Capitolo 29

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Il periodo degli esami era finalmente terminato.
I risultati sarebbero usciti solo dopo le vacanze natalizie.
Molti degli studenti sarebbero ritornati a casa, dai loro genitori, io però, anche se desideravo tanto passare il natale in America, con la mia famiglia, e i miei amici, non ne avevo la possibilità perché mi mancavano i soldi.
Dovevo trovarmi un lavoro part-time per guadagnarmi qualcosa, ma con il fatto che quel posto mi era del tutto nuovo, con l'università e il resto del bordello non avevo avuto né tempo né energia a sufficienza.

James e io non ci parlavamo da quasi un mese. Non mi aveva più telefonato, né scritto lettere o mandato messaggi. Quel silenzio stava diventando sempre più angosciante.
Marianne mi diceva che a scuola era sempre di pessimo umore, e che parlava poco e niente. George ci aveva pure litigato nel tentativo di farlo di nuovo riconciliare con me. Tutto quello che aveva ottenuto era stato un "Fatti i cazzi tuoi." molto aggressivo.
Per quanto sarebbe andato avanti ancora così? Non ce la facevo più. Stavo impazzendo.
Con la mia partenza, non ci eravamo allontanati solo fisicamente, ma anche e molto interiormente. Forse era davvero giunta la fine, ma, per quanto mi sforzassi, non riuscivo proprio ad accettare quella situazione.
Tutte le cose che mi aveva detto prima di andarsene erano quindi solo cazzate? Eppure, a me sembravano così reali.
Era tutto così triste, così angosciante, che anche ora che erano finito gli esami, non riuscivo a stare tranquilla.
Probabilmente gli esami erano stati solo una scusa per me, un motivo su cui scaricare la colpa della rabbia e dello stress che provavo.
E ora, non avevo più niente e nessuno. Ero rimasta con i miei pensieri, e non mi piaceva affatto doverli affrontare. Erano così tanti, così confusi.
Mai, avevo provato una sensazione simile.

Il giorno di natale lo passai da sola, a camminare come un cane abbandonato per le strade di Melbourne. Non c'era affatto l'atmosfera natalizia a cui ero abituata quando abitavo ancora a New York.
Il clima cambia di continuo, nuvoloso, soleggiato, piovoso, non sai cosa aspettarti e le temperature sono sempre abbastanza elevate. A dir la verità, sembrava che fosse estate.
Cenai in un bar in centro città, un panino e un bicchiere di spumante offerto dalla proprietaria del locale.
A metà serata ricevetti una chiamata da mia madre. Pareva felice e finsi di esserlo anch'io. Le dissi che ero uscita con alcun amici dell'università a bere qualcosa. Lei rispose che era contenta che uscissi a divertirmi di tanto in tanto e che Jacob e lei sentivano tantissimo la mia mancanza. Quando ebbi finito di mangiare andai al bancone e ordinai una cioccolata calda.
Proprio in quel momento, entrò una ragazza dai capelli castani, incazzata nera e bagnata fradicia per la pioggia.
Non mi ero accorta che stava piovendo, ma fortunatamente mi ero portata dietro l'ombrello.
Si mise affianco a me e disse 《Una birra, per favore, Cara!》
《Subito.》rispose la proprietaria, che prese veloce una lattina dal frigo e gliela porse.
《Tutto a posto?》chiese alla ragazza, furiosa. Lei soffocò una risata amara.
《Mi chiedi se è tutto a posto?》ripeté 《E io ti rispondo che ho appena scoperto che il mio ragazzo, ora ex, mi ha tradita!》
Era fuori di sé dalla rabbia, mai visto così tanta energia. Non sembrava minimamente sul punto di scoppiare a piangere, come avrebbero fatto in molte.
Jessica, così si chiamava.
《Pensa che si è portata la sgualdrinella proprio nel nostro, anzi, nel mio appartamento!》continuò, dopo aver bevuto un po' di birra.
《Gli uomini, tutti stronzi!》commentò Cara, la proprietaria, una donna sulla quarantina.
《Stronzi? Più che altro coglioni senza cervello!》precisò Jessica.
Cara annuì, e contemporaneamente puliva i tavoli.
《E tu?》chiese Jessica, voltandosi verso di me 《Cosa ne pensi?》
Io che stavo solo ascoltando, e venni qui di presa di sorpresa, non seppi cosa risponsere.
《Uhm...》mugugnai 《sono d'accordo con voi.》
《Tu sei mai stata tradita?》chiese, ora un po' più calma, ma sembra molto energica.
《No.》risposi, imbarazzata.
《E allora perché sei d'accordo con noi?》
Pensai a James, al suo comportamento infantile e improvvisamente non fui più triste ma arrabbiata. Non aveva il diritto di ignorarmi così, dopo che mi ero scusata con lui!《Diciamo che ho recentemente litigato con il mio ragazzo, che non so se sia diventato ex o no.》
《Ahhn.》continuò a bere la sua lattina, e io la mia cioccolata.
《Così giovani e così malate d'amore!》disse Cara, che era ritornata.
D'un tratto, la solitudine che mi affliggeva poco prima era scomparsa e ora stavo tranquillamente e serena mente chiacchierando con Cara e Jessica.
《Sei una tosta Abby! Io impazzirei se restassi tutto il tempo rinchiusa in una scuola di snob e non avessi nessuno con cui parlare...》commentò Jessica.
《Infatti è per questo che viene ogni giorno qua a rompermi le scatole.》scherzò Cara.
《Per l'appunto, ogni volta che non sai cosa fare, vieni in questo bar a scassare le balle a Cara, tanto lei non ha mai nulla da fare.》《E di sera, ci sono anch'io che posso tenerti compagnia!》
Sorrisi.

Alla fine smise di piovere, e Jessica si offrì di darmi un passaggio sul suo motorino.

Andiamo a guardare il tramonto insieme?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora