Capitolo 9

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Il mio sguardo corse subito al letto, dove incrociai lo sguardo di Luke. Iniziò a fissarmi con gli occhi spalancati e non capivo perché. E poi capii. Di fianco a lui c'era una ragazza dai capelli biondi, nuda. Ma mi accorsi solo qualche istante dopo che non era l'unica ad esserlo. Non riuscivo a muovermi o a spiccicare parola.

La ragazza guardò prima me e poi lui, e poi sembrò realizzare qualcosa. Allora si avventò su Luke e prese a strattonarlo.

«Tu! Lurido schifoso! Perché non mi hai detto di avere una ragazza? E io che ho anche creduto a tutto quello che mi hai detto!» poi si alzò dal letto nascondendosi con un cuscino e indossò i suoi vestiti, per avvicinarsi alla porta. Mi feci da parte automaticamente.

«Mi fai schifo. Non farti più vedere» disse, acidamente. Poi si rivolse a me.

«Scusami, davvero. Non sapevo avesse una ragazza» e sparì fuori dalla porta.

Io continuavo a non riuscire a connettere, finché Luke iniziò a urlarmi contro.

«Ma si può sapere che diavolo ci fai qui? Come ti permetti di venire a casa mia senza nemmeno avvisare ed entrare nella mia stanza come se niente fosse? Hai idea di quello che hai combinato? Non saresti dovuta venire qui!» alzai lo sguardo su di lui e notai con piacere che si era rimesso quantomeno i boxer e la canottiera. Stava a pochi metri da me.

Dopo che lo stupore se ne andò, rimase solo la rabbia. Una tremenda rabbia.

«Come mi permetto io? Come ti permetti tu! Mi hai lasciata da sola a finire quel compito e per cosa? Per trastullarti allegramente in dolce compagnia? E io che ero venuta a portartene una copia per fartela studiare e non essere impreparato! Che stupida che sono!» gridai, puntandogli il dito contro.

Con mia sorpresa vidi la sua espressione mutare da rabbia intensa a confusione. Non sarei rimasta lì un minuto di più.

«Sai, su una cosa hai ragione» sussurrai.

«Non sarei dovuta venire qui» feci dietrofront e uscii dalla sua stanza. Non mi importava nemmeno di salutare la madre, volevo solo andarmene. Uscii velocemente di casa. Pioveva ancora a dirotto, ma che altro avrei potuto fare? Iniziai a correre, mentre le mie lacrime si univano alle gocce d'acqua.

Come aveva potuto essere così cattivo con me? E perché mi sentivo ferita dal suo gesto? Non dovevo prenderla così sul personale, lo conoscevo appena, e come passava il suo tempo non mi riguardava. Oppure indirettamente si?

Ero talmente presa dai miei pensieri e dal rumore della pioggia che me ne accorsi a stento quando qualcuno mi afferrò il polso e mi tirò a sé. In pochi istanti mi ritrovai appoggiata al petto bagnato di un ragazzo, molto più alto di me. Alzai lentamente lo sguardo, ma capii di chi si trattava ancora prima di farlo. Riconobbi due occhi azzurri profondissimi, ma non capii il colore dei capelli, poiché erano avvolti da un cappuccio nero.

Luke teneva le mani intorno alla mia vita, e mi fissava con un espressione indecifrabile. Tentai di divincolarmi alla sua presa, ma era troppo forte per me, non ci sarei mai riuscita.

«Lasciami. Voglio andare a casa. Perchè mi hai seguita? Come se ti importasse di quello che provo» sussurrai.

«Non avresti dovuto portarmi quella ricerca. Ti avevo detto di starmi lontana» sussurrò.

«Scusa se volevo fare qualcosa per aiutarti anche se mi hai trattata malissimo. Io non ti capisco, davvero. Perché mi respingi in questo modo? Cosa ho fatto di male perché tu possa non sopportarmi a tal punto da mollare la ricerca e startene a casa a divertiti con una stupida oca?» sputai le ultime parole.

«Io... Tu... Ti ho già detto che non capiresti, non sai niente. Lo dico per te, non saresti per niente felice di quello che viene dopo»

«Dopo? Dopo che cosa?»

Midnight to Hell || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora