Capitolo 10

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Arrivo davanti a casa di Neil. Non è molto lontana dalla mia, per fortuna.

Non so bene cosa fare. Suono al campanello? Busso? È troppo tardi, disturberei.

Prendo il cellulare e gli mando un messaggio dicendogli che sono qua sotto, spero lo veda.

Mi sono resa conto che non riesco a stargli lontana, e più tutto questo va avanti, più mi accorgo che la mia storia con Jake sta giungendo al termine. L'unico problema sarebbero i miei genitori. Non so come la prenderebbero se io lo lasciassi, da una parte sarebbe meglio che fosse lui a lasciarmi così non potrebbero darmi colpe.

Sento la porta aprirsi e io sussulto.

Mi trovo davanti Neil in tuta e un po' spettinato, ma è comunque bellissimo.

«Entra» mi dice.

Mi tolgo il cappotto e le scarpe appena entrata, poi mi fermo e lo guardo negli occhi nella speranza che inizi a parlare.

Io e Jake abbiamo litigato su una cosa così stupida che mi vergogno a raccontare, ma sicuramente vorrà sapere cosa sia successo.

«Mia sorella è andata via con i miei genitori» mi dice.

Io sorrido e sento un po' di ansia riempirmi il petto dopo questa sua affermazione. Mi agita rimanere da sola con lui, a casa sua, ma forse è meglio non fermarsi troppo a pensare.

Mi fa un cenno con la testa e mi dice di seguirlo.

Saliamo le scale e ci fermiamo nella sua stanza. È piuttosto ordinata per essere la camera di un ragazzo.

È piena di videogiochi e ci sono un po' di vestiti sparsi qua e là.

Lui si siede sul letto e io mi siedo di fronte a lui, piuttosto lontana.

«Dai, racconta» mi dice.

Allunga le gambe e mette le braccia dietro la testa per appoggiarla. Mi scappa una risata a vederlo in quella posizione: sembra si sia messo comodo per ascoltare la mia storia.

Riesce sempre a strapparmi un sorriso, e questo mi piace.

«È imbarazzante» affermo.

«Se è una cosa privata, puoi anche non raccontarmela».

Sbuffo. «No, ehm...» tentenno. Non so come raccontarla per rendere la discussione seria. Mi ha lasciato in mezzo alla strada sbraitando, solo perché avevo ancora fame. È una situazione troppo ridicola da raccontare.

«Allora...» inizio dopo essermi convinta, «mi ha portata fuori a cena in un ristorante di lusso. Era tutto buonissimo, ma le porzioni sono piccole. Quando siamo usciti gli ho detto che avevo ancora fame e lui ha iniziato a sbraitare dicendo che non riesco ad apprezzare quello che lui fa per me e quando siamo arrivati davanti a casa, mi ha piantata lì in mezzo alla strada».

Mi soffermo un po' a guadarlo per vedere la sua reazione. Mi aspetto una risata dopo quello che gli ho raccontato, ma per me è una cosa seria.

È pesante litigare con Jake tutti i giorni, sopratutto per queste piccole cose. Non mi sento libera di fare nulla e lo odio.

«Prima di esprimere un mio giudizio vorrei che tu mi parlassi della vostra relazione ma, prima di tutto questo, ordiniamo una pizza» mi dice con un sorriso.

Gli sorrido e per un attimo mi sento diversa dal solito. Nella mia casa ci sono un sacco di regole da rispettare e molte cose i miei genitori le considerano fuori dal mondo.

Non sono mai riuscita a vedere la semplicità delle cose, perché tutto deve sempre essere fatto in un determinato modo.

Appoggiamo le pizze sul letto e iniziamo un po' a scherzare per mangiare in tranquillità.

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