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Siamo in viaggio da parecchie ore e il pullman inizia ad essere scomodo.
Victoria mi mostra le foto scattate in Italia durante il tour, entusiasta.

Adesso è crollata in un sonno profondo e ne approfitto per alzarmi e chiedere all'autista quanto manca.

Proseguo verso il mio posto dopo che l'autista mi ha rassicurato che non ci vorrà molto. Noto in lontananza la mano di Damiano scuotersi, impacciata alzo la mia a mezz'aria.

"Cosa, viè un po' qua" dice attirando nuovamente la mia attenzione. Noto i due ragazzi nei sedili davanti, appoggiati l'un l'altro, dormire serenamente. Riporto lo sguardo sul ragazzo solitario in fondo e mi decido a raggiungerlo.

"Marta" appoggio il gomito al sedile, una volta davanti al ragazzo, il suo sguardo si incupisce, segno che non ha capito.
"Mi chiamo Marta, non "cosa"" sbuffò infastidita.
"Vabbè.. come ti pare. Quanto tempo ci resta?" Una mano porta i capelli indietro e l'altra si posa sulla cinta dei pantaloni.
Spalanco gli occhi seguendo il suo sguardo, sicura che il colore delle mie guance si è tinto di rosso.
"Come, scusa?" Fingo di non aver capito, incrociando le braccia al petto.
Torna con gli occhi a guardarmi poi segue la traiettoria del mio sguardo, che subito sposto fuori, alla strada che scorre veloce sul finestrino.
"Per quanto possa essere un'idea allettante, mi riferivo al viaggio.." sorride sornione.
Spalanco gli occhi, e mi do della stupida mentalmente.
Il ragazzo si alza e colpisce la mia spalla con la sua avanzando.
"Hey, mister! Devo pisciare." Si rivolge all'autista, mentre mi riprendo e torno al mio posto.
Quel ragazzo mi sta già fin troppo antipatico.
Si crede chissà chi.
Ora inizia anche ad usare doppi sensi e un linguaggio inopportuno.
"Il tuo re", ma per favore!

Piacere, il tuo re.//DAMIANO DAVID//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora