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Quando arrivammo a casa mia lo feci sedere su una sedia che avevo messo in bagno e gli feci togliere la maglietta per medicarlo.
Il suo corpo sembrava scolpito nella pietra, ogni suo singolo lembo di pelle mi stava facendo impazzire lentamente, per non parlare del suo sorriso stampato in faccia, il quale non aveva intenzione di andarsene nonostante i numerosi e rumorosi gemiti di dolore che fuoriuscivano dalle sue labbra.
-Perché non vuoi andare in ospedale?- chiesi vedendolo un po' più calmo sotto il mio tocco per pulirgli la ferita dal sangue. La mia maglietta bianca era ormai per metà del colore del suo sangue e anche le mie mani erano completamente rosse a causa di esso.
Il sangue mi faceva impressione, ma ero deciso nell'aiutarlo, non sarei svenuto alla vista del sangue, anche perché sennò sarei morto prima io di lui, però in ogni caso la vista di così tanto sangue mi faceva un po' senso, sopratutto a causa di quell'odore pungente che non aveva intenzione di andarsene dal bagno.
Ero terrorizzato dall'idea che lui potesse morirmi davanti, avevo già visto i miei genitori morire circa quattro anni prima, di certo non avrei voluto più vedere persone morirmi davanti senza che io potessi fare qualcosa per salvarle.
Lui sembrava mi stesse mangiando l'anima con quei suoi bellissimi occhi color ambra, sembrava quasi volermi saltare addosso.
-Te l'ho già detto, se te lo dicessi non mi crederesti- rispose allo stesso modo della volta prima facendomi un po' sbuffare.
Nonostante tutto il sangue che aveva perso le sue condizioni mentali e fisiche erano nella norma, cosa tanto impossibile quanto vera, il suo corpo sembrava star meglio del mio, il quale non aveva nessuna ferita mortale.
-Allora fai in modo che io possa crederti- risposi nuovamente guardandolo negli occhi pulendogli poco dopo la fronte dal sudore.
Ridacchiò un po' per poi far apparire un espressione di pura serietà sul suo volto, il quale mi scosse un po' facendomi allontanare un minimo da lui.
-Allora guarda- disse e poco dopo i suoi occhi si posarono sulla ferita che aveva sull'addome.
La ferita iniziò a rimarginarsi come se niente fosse, non potei non fare a meno di spalancare gli occhi a quella vista.
Di scatto mi allontanai da lui a causa della paura e dalla sopresa nel vedere il suo addome sano e senza alcuna cicatrice su di esso.
La ferita era completamente sparita, interamente rimarginata senza lasciare traccia.
-Come...- commentai stupito dopo aver visto quello spettacolo.
Il suo respiro era diventato pesante e poco dopo lui alzò lo sguardo sui miei occhi facendomi perdere un battito.
-Credo tu conosca il mio nome, vero Lee Taeyong? Sono il re dell'Oscurità e delle Tenebre, nonché padrone degli Inferi, Satana- disse con fermezza alzandosi dalla sedia ed avvicinandosi a me a passi lenti ma decisi.
-Come fai a...- provai a parlare nuovamente, ma le parole mi si bloccarono in gola una seconda volta scioccato dal fatto che conoscesse il mio nome.
-Sei stato tu prima...- continuai indietreggiando a ogni suo passo verso di me, sentivo nella gola un nodo che mi impediva di parlare.
-Conosco i nomi di tutte le persone su questo pianeta. Vengo chiamato in modi diversi da voi umani, non è vero? Anche se il mio vero nome è Jaehyun, dovresti essere onorato dal sentirlo pronunciare, soprattutto dalla mia bocca, negli inferi c'è addirittura chi pagherebbe anche solo per guardarmi- rise il castano facendomi rabbrividire.
Dopo pochi altri passi sentii il tessuto del dietro del divano andare contro il mio fondo schiena.
Mi appoggiai al divano, non potevo sfuggirgli, le sue pupille diventarono fessure, come quelle dei serpenti e il colore delle sue iridi era diventato ancora più brillante di prima.
-C-cosa vuoi da-a me?- chiesi sentendo le gambe ormai in difficoltà nel tenermi sú.
-In verità? Nulla. Voglio solamente capire perché tu non possegga né un angelo custode né un demone al tuo fianco. Sei la prima persona al mondo a non avere nessuna delle due creatuare, solitamente le persone ne hanno almeno una dalla nascita, le più fortunate hanno entrambe, ma tu nulla. Io sono anche capace di leggere nella mente delle persone, eppure con te non vedo niente, non percepisco nulla, nemmeno una piccola sensazione. Com'è possibile?- disse avvicinandosi così tanto a me da poter sentire il suo respiro sul mio volto.
-D-dovrei essere s-strano?- chiesi inconsciamente mentre iniziò ad accarezzarmi il volto con il dorso della mano.
Il suo tocco era delicato e a malapena mi sfiorava la pelle con le sue mani grandi. Chiusi per un secondo gli occhi, godendomi quella sensazione di piacere con un semplice tocco. Come poteva piacermi il tocco di Satana? Come faceva a farmi impazzire semplicemente sfiorandomi il volto con le dita?
Dopo poco riaprii gli occhi quando mi rispose.
-Ti dico che leggo nelle menti, vedi che mi curo una ferita mortale senza muovere un dito, ti dico che sono Satana e tu ti definisci strano?- ridacchiò un po' con un'espressione compiaciuta.
-Non riesco a leggerti nella mente, però riesco a vedere la tua anima. Bianca, pura, brilla per quanto è buona e caritatevole. Saresti una preda deliziosa da infettare con la macchia nera del peccato, ma dopo sarei obbligato ad ucciderti. Credo che mi divertirei di più con te in altri modi. Sei così... unico- disse tirandomi sú il mento con due dita.
I nostri sguardi erano incatenati l'uno all'altro, sentivo il mio corpo fremere sotto il suo tocco, le lacrime stavano lì lì dal fuoriuscire dai miei occhi come fiumi. Era la prima volta che sentivo quelle sensazioni.
-Nemmeno l'amore ti ha mai toccato, fino ad ora, sei la cosa più bella che abbia mai visto con i miei occhi- disse poggiando una mano su un mio fianco.
Le gambe stavano per cedermi e proprio quando sembrai star per cadere Jaehyun mi prese in braccio in malo modo tenendomi sulla sua spalla sinistra come un sacco di patate.
-Mettimi giù!- lo sgridai dandogli una piccola botta sulla schiena, poco dopo mi accorsi di cosa avevo appena fatto.
Lui rise tranquillamente mentre mi stava portando verso la mia camera da letto.
-Aver colpito Satana senza morire sicuramente è una di quelle cose di cui potrai andare fiero per sempre- rise ancora facendomi scappare un piccolo sorriso.
In quel suo modo arrogante e autoritario riusciva ad essere un po' dolce ed anche un po' carino, soprattutto per quelle due fossette giganti che gli spuntavano mentre sorrideva.
Dopo essermi accorto di quello che stavo pensando scossi subito la testa, non potevo pensare queste cose del Demonio, erano irreali come pensieri, eppure appariva così bene ai miei occhi, meglio di chiunque altro.
Aprì la porta della mia camera e mi posò dolcemente sul mio letto.
-Persino il tuo letto non ha altri odori oltre al tuo- disse ad occhi chiusi mentre prendeva molto aria nell'intento di annusarla.
Poco dopo riaprì gli occhi e mi guardò mentre mi sistemavo meglio sul materasso del mio letto a due piazze, uno dei pochi piaceri che mi ero concesso di avere in casa mia, molto spoglia a causa dei miei piccoli problemi economici, ma pur sempre parecchio ordinata.
-Il tuo ne ha altri oltre che il tuo?- chiesi ormai quasi nel mondo dei sogni, senza minimamente accorgermi di quello che stavo dicendo, ormai avevo già gli occhi chiusi.
-È meglio che tu non lo sappia. Adesso tu dormi, ne hai bisogno. Tornerò presto- disse.
Poco dopo sentii qualcosa di freddo posarsi sulla mia fronte, le sue labbra.
-Promettilo- dissi con un tono assonnato per poi sbadigliare.
-Te lo prometto, buonanotte-

ꜱᴀᴛᴀɴ'ꜱ ᴘʀᴏᴘᴇʀᴛʏ ɪ | ᴊᴀᴇʏᴏɴɢDove le storie prendono vita. Scoprilo ora