Capitolo 6

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Anno 2019

MEGAN P.V

Dal capitolo 4...

Ordiniamo due Mojito e ci sediamo su un tavolino a sorseggiare il nostro drink, ma appena mi siedo, una scarica di brividi mi percorre la schiena, come se lui fosse qui a guardarmi.
Mi giro verso gli scogli e lui è lì, ma appena chiudo gli occhi lui è già sparito nel nulla.
"Megan..."
"Si...dimmi Helene"
Non la sto nemmeno guardando, sto guardando ancora il punto in cui ho creduto di vedere Klaus...
"L'ho appena visto Megan...ho visto Elijah..."
Mi volto subito nella sua direzione per incontrare il suo sguardo.
"L'ho visto anche io Helene, ho visto Klaus..."

~ ~ ~ ~

Sono sconvolta, lo vedo ovunque, ovunque io mi giro lui è lì ad osservarmi, ma l'attimo dopo lui non c'è più, sparito nel nulla.

Anche Helene è nella mia stessa situazione, neanche lei riesce a spiegarsi il fatto di vedere Elijah per poi un secondo dopo non vederlo più!

È frustrante, e fa male, perché noi sappiamo bene che loro sono morti, e vederli, immaginarli, sognarli fa un male indescrivibile...come dei coltelli che ti vengono conficcati nel cuore, senza pietà!

Stiamo tornando a casa, dopo aver preso tutte le nostre cose dalla spiaggia e aver lasciato i nostri drink intatti sul tavolino.
Ci siamo ammutolite, non abbiamo spiaccicato una sola parola, siamo sotto shock, il che ci rende nervose, e il fatto di essere nervose non porta mai bene.

Prendo le chiavi di casa e le infilo nella porta, subito dopo averla richiusa alle nostre spalle, mi dirigo immediatamente nella mia camera.
Un bisogno di sangue mi sta consumando, il nervosismo che provo mi provoca una fame incontrollabile.

Svuoto la sacca di sangue in pochissimo tempo, fino all'ultima goccia, per poi buttarla nel cestino.
Mi pulisco le labbra con un po' d'acqua, ma un'intenso profumo di sangue mi fa alzare subito la testa dal lavandino.

Proviene dalla camera di Helene e mi precipito da lei.
Sta svuotando un intera sacca di sangue, i suoi occhi sono contornati da delle vene nere, e le sue pupille sono diventate completamente nere.

"Il nervoso non ci porterà da nessuno parte"

Era così impegnata a bere il sangue che non si era nemmeno accorta che ero lì a fissarla.
Solo quando le parlai alzo il capo verso di me, cambiando totalmente espressione del viso, i suoi occhi azzurri erano tornati, e il viso si era addolcito.

Ma il suo è uno sguardo pieno di tristezza e disperazione!

"Io sono spaventata Megan, ho paura di impazzire, ho paura di vedere il suo viso ovunque sapendo che lui è morto, sapendo che non tornerà mai più da me..."

I suoi singhiozzi, le sue lacrime, la sua voce spezzata mi fece venire i brividi, vorrei aiutarla ma non so come farlo, perché anche io come lei, vorrei solamente avere un po' di pace.

Mi sedetti sul suo letto abbraciandola, facendole sentire che io c'ero, e che non l'avrei abbandonata.
Ci staccammo dal l'abbraccio e la guardai negli occhi.

"Sono spaventata quando te Helene, ho paura che la mia testa mi giochi brutti scherzi, ho paura di impazzire dal dolore che sto provando, nel vederlo ovunque io vada, pur sapendo che lui non c'è più!
L'unica consolazione che ho sei tu Helene, sei la mia ancora e io sono la tua, se cede una di noi, cediamo entrambe, e non possiamo permetterlo!
Mi rifiuto di credere che quello che ci sta succedendo è solo frutto della nostra fantasia, mi rifiuto di credere di stare impazzendo, e andremo infondo a questa storia, cosicché potremo vivere felici, in pace finalmente, dopo secoli!"

Le asciugo le lacrime rimaste e l'abbraccio di nuovo, sperando di infonderle un po' di sicurezza.

"Questa serata la passeremo in felicità, una serata normale!
Un po' di musica del buon cibo e risate tra amiche, ci stai?"

Helene si asciuga le lacrime con il dorso della mano e mi fa un leggero sorriso annuendo.
Le prendo le mani e la trascino giù dalle scale, verso la cucina.

"Allora, cosa vorresti mangiare?Potrei preparare delle bistecche al sangue con del formaggio fuso sopra, ti va?"
"Si, è da un po' che non mangiamo del buon cibo preparato da noi!"

Mentre sto cucinando la carne, Helene sta facendo il formaggio fuso da mettere dopo sopra le bistecche, ma dopo qualche minuto sentiamo il campanello suonare.
Ci voltiamo verso la porta e poi ci guardiamo negli occhi stranite.

Vado verso l'entrata e guardo falò spioncino chi potrebbe essere, ma non vedo nessuno.

"Chi è Megan?"
"Non c'è nessuno fuori..."

Apro la porta ugualmente per controllare meglio ma appena metto piede fuori, calpesto qualcosa sul tappeto d'entrata.
Una busta bianca.

La raccolgo e chiudo la porta a chiave
"Che cosa c'è scritto?"

Apro la busta e all'interno c'è una lettera scritta in bella grafia, quasi antica.

"Signorina Megan Shiny è signorina Helene Maddox, vi invitiamo al ricevimento che daremo domani sera a Villa Conchiglia.
Speriamo vivamente di vedervi!

- I Signori Williams

Là lettere mi cadde dalle mani, che continuavano a tremare senza sosta.
Helene raccolse la lettera e ne le lesse quelle poche righe rimanendo come me, allibita.

"Sanno che siamo qui, loro sanno..."
"Non c'è un posto in cui possiamo fuggire Helene, anche se è questo quello che speravamo..."

"Non ci andremo vero?Non possiamo, avevamo detto che avremmo condotto una vita normale Megan!"
"Non si può scappare da quello che si è...ci dobbiamo andare, altrimenti penseranno che abbiamo paura...paura di quello che siamo, e non possiamo permetterlo!
Sarà solo una serata, nulla di che..."

Non finii la frase che il campanello suonò nuovamente, facendoci sobbalzare.
Andai immediatamente alla porta, e la spalancai, non trovando nessuno, ma quando abbassai lo sguardo rimasi scioccata.

Helene vedendo che non muovevo un muscolo mise una mano sulla mia spalla e e guardo dove il sguardo era mai concentrato.

Rimase immobile, anche lei, come me, era rimasta scioccata nel vedere.

Due scatole era messo una affianco all'altra.
Una completamente nera con un fianco bianco, l'altra bianca con un fiocco nero.

"La scatola di Elijah..."
"La scatola di Klaus..."
Lo dicemmo all'unisono, e ci guardammo negli occhi, sperando di trovare il coraggio di prenderle e portarle dentro casa, ma la paura era palpabile.

Ci facemmo coraggio e le portammo dentro casa con mani tremanti, le poggiammo sul piccolo tavolo, davanti al divano e ci sedemmo.
"Le apriamo insieme ok?"
"Uno, due...tre..."

Non ci potevamo credere...

SPAZIO ALL'AUTRICE

Ecco qui un'altro capitolo spero davvero che vi piaccia, fatemelo sapere con un commento è una stellina!

I came back to you (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora