Ddaeng (땡)

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Yoongi's P.o.v
"everyday a small piece of you dies"
La costante sensazione di sentirsi diverso mi torturava attraverso i giorni.
Non avevo un carattere facile e non ero nemmeno una gran bellezza.
Eppure, un pò mi amavo.
Quel briciolo che bastava per darmi la forza di alzarmi e vedere quel pubblico.

19:47
La musica era l'unica cosa che mi teneva in piedi.
A 26 anni vivevo da solo in un camper e mi mantenevo con quello che prendevo con quelle serate in discoteca.
Come avrei fatto se i miei fan avessero smesso di amarmi?
<Sei pronto a salire?> mi chiese un ragazzo dello staff.
Le luci di quella discoteca erano più accecanti delle altre, appena riuscivo a guardare in alto.
Feci un sospiro profondo e mi lasciai amdare.
Non appena salii sul palco, centinaia di voci iniziarono a gridare il mio nome.
"Agust D, Agust D, Agust D"
La base della mia prima canzone partì, la mia voce la seguì.
Sul palco, il mio corpo seguiva la musica come la musica stessa.
Non esisteva nient'altro.
Le grida del pubblico mi davano sempre più forza e mi dicevano di continuare, che così avrei fatto strada.
"Yes I am fine, I don't care about you, I'm bulletproof and your words don't hit me"
Guardai verso il pubblico, una ragazza caucasica dai capelli corti cantava la mia canzone e mi sorrideva, era di sicuro una che mi seguiva da tanto, così decisi di ricambiare il gesto.
Indossava un vestito bordeaux in pizzo che le arrivava alla coscia, sensuale e che lasciava alle fantasie.
Era così provocante, difficile distogliere lo sguardo.
Proseguii la mia esibizione con altre tre canzoni.
Quelle luci così intense mi stavano uccidendo, così decisi di sbrigarmi con i saluti.

21:14
Scesi dal palco e andai verso l'uscita ad incassare il mio denaro.
Il ragazzo che gestiva la discoteca, Namjoon, era il miglior uomo d'affari che io abbia mai conosciuto.
Peccato che non mi sarei fermato a lungo in quella città.
<Yoon, da quanto tempo, devo dire> disse Namjoon vedendomi arrivare.
Aveva un viso davvero più pallido del solito, gli occhi gonfi e si toccava spesso la nuca.
Ho conosciuto tante persone e capivo quando c'era qualcosa che non andava.
Mi diede una pacca sulla spalla e mi passò la mano sulla giacca di jeans.
<Sai com'è, giro...> replicai.
Ci guardammo negli occhi e calò qualche secondo di silenzio.
<Come stai, Namjoon?> domandai.
<"come stai?", che domanda stupida. Dovresti vedere come vanno le cose qui, Yoon. Solo ieri sera due ragazzi sono usciti da qui completamente ubriachi, senza pagare e sono spariti nel nulla.
Alcuni loro parenti mi hanno chiesto dove possano essere finiti ma non ho saputo rispondere.
Per non parlare di una sedicenne che è riuscita entrare e si è spogliata dopo almeno sei drink, non riesco a proibire che queste cose accadano, d'altra parte non voglio chiudere bottega> spiegò, con gli occhi lucidi.
<Sempre meno gente dà la mancia e sempre di più si caccia nei guai> disse asciugandosi le lacrime con la manica della felpa.
<Questo è tutto ciò che ho> aggiunse.
Lo abbracciai e fu in quel momento che smise di singhiozzare, i gemiti di tristezza si trasformarono in un lungo pianto rumoroso.
<Andrà tutto bene...ti aiuterò sempre, in ogni circostanza> lo rassicurai.
Namjoon tirò fuori dalla tasca un gruzzolo di banconote e me le mise in mano.
<Sono 270500 won (circa 200 euro), l'incasso di sta sera> mi disse tristemente.
<Più di 10.000 in meno della scorsa volta son venuto qui> affermai.
Namjoon mi guardò, stringendo i pugni e i denti.
<Tienili tu, io sto bene> aggiunsi, sorridendo.
Il suo sguardo si ammorbidì e io feci per allontanarmi.
<Ti aspetterò ancora qui> mi disse.
Gli feci un cenno di spalle, mentre me ne andavo.
Presi un lecca lecca e me lo misi in bocca, mentre tornavo a "casa".
Quelle luci potenti che mi erano state puntante addosso per più di un'ora mentre mi esibivo, mi avevano provocato un forte mal di testa che quasi mi impediva di camminare normalmente.
Avevo parcheggiato il camper a circa 100 metri dalla discoteca, quasi mi spaventavo a camminare in quel silenzioso e buio quartiere.
Proprio mentre afferravo le chiavi per la porta, una mano mi toccò la spalla.
Chissà perché, ma non mi sorprese vedere la ragazza caucasica dal vestito rosso sorridermi in modo angosciante.
<Speravo di vederti qui, da solo> disse scoprendosi leggermente la scollatura.
<Cosa ti serve? Una sciarpa?> Le domandai ridendo.
<Divertente> Rispose in modo sarcastico.
<Sono la tua fan numero uno, Yoongi>
"Adesso sa anche il mio vero nome? Ah giusto, è la mia fan numero uno..."
Questi pensieri mi distraevano dal guardarla sotto le clavicole.
<Chi ti ha detto che mi chiamo Yoongi? Sono Agust D per voi>
<Non te lo dirò>
Il suo atteggiamento era così irritante.
<Allora, cosa vuoi? Perché sei qui?> Le domandai ancora una volta.
<Da quanto non ti diverti gratis?> Chiese passandosi le mani sui fianchi.
A cosa doveva arrivare una ragazza per concedersi gratis ad un ragazzo come me, che non aveva una casa e denaro?
Mi passai la lingua sulle labbra.
Feci finta di non aver capito.
<Cosa vuoi dire?>
<Hai dei bei capelli, Yoongi> affermò, mentre infilava una mano tra i miei capelli e si avvicinava.
Mi ritrovai con le spalle al muro del camper.
Cazzo, in quel momento mi sarebbe solo servito uno schiaffo per farmi ragionare.
Ma infondo, perché no?
Posai una mano sul suo fianco e dopo che lei mi baciò entrammo nel camper e da lì non riuscii più a fare a meno di quella donna.

Red Wire -Suga (민윤기)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora