Prologo

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  • Dedicata a N.H
                                    

James

Solo qualche mese dopo l'incidente, mi ero reso conto delle cazzate che stavo facendo.

Avevo trovato nel cassetto della sua scrivania, quando ero andato in camera sua per prendere alcune sue cose per la madre, le lettere che mi aveva scritto quando ero andato a Londra.

All'inizio fui abbastanza incazzato con me per averla fatta soffrire così tanto e con lei per non avermele mai date.

In seguito, rileggendole, nacque in me solo una grande tristezza, che col passare del tempo si trasformò in determinazione e speranza.

Non dovevo arrendermi, assolutamente.

Uno degli sbagli più grandi che stavo commettendo era che avevo smesso di vivere senza un ragionevole motivo.

Capii che proprio perché Abby era in coma, che io dovevo continuare a vivere, e non solo per me, ma anche per lei, sopratutto per lei.

Abby che amava la vita e cercava sempre di trovare il lato positivo di ogni cosa.

Persino in una persona come me, aveva visto del buono.

E io, io la ringrazio per questo, per avermi fatto credere che non sono la persona inutile e immeritevole di vivere che pensavo fossi.

Avrei continuato ad andare avanti.

A scuola, cercavo di prendere più appunti possibili, in modo tale da facilitarle le cose quando sarebbe ritornata.

Ne ero fermamente convinto, si sarebbe svegliata molto presto, dovevo solo essere paziente e aspettare.

Andiamo a guardare il tramonto insieme?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora