Capitolo 13

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ATTENZIONE: CHIUNQUE LO AVESSE GIÀ LETTO, DAL MOMENTO CHE L'HO PUBBLICATO MA POI TOLTO PERCHÈ NON MI PIACEVA LA FINE, RILEGGA QUELLA PARTE.

L'inizio della settimana passò velocemente.

Sophie era tornata a scuola il mercoledì, anche se aveva delle bende applicate in varie parti del corpo, ma per fortuna il viso era perfettamente intatto. Appena la rividi la strinsi così forte quasi da soffocarla, ma non sarei potuta essere più felice.

Per quanto riguarda Niall, stavamo continuando semplicemente a 'frequentarci', mettendo in chiaro che ovviamente non saremmo dovuti uscire con altre persone. Avevo raccontato a Sophie di noi, e aveva detto che non se lo sarebbe mai aspettato ma era molto felice.

E Luke... Beh, Luke aveva preferito farsi mettere una nota piuttosto che esporre la ricerca con me, ed era tornato ad essere l'ombra di sé stesso, perennemente serio e cupo.

Mi sentivo molto in colpa per averlo trattato in quel modo. Probabilmente non avrei dovuto, considerando il fatto era stato lui per primo a dirmi delle cose orribili, ma non potevo farne a meno.

Così il giovedì, vedendo che Luke non era a scuola, decisi di andare a casa sua per scusarmi. Chiesi consiglio a Sophie, e lei mi aveva detto che se volevo fare pace con lui, poi avrei dovuto chiuderci tutti i rapporti. Sarei stata solo male. E poi, adesso stavo con Niall.

Salutai la mia migliore amica fuori dal cancello e mi diressi verso la casa di quello stronzo e bipolare di Luke Hemmings.

Una volta arrivata, suonai il campanello una sola volta. Poco dopo sua madre apparve alla porta.

«Oh buongiorno cara»

«Ehm, buongiorno signora. Luke è in casa?»

«Luke? No, in realtà in questi giorni era davvero strano, poi ieri è sparito»

«Sparito? Che cosa vuol dire sparito?» sentii un groppo in gola. La donna si strinse nelle spalle.

«Vuol dire che non lo vedo da ieri sera, credo abbia passato la notte fuori. Non preoccuparti, tornerà presto»

«Cioè, lei mi sta dicendo che non vede suo figlio da ieri sera e non è preoccupata per lui? Ma che cosa le dice il cervello?» mi ritrovai quasi a gridare.

«Ascoltami bene ragazzina, conosco mio figlio, ed è già successo altre volte che sparisse così. È adulto e vaccinato, e sicuramente tornerà prima di notte. E adesso per favore, va via da casa mia» poi mi chiuse la porta in faccia.

Sentii la rabbia crescere dentro di me, insieme ad una tremenda preoccupazione per Luke. Se non lo avessi cercato io, non lo avrebbe fatto nessuno.

Mi voltai e iniziai a correre. Verso cosa, ancora non lo sapevo. Per fortuna Wolverhampton era abbastanza ridotta di dimensioni e non c'erano molto posti dove poteva essere andato. Innanzitutto decisi di controllare al parco, anche se con ogni probabilità non avrei trovato nulla.

Infatti fu così. Continuai a girare per la cittadina per altri tre quarti d'ora, fino alle 18, finché non mi fermai in una panchina nel centro a riposare. Non avevo idea di dove poterlo cercare ancora. Fanculo a lui e a quell'irresponsabile della madre!

«Ehi ragazzino, ti do dieci secondi per toglierti di mezzo e smettere di provocarci, altrimenti ti giuro che mentre loro ti tengono ti salto a dosso e ti rompo il setto nasale» sentii una voce provenire da un vialetto nelle vicinanze. Prima di fermarmi troppo a pensare la curiosità prese il sopravvento e i miei piedi si mossero da soli verso la provenienza della voce.

Mi appoggiai al muro all'angolo del vicolo e sbirciai con cautela. Per fortuna c'era ancora abbastanza luce da vedere qualcosa. Ma quello che vidi non mi piacque.

Midnight to Hell || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora