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-Sono 7382.54 won- disse la commessa della cassa appoggiandosi con i gomiti al bancone.
Presi il mio portafoglio e pagai in contanti quelle poche cose che avevo preso dagli scaffali del piccolo negozio.
Mi sbrigai a prendere il resto dalle mani della giovane ragazza ed uscii dal supermarket alla velocità della luce, ormai troppo voglioso di tornarmene a casa e sdraiarmi sul divano a non fare niente.
Avevo passato una giornata pesante al lavoro, fare il cameriere in un locale diviso in bar e ristorante non era proprio il massimo, si aveva sempre da fare e non si stava mai fermi per riprendere fiato, sempre con "servi di là", "ordina di qua", "vai in cucina", "dai una mano lì", "sú", "giù".
La strada non era molto illuminata, sarei dovuto passare vicino ad una discoteca per tornarmene a casa da lì, cosa che non mi andava molto a genio conoscendo la zona.
Accellerai il passo e poco dopo mi squillò il telefono.
Presi il cellulare e risposi alla chiamata senza esitare troppo.
-Hyung! Come stai?- chiese Haechan dall'altro capo del telefono urlandomi nell'orecchio.
-Molto stanco, oggi ho lavorato parecchio e sto tornando ora a casa. Tu invece cosa mi racconti?- risposi al più piccolo, ero felice di sentirlo, anche se ci eravamo visti il giorno prima a lavoro.
-Niente di nuovo, sempre tristemente single- ridacchiò facendomi scappare una risata anche a me.
-Siamo in due allora! Almeno tu hai avuto una ragazza per un breve periodo prima di scoprire il tuo vero orientamento sessuale. Io non ho nemmeno dato il mio primo bacio e ho ventitre anni- dissi un po' tristemente, senza però dare troppo peso alle mie parole.
-Non sconfortarti! Troverai prima o poi un ragazzo che ti riuscirà a rubare il cuore! Sei sempre stato tu quello che ha sempre rifiutato tutti, dovresti cercare di dare almeno un opportunità al prossimo!- disse il più piccolo facendomi scappare un piccolo sorriso.
-Non mi piace nessuno, lo sai come mi sento ogni volta che qualcuno ci prova con me. Ci piacciono ad entrambi i ragazzi, ma io non mi sento mai a mio agio con chiunque ci provi con me, è come se qualcosa mi bloccasse ogni volta, è per questo che non mi sono mai innamorato- dissi continuando a camminare.
Ormai riuscivo a vedere la luce della discoteca e sentire la forte musica uscire da essa. Dopo poco la sorpassai senza esitare troppo.
-Comunque, domani ci sei a lavoro?- mi chiese Haechan, il giorno dopo sarebbe stato di turno.
-Taeyong- sentii una voce chiamarmi non troppo lontano da me.
Mi fermai preoccupato e mi guardai attorno velocemente in cerca della persona che avesse pronunciato il mio nome. Mi girai più volte cercando di guardare oltre il buio della notte, ma niente, non vedevo nessuno, le figure si vedevano solo come ombre e percepire i rumori era la cosa più facile visto che l'unica luce lì era quella verde che usciva dalla discoteca.
-Hyung ci sei?- chiese Haechan al telefono con un leggero tono di preoccupazione nelle sue parole.
-S-sì, ci sono domani dalla mattina fino al primo pomeriggio- risposi al minore riprendendo a camminare guardarmi ogni tanto intorno per essere sicuro che nessuno mi stesse seguendo o chiamando.
Sentii un odore strano, tanto pungente quanto forte, sembrava come se le mie narici stessero bruciando.
-Taeyong- di nuovo quella voce, così penetrante da farmi bloccare il corpo.
-Hyung tutto bene? Respiri strano- disse Haechan ancora al telefono.
Mi girai verso dove provenisse la voce ritrovandomi uno spettacolo che mi sarei volentieri risparmiato.
C'era un ragazzo a terra in un vicolo con la schiena appoggiata ad un muro.
Attorno a lui c'era una pozza di sangue e il suo sorriso bianco brillava in quella così scura notte che non mi faceva vedere il suo volto.
-Hyung?- sentii nuovamente dal telefono.
-Ti chiamo dopo!- quasi urlai per poi correre a soccorrere il ragazzo.
-Oddio, stai bene?- chiesi inginocchiandomi davanti a lui mentre cercavo di tirargli un po' sú la parte della maglietta completamente impregnata di sangue.
Gemette forte quando riuscii a staccargli la maglietta dalla ferita.
-Sembro uno che sta bene?- rispose tossendo poco dopo facendo uscire una piccola striscia di sangue dalla sua bocca.
Ero scioccato a quella vista, non ce l'avrebbe mai fatta a sopravvivere in quello stato.
Gli pulii il volto dal sangue e dal sudore con la manica lunga della mia maglietta bianca.
-Chiamo un'ambulanza- affermai poco dopo impugnando il telefono.
Lui mi prese il polso stringendolo con forza bloccandomi i movimenti del braccio.
-No, niente aiuto- disse gemendo un'altra volta.
-Ma sei pazzo? Sei messo malissimo! Vuoi per caso morire?!- risposi avvicinandomi a lui e rimettendo il telefono in tasca.
-Morire? Magari...- sussurrò piano sempre con quel sorriso smagliante in volto che mi fece rabbrividire, non capivo come potesse sorridere in una situazione del genere. I suoi occhi iniziarono a brillare di una luce strana, erano color ambra e gli illuminarono di poco il volto lasciando intravedere i suoi lineamenti marcati.
-Che intendi?- chiesi confuso al castano davanti a me. Ero scioccato dal comportamento dei suoi occhi e dal suo sorriso, ma non l'avrei lasciato lì a morire senza almeno aver cercato di aiutarlo.
-Non ci crederesti se te lo dicessi- disse ridacchiando portando una mano sopra la ferita.
-Allora ti porto a casa mia, non ti lascio qui in questo stato- risposi ignorando la sua precedente affermazione.
Lui non disse niente, continuò a gemere rumorosamente quando lo tirai sù ed iniziai a camminare verso casa.
Da una parte tenevo lui per la vita mentre dall'altra tenevo la piccola busta con le cose che avevo comprato. Il suo braccio sinistro era sopra le mie spalle per appoggiare più peso possibile sul di me per camminare.
Speravo veramente che non potesse morire, con quella ferita era praticamente impossibile sopravvivere, eppure lui era più che cosciente in quel momento.
Era come se non gliene importasse niente del dolore e del fatto che avesse una ferita mortale poco sopra al fianco destro.

Sembrava che lui fosse felice di provare quel dolore.

ꜱᴀᴛᴀɴ'ꜱ ᴘʀᴏᴘᴇʀᴛʏ ɪ | ᴊᴀᴇʏᴏɴɢDove le storie prendono vita. Scoprilo ora