«Non mi piacciono!»
Ivy punta i piedi per terra, gonfia le guance paffute, imbroncia le labbra e incrocia le piccole braccia al petto.«Come fai a non mangiarle?» la riprende Roy, comodamente seduto al suo fianco, masticando una cucchiaiata di lenticchie tra i denti.
«Roy non si parla con la bocca piena!»
A sua volta, la mamma rimprovera il ragazzino e avvicina nuovamente il piatto alla figura di Ivy, esortandola a terminare il pasto. Dopodiché si rivolge a me:«Caro, mi passeresti il sale?»
Mary Brown Taylor è minuta, dal viso magro e allungato, gli occhi grandi e chiari e lunghi capelli rossicci legati in una crocchia disordinata sul capo, proprio lì dove spuntano leggeri fili argentati a incorniciarle la fronte spaziosa. È sempre stata una donna molto affascinante, eppure una donna che porta sulle sue spalle le cicatrici del passato, il cui peso grava, inesorabilmente, sul suo esile corpo, piegandolo e deformandolo a sua discrezione.
Mia madre si è presa cura dei suoi figli con ogni mezzo a sua disposizione, in cambio, però, il passato ha rubato tutto ciò che sarebbe potuta essere in futuro. Negli anni, ho potuto scorgere nei suoi occhi le fiamme dell'inferno e le luci del paradiso, come se oscillasse continuamente tra una condizione di incredibile instabilità a una di eterna redenzione. La mancanza e la solitudine l'hanno resa tutto quello che mai si sarebbe sognata di diventare, mentre i sensi di colpa scaturiti da ciò l'hanno riportata a essere non la stessa donna di sempre, perchè nulla avrebbe potuto colmare il vuoto che le sviscera il cuore, ma, di sicuro, la madre di cui i figli hanno bisogno.
Se solo avesse potuto, Mary Brown Taylor avrebbe preso per sé tutte le condanne che autoimponevo a me stesso, avrebbe afferrato con le sue mani piccole ma ruvide di fatica e sudore tutti i dubbi, le insicurezze, le false convinzioni e i vuoti che infestano la mia mente per frantumarli con tutte le sue forze come se fossero chicchi di caffè.
A mia madre devo tutto, ma per lei il mio "tutto" non sarà mai abbastanza paragonabile al suo. Così, vive ogni giorno della sua vita come se dovesse ripagarmi di tutte quelle volte in cui, silenziosamente, ha afferrato dalle mie mani un mucchio di banconote sporche di fango e di rosso. O ancora, quei giorni in cui mi inginocchiavo davanti alla sua figura seduta sul bordo del letto e mi sembrava di avere di fronte a me tutto ciò che restava della donna che chiamavo mamma: il suo fantasma. E non aveva importanza quanto forte agitassi le sue spalle per ricevere una risposta, un segno, una tregua, perchè non sarebbe servito a nulla.
I fantasmi non parlano.
Oggi, mia madre è una donna diversa. Ma non ha mai smesso di trattare se stessa con infima durezza e di scontare la pena emessa dalla sua personale sentenza. Lei che, nel frattempo, si era tatuata addosso il duplice ruolo di imputato e giudice.
Senza dire una parola, allungo il braccio per afferrare il contenitore del sale e depositarlo tra le sue mani protese.
«Come stai oggi?» mi chiede.
Già, come sto oggi?
"Male" vorrei poter dire.
Male come poche volte nella vita mi sono sentito, male come quando la mancanza mi dilaniava il petto e, improvvisamente, mi sentivo travolto da cento rimorsi e mille rimpianti, male come quando cercavo di dimenticare immagini troppo nitide affogando le labbra nel fondo di una birra, male come quando ho compreso di non avrei mai avuto neppure una briciola di tutto ciò che desideravo con tutto me stesso.
È così che la mancanza di Anita mi fa sentire, è così che il mio futuro viene ostacolato da questo presente incerto che conduce la mia mente in un viaggio senza ritorno nel passato scuro. Da quando Anita è andata via è come se non riuscissi a essere lo stesso di sempre, impossibilitato a catapultarmi nella vita di qualche mese fa, quando nei miei giorni ancora mancava la luce di un paio di occhi vivaci e il disordine di lunghi riccioli ribelli.
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Come mondi paralleli
RomanceI soldi non fanno la felicità. Violet Price ne ha la conferma quando chiude la porta della camera 323. Tasche piene, cuore vuoto. Bisogna farsi le ossa per raggiungere i propri sogni. Anita Hamilton ne è sempre stata sicura, ma dopo tanto dispendi...