❤️19 capitolo❤️

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Thomas

Stamattina mi sono alzato presto e ho fatto una doccia,  fortunatamente ieri sera prima di portare Aurora a casa mia, ho mandato un messaggio a mia cugina dicendole che Aurora sarebbe rimasta da me e di trovare una scusa con i miei futuri suoceri. Fare l’amore con Aurora si è rivelata essere un’esperienza straordinaria, erano anni che non provavo una sensazione così bella e totalizzante. Solo che non riesco a capire perché lei abbia aspettato così tanto tempo per donarsi. È così bella e dolce, perché non farlo con il suo ex? Forse non lo amava abbastanza, oppure non si sentiva pronta.

Tante domande a cui vorrei una risposta. Nel frattempo vado in cucina e preparo la colazione, desidero che si senta coccolata e amata. Finito di preparare tutto vado nella mia stanza e la trovo ancora distesa nel mio letto che è stato testimone del nostro amore. Mi siedo e accarezzo il suo viso, ha la pelle e così delicata e sensibile, profuma di rosa. Di colpo vedo i suoi bellissimi occhi aprirsi, senza darle tempo di capire, mi avvicino per baciarla perché ne ho bisogno.
<Buongiorno.> dice.
<Buongiorno amore mio.> mi guarda
<Thomas ma che ora sono?> chiede preoccupata
<Sono le 11 passate.> Sobbalza dal letto e spalanca gli occhi
<Thomas è tardi! I miei genitori saranno tremendamente preoccupati.>
<Stai tranquilla, ho chiesto a mia cugina ieri sera di avvisarli.> sorrido.

<Oh, va bene, ehm…vorrei fare una doccia se non ti dispiace.> dice imbarazzata
<Aurora perché hai aspettato così tanto per fare l’amore?> chiedo diretto, senza troppi giri di parole, ma lei sbianca e di colpo cambia umore.
<Thomas non voglio parlare del mio passato.> dice andando verso il bagno, io le blocco il polso.
<Perché? Parlami, cos'è successo?.> insisto. Lei si libera dalla mia presa.
<Perché non voglio.> mi lascia da solo chiudendosi la porta dietro di sé.  Rimango seduto sul letto, non voglio arrendermi, devo sapere cos'è successo. Poi  la vedo uscire dal bagno e resto ammaliato dalla sua bellezza: ha i capelli bagnati che ricadono morbidi sulle spalle nude e ha avvolto intorno al corpo l'asciugamano che però lascia intravedere parte del suo corpo florido. Mi alzo e mi avvicino a lei ma è tesa, cerco di accarezzarla ma si allontana da me e non capisco.
<Cosa ti succede, desso non vuoi nemmeno che ti tocchi?> resta in silenzio, si volta e sento che inizia a piangere. Mi avvicino di nuovo a lei, poggio le mie mani sulle sue spalle umide ancora fresche di doccia;  si volta, guardo i suoi stupendi occhi arrossati a causa delle lacrime, prendo le sue mani e ci sediamo sul letto.
<Amore mio…ti prego, dimmi cosa ti è successo> mi guarda  e fa un sospiro.

<Avevo 19 anni quando ho conosciuto Davide, dal primo giorno che l’ho visto me ne sono innamorata perdutamente. Lui era una persona dolce oltre essere un ragazzo ricco, con lui mi sentivo amata. Dopo un po’ di tempo che stavamo insieme, cominciò a fare pressione di andare a letto con lui. Ma io…. Non avevo alcuna esperienza, un po’ mi faceva paura e un po’ mi vergognavo. Poi un giorno decisi di farlo felice, sai lui mi diceva sempre: devi farlo per farmi “contento”, così quella sera decisi che sarei stata finalmente sua per davvero, intimamente. Mi ero immaginata una serata indimenticabile, un posto romantico e invece… > asciuga i suoi occhi .
<Continua, non avere paura.>
<Come ti dicevo ero felice quella sera, lui aveva capito che mi ero decisa a stare con lui. Mentre io fantasticavo, mi portò in un posto lontano dal paese. Io ne fui sorpresa, certo non immaginavo la mia prima volta in un posto isolato e in macchina, ma stavo con lui, pensavo che in realtà il dove non era poi così importante. Poi… Iniziò a baciarmi e a spogliarmi, lui esigeva, andava di fretta mentre io ero spaventata, non sapevo cosa fare, mi ripeteva: “non sai fare nulla, su muoviti!”. Io cercavo in lui dolcezza e comprensione, ma quando fui nuda davanti a lui, mi sentii persa, indifesa, ma lui non fece nulla per farmi passare il senso di disagio, né per farmi sentire sicura. Quando arrivò il momento fu terribile… sembrava un animale pronto a sbranare la sua preda. Sembrava impazzito e io gridai con tutto il fiato in corpo,  non mi ascoltava Thomas. In quel momento ebbi tanta paura che non si fermasse nonostante il mio no, così feci la prima cosa che mi venne in mente e gli diedi un morso sulla spalla. Fortunatamente Dio ascoltò le mie preghiere. >

My Destiny is youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora