Capitolo 7

34 8 14
                                    

Era una notte d'inverno quella in cui un gruppo di viandanti si presentò nella città di Murur: erano ricoperti di sabbia dalla testa ai piedi, i volti coperti dai cappucci e la stanchezza ben visibile nei loro passi lenti

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Era una notte d'inverno quella in cui un gruppo di viandanti si presentò nella città di Murur: erano ricoperti di sabbia dalla testa ai piedi, i volti coperti dai cappucci e la stanchezza ben visibile nei loro passi lenti. Il gruppetto si avvicinò ad una locanda sulla strada principale e vi si infiltrò, svelto, evitando le pattuglie più numerose e tentando di non dare nell'occhio; cosa che risultò praticamente impossibile quando l'oste li vide in faccia e, essendosi fatto una reputazione per aver sempre trasmesso tutte le novità più salienti alla popolazione ancor prima che queste giungessero alle autorità, non esitò ad offrir loro una stanza e del cibo caldo per rifocillarsi... Al prezzo di un otre d'acqua e qualche monetina d'oro, naturalmente.
"Ho la sensazione che ci stiano derubando."
"Syn, se vuoi farti tagliare la testa accomodati pure, ma io non ho la minima intenzione di morire prima di essere arrivato a destinazione!"
Il diretto interessato alzò le mani in un gesto di resa, allontanandosi di qualche passo da Lisa ed andando a posizionarsi dietro ad Isidea:
"Sei alterata ultimamente."
"E tu sei una donna delle pulizie in menopausa!"
Mentre i due continuavano il battibecco Embris accompagnò Isi e Conrad nella camera a loro assegnata, chiudendo a chiave dietro di sé ed abbassandosi solo in quel momento il cappuccio. Gli bastò schioccare le dita per accendere tutte le candele nella stanza mentre i due ambasciatori di Oltremare si accomodavano sul letto, Conrad che rimaneva in piedi pronto a combattere mentre la principessa si buttava sul materasso in un modo che, di elegante, aveva ben poco.
Fu Embris stesso a spezzare il silenzio, la voce inaridita da tutte le notti passate nel deserto e gli occhi verdi opachi per la stanchezza:
"Dovremo cambiare il vostro aspetto: la prima cosa che farà il Sultano sarà mandare qualche assassino privato a cercarci, poiché non oserà rendere pubblica la tua sparizione ed affrontare l'ira di tuo padre, ma un travestimento per entrambi voi ci farebbe guadagnare tempo prezioso e raggiungeremmo Ingi senza essere disturbati."
I due annuirono, ma Conrad non era del tutto convinto da quel discorso; gli sembrava mancasse un dettaglio piuttosto rilevante...
"Però anche Lisa e Syn sono stranieri, come mai loro non hanno bisogno di mimetizzarsi?"
"Fidati, mio dubbioso amico, loro hanno già qualcosa per celare le loro sembianze; stasera dormiremo qui ma, appena il sole spunta sopra l'orizzonte, scapperemo dalla finestra già travestiti e cambieremo locanda."
"In questo modo non verremo individuati!"
Isidea sorrise, contenta di aver anticipato la spiegazione del ribelle:
"E sarà un gioco da ragazzi attraversare le città, perché ogni volta sembreremo diversi."
"Dovremo anche separarci, a volte, nonostante neanche a me piaccia questa idea."
La principessa di Oltremare sussultò, stringendo con le mani la coperta sotto di sé (un accessorio inutile, considerando quanto fosse isolata la stanza dall'ambiente esterno) e guardando Embris con un'espressione così confusa da sembrare quasi spaventata, timorosa:
"Non rischiamo di perderci l'un l'altro?"
"Nel caso non fossi con te ma con Lisa vi terrei d'occhio con uno dei Destrieri del Fuoco. Non ti preoccupare, Isi: andrà tutto bene, te lo prometto."
Conrad sbuffò, ironico, passandosi una mano tra i capelli e commentando:
"Ultime parole famose."
"Fidatevi di me, vi scongiuro, è l'unica soluzione possibile. Se vi fosse stata un'altra via vi avrei portati tutti insieme, ma cinque viaggiatori si notano molto di più di soltanto due o tre!"
"Non è soltanto perché vuoi rimanere solo con la cara Lisa, magari ritagliandovi un pezzettino di deserto per una cena romantica a lume di candela? O forse..."
Embris arrossì dalla punta dei capelli a quella delle dita dei piedi, così imbarazzato da dare l'impressione che le sue orecchie stessero fumando di vergogna; era la prima volta che Isidea lo vedeva in uno stato del genere, e la ragazza rise di gusto quando vide il suo compagno che allontanava lo sguardo e fissava timidamente il muro, mormorando:
"Non è come credi..."
"Oh, Lisa, mi racconteresti delle tue fantastiche avventure? Oh, Lisa, perché hanno mandato proprio te come ambasciatrice se ci sono altre migliaia di tribù in giro per il Nord?"
"Piantala, non c'è stato niente del genere!"
"Per ora..."
Isidea scoppiò in una risata così fragorosa da far voltare entrambi i ragazzi verso di lei, facendo allargare il sorriso di Conrad ed arrossire ancora di più Embris; i due si guardarono tra loro e si unirono alla principessa, cogliendo l'occasione per scaricare tutta l'ansia che avevano provato nei giorni precedenti e per rafforzare ancora di più il loro legame, ponendo inconsapevolmente le basi di una storia piena di avventure, battaglie e tradimenti in agguato...

La donna si allontanò con delicatezza dalla sfera di cristallo, un sorriso sulle labbra e gli occhi cerulei che brillavano nell'oscurità, allontanando le mani affusolate dallo strumento più prezioso che avesse mai posseduto in vita sua. Dietro di lei una figura oscura si stava alzando dalla sua sedia e mormorava, scontenta:
"Non abbiamo ricavato molte informazioni, sappiamo solo che cambieranno tutti il loro aspetto. Cosa stai aspettando? Perché non riaccendi la sfera?"
"Mio caro, vecchio ed impaziente amico! Tu non hai idea del guaio in cui ti sei appena cacciato..."
L'acquirente rabbrividì, ormai pienamente consapevole di essersi messo da solo nel sacco ma ancora determinato a portare a termine il suo lavoro:
"Se non mi aiuterai tu, maledetta, allora posso tranquillamente trovare qualcun altro che lo faccia. E adesso muori!"
Ma LEI non aveva intenzione di lasciarlo fuggire o di morire: gli lanciò contro una lancia di ghiaccio, trafiggendo l'individuo da parte a parte, e quando quello cadde a terra gli si accostò con la grazia di una serpe pronta ad inghiottire la sua preda prediletta; si chinò affianco al suo orecchio e sussurrò, le parole che gocciolavano come veleno dalle sue morbide labbra:
"Ti sei messo contro la prossima Capotribù di tutti i Nord, la Maleríra promessa dagli antichi  che riunirà tutti gli abitanti delle lande desolate e li porterà alla vittoria, regnando fino ad instaurare pace e prosperità in questo mondo crudele. Sei qui per ucciderla? Mi dispiace, tesorino, ma dovrai passare sul mio cadavere..."
Non lo uccise, no: sarebbe stata una punizione troppo rapida, indolore, così veloce da non farlo pentire minimamente di ciò che aveva fatto. Quel l'assassino aveva tentato qualcosa di inimmaginabile e doveva pagare nel più doloroso dei modi; la strega intrappolò la sua anima in una fiala e decise di usarla nel momento del bisogno, qualora una vita umana fosse stata il requisito di uno dei suoi incantesimi. La donna si gettò uno scialle sulle spalle ed abbandonò la sua capanna, il sole cocente che le scaldava la schiena e dirigendosi verso la locanda che la sua sfera, in realtà composta di ghiaccio puro, le aveva mostrato nel rivelarle la posizione della Maleríra:
"Sto arrivando, mia regina! Tenete duro."

I tre scesero le scale pochi minuti dopo la loro conversazione, la principessa che saltellava affamata mentre Embris e Conrad conversavano tranquillamente alle sue spalle, tutti e tre impazienti di cenare ed incuriositi dai frutti rosati che riempivano un vassoio al loro tavolo; ma prima che potessero arrivare alla loro destinazione il locandiere si parò davanti al trio e, con voce burbera, esclamò:
"Fermi dove siete! Devo porvi alcune domande..."
BOOM!
Ci fu un'esplosione a coprire le sue parole, gli amici che venivano scaraventati all'indietro ed Isidea che picchiava la testa contro lo sterno di Embris. La sua vista si offuscò mentre il ragazzo la alzava con delicatezza, appoggiando la testa della principessa su uno degli scalini di pietra, e l'ultima cosa che sentì la rossa fu la voce del suo amico che le sussurrava:
"Riposati, ci penso io a questa canaglia..."
Prima di svenire qualcosa di freddo e di bagnato le toccò la mano mentre un ultimo pensiero si faceva strada nella mente di Isidea: come mai c'è del ghiaccio in questa locanda se mi trovo nel bel mezzo del deserto?

"Prima di svenire qualcosa di freddo e di bagnato le toccò la mano mentre un ultimo pensiero si faceva strada nella mente di Isidea: come mai c'è del ghiaccio in questa locanda se mi trovo nel bel mezzo del deserto?

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

(Drawing made by Cheryl_Lee_1990 )

Eye of the Storm #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora