Capitolo 10

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Fu proprio strano, il modo in cui riacquistai la memoria.
Quegli occhi, l'ho sempre saputo, non sarei mai riuscita a dimenticarli.
Non seppi perché lo feci, ma decisi di non rivelarlo ancora a James.

Ci allontanammo lentamente e rimanemmo per qualche istante a fissarci.

Sentivo il cuore battere forte e il respiro mancare.
Penso che l'amore fosse proprio questo : quando pensi che non ci potrà mai esser nessuno e nient'altro in grado di farti sentire viva come lui, quando il reciproco sentimento, riesce a sopravvivere a qualsiasi condizione.
Questa, è solo la mia interpretazione dell'amore, e io non sono davvero nessuno d'importante per essere considerata, sul serio.
Che poi, secondo me, a cose come queste non si possono dare spiegazioni specifiche, perché sono talmente grandi e hanno così tante sfumature che un solo significato non basterebbe.

Accennò ad un sorriso e mormorò :"Mi erano mancate, le tue labbra."
Arrossii leggermente e mi girai per andare verso la panchina.
James mi seguì goffamente e si sedette accanto a me.
"Vuoi già andartene?" chiese, guardandomi togliere i pattini.
"È tardi, non voglio far preoccupare mia madre."
"Che ore sono?"
"Quasi le 17.00."
"Prima di ritornare a casa, ti andrebbe di andare a guardare il tramonto insieme?"
Mi voltai verso di lui, sorpresa da quella richiesta.
"Il tramonto?"
"Sì."
"E dove vorresti andare a vederlo?"
"Conosco un posto dove si vede molto bene."
La curiosità nacque pian piano in me e finii col accettare.
Uscimmo in fretta e corremmo verso non so dove.
La strada in cui mi aveva portato non l'avevo mai attraversata.
Era fatta di pietre e ciuffi d'erba che spuntavano qua e là dalla neve.
Entrammo in un palazzo abbastanza vecchio e salimmo le scale, anche se era tutto buio perché non riuscivano a trovare gli interruttori.
Finalmente, giungemmo all'ultimo piano.
Non c'erano appartamenti, solo un'unica porta che conduceva probabilmente alla terrazza o qualcosa del genere.
"Che ore sono?" chiese, col fiatone.
"Le 17.00 in punto."
"Appena in tempo."
Aprì la porta e entrammo.

Non ci sono parole per descrivere il meraviglioso spettacolo che era d'innanzi a noi, sul serio.
E se ce ne fossero, non sarebbero sufficienti per spiegare appieno ciò che stavo provando in quel momento.
Era davvero la fine del mondo.
Mi avvicinai alla ringhiera e chiusi gli occhi per un'istante, lasciandomi accarezzare dalla piacevole brezza che spirava dal mare.
Il sole, lentamente, stava tramontando, e al contempo, proiettava in cielo mille sfumature di colori caldi come l'arancione, il rosso, il giallo, e altre ancora.
James si mise accanto a me.
"Non è bellissimo?" chiesi entusiasta.
Sorrise. "Sì, davvero bellissima." mormorò.
Mi voltai verso di lui e vidi che mi stava guardando.
"Grazie per avermi portata qui, è davvero un posto magico." dissi, sinceramente grata.
"Non c'è di che." rispose.
Posai nuovamente gli occhi su quel meraviglioso panorama e curvai le labbra.
Accanto a me, sentii la mano di James stringere dolcemente la mia.

Andiamo a guardare il tramonto insieme?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora