazzi' dissi.
'Quel borsone solo per una notte?!?' mi domandò curiosa Serena.
'Si, ho dentro il cambio, il caricabatterie, gli auricolari, spazzolino, dentifricio, spazzola e qualche scorta di cibo visto che quello dell'ospedale è orrendo' dissi tutto d'un fiato guardandola.
'Tu sei pazza amica mia' rise.
'Siamo arrivati signorine' disse James.
Parcheggiammo l'auto ed entrammo in ospedale mancavano cinque minuti all'orario delle visite.
Ero in ansia e James lo notò, mi abbracciò dandomi un bacio a stampo sulle labbra.
'Prego potete entrare' ci disse una voce femminile, l'infermiera.
Entrai per prima e scoppiai in lacrime vedendo mio padre steso sul lettino con la fasciatura sulla testa, gamba e braccio destro ingessati, flebo e attaccato a macchinari.
Mi avvicinai piano e gli toccai leggermente la mano... su di essa cadde una mia lacrima.
Presi una sedia, l'avvicinai al lettino e mi sedetti appoggiando il borsone sul pavimento bianco.
'Hey papà sono Emma tua figlia... come stai? Ti prego svegliati presto è tutto un disastro senza di te, ci manchi tanto' dissi piangendo.
Mi asciugai le lacrime e dietro di me vidi James e Serena anche loro con gli occhi lucidi.
Mi accarezzarono il capo stando più vicini possibili a me.
'Dio è così brutto tutto questo' li guardai.
'Su tesoro devi essere forte noi ci siamo e non ti lasceremo mai, stai tranquilla' mi rassicurò Serena.
'Amore Serena ha ragione, un po' di forza e coraggio e tutto andrà per il meglio, tuo padre si sveglierà presto' disse James baciandomi la fronte.
Ero così agitata, nervosa, ansiosa, ma soprattutto arrabbiata...
Poco dopo mia madre si presentò in camera e corse verso di me abbracciandomi.
'Dobbiamo resistere piccola, io non so più cosa inventarmi con Asia... sospetta qualcosa troppe bugie stupide ci tocca dirle la verità' disse piano.
'No! La verità no! È piccola non voglio che soffra a questa età, ora dov'è?' le dissi.
'Dalla mamma di Serena si occuperà lei di Asia per un po' di tempo, ci pensa lei a inventarsi qualcosa su papà' disse asciugandosi una lacrima con la mano.
'Sei sicura di voler passare tu la notte qui con papà?' disse accarezzandomi la schiena.
'Sì' risposi decisa guardandola.
'Non è che sia così bello piccola, dormire su una sedia è scomodo' io voglio che tu stai bene' disse guardandomi.
'Sì mamma voglio che tu riposi un po' si vede da un chilometro che sei stanca' le detti un bacio sulla guancia.
'Va bene piccola però domani alle 8.00 sarò qui a darti il cambio' sorrise.
'Va bene, ma con la scuola come farò?' le domandai.
'Ritornerai dopodomani sta tranquilla sei brava e recupererai questi due giorni persi' mi rassicurò.
Le sorrisi e mi sedetti sulla sedia tenendo la mano incrociata a quella di mio padre, mia madre mi salutò e andò via.
In quella stanza eravamo in due soli e in silenzio.
Passate le 20.00 inizio ad aver fame così prendo il panino con il prosciutto dalla borsa e inizio a mangiarlo... tiro un morso e mi giro a guardare mio padre, mi si chiuse lo stomaco a vederlo in quelle condizioni.
Rimisi il panino nella borsa, presi gli auricolari e ascoltai 'Warrior' di Demi Lovato la mia guerriera tenendo in mano stretta la foto mia e di papà.
Poco dopo mi addormentai al suono di quella melodia dolce, seduta sulla sedia appoggiando la testa sul lettino.
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Stay Strong.
RandomUna ragazza spensierata come la maggior parte degli adolescenti, vive la sua vita tranquillamente con la sua famiglia... ma la sera del suo diciottesimo compleanno successe qualcosa che le cambiò la vita.