Capitolo 14

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James ed io non ci rivolgemmo la parola per un po'.
Ero così arrabbiata e lui, testardo com'era, non mi facilitava le cose.

"Io l'ho sempre detto, è troppo stronzo per meritare una come te." disse George, mentre eravamo in cortile.
Alzai lo sguardo da terra e vidi James dall'altra parte parlare intimamente con Danielle.
"Probabilmente hai ragione." risposi, provando una fitta al cuore.
Marianne notò la mia espressione e intervenne subito dicendo:"Penso che sia meglio se andassimo da un'altra parte, tutti questi idioti in circolazione mi inquinano l'aria."
Mi prese una mano e mi trascinò fino in corridoio.
George ci raggiunse e insieme camminammo verso la classe della lezione seguente.

Da qualche tempo, lui e Mari stavano insieme e a quanto pare, sembrava che le cose tra i due funzionassero bene.
Ne ero felice, anche perché Marianne ci andava dietro fin dal primo momento in cui l'aveva visto e ora, era riuscita finalmente a conquistarlo.
Anche se in mia presenza non si scambiavano mai troppe smancerie, Marianne mi aveva detto, in una delle sere in cui era venuta a dormire da me, che George bacia davvero bene.
Quando me lo disse, quasi non scoppiai a ridere.

"Non riesco proprio a capire perché non hai ancora lasciato quell'imbeccile." disse Mari, poggiandosi sul termosifone.
"Non lo so nemmeno io, credimi." borbottai, guardando fuori dalla finestra.
Erano ancora lì a parlare.
"Smettila di pensare a lui." disse Marianne facendomi voltare dall'altra parte della classe. "Dovresti cercare di farlo ingelosire come sta facendo lui con te."
"Beh, non ci sta riuscendo perché non sono affatto gelosa."
"Ne sei sicura?" chiese George, lanciandomi un'occhiata penetrante.
"Cosa vuoi insinuare?"
"Nulla." disse, trattenendo un sorriso divertito.
"Ehi, c'è qualcuno che mi ascolta?" disse Marianne, che nel frattempo si era seduta vicino a me. "Devi farlo ingelosire come lui sta facendo con te."
"Anche se lo volessi non avrei nessun ragazzo con cui farlo."
"Che ne dici di quel Sam del nostro corso di geografia?
"Quel Sam?"
"Sì, quello che è sempre seduto in seconda fila davanti a Jennifer."
"Stai scherzando? Non ci penso nemmeno." risposi subito. "Ci hai mai fatto caso che si mette sempre le dita in naso e non sa nemmeno qual è la capitale della Spagna?"
"Ehm, riguardo al fatto che si scaccolasse, non me n'ero accorta comunque se vai a chiedere a James la capitale della Spagna nemmeno lui saprebbe risponderti."
"Sì ma..." non riuscii a dire nulla. "Almeno lui non si mette le dita nel naso e se lo volesse, potrebbe anche essere intelligente."
"Puoi finirla di difenderlo?"
Marianne era esasperata. "Ti rendi conto di quanto stronzo è quello lì?"
In quel esatto momento, James e Danielle fecero entrata in classe.
Mari li guardò con aria disgustata.
Devo ammettere che le riusciva proprio bene.
Ho sempre pensato che fosse molto portata per la recitazione, anche se a lei non piaceva affatto.
"Aaah, se potessi gli farei questo... e questo... e questo!" disse Mari a denti stretti mentre scarabocchiava un foglio, lo strappava in mille pezzi e lo buttava nel cestino della spazzatura.
Lanciai un'occhiata a George che ricambiò.
Entrambi soffocammo una risata.
"Non dovrei essere io quella che dovrebbe fare tutto quello?" domandai.
"Sì, ma il tuo cuore è troppo annebbiato perché tu riesca a comportarti come dovresti."
"Da stronza?"
"Esattamente."
"Non sono molto vendicativa."
"Io invece troppo."
Mi voltai nuovamente verso George e bisbigliai :"Non ti conviene farla arrabbiare."
Lui sorrise e rispose mimando con le labbra un "lo so".
Se non ci fossero stati loro due con me, non saprei proprio cos'avrei fatto.
Probabilmente sarei ritornata ad essere quella di prima.
Riservata e silenziosa e anche un po' depressa, forse.

Il professore entrò e come sempre, prima di iniziare a spiegare firmò sul registro, fece l'appello e lesse le comunicazioni del preside.
Alla fine, dopo che erano ormai passati una ventina di minuti, cominciò a spiegare.
Stranamente, verso la fine dell'ora, mentre prendevo appunti, ebbi un giramento di testa.
Cominciai a sentirmi proprio male ed avere anche un po' di nausea.
Penso che fosse perché avevo preso freddo durante l'ora di ginnastica, mentre correvo per il campo anche se faceva ancora molto freddo e soffiava un vento forte.
Cercai di resistere fino alla fine dell'ora, e poi chiesi di andare in bagno.
Mi appoggiai al lavandino e dopo essermi schizzata un po' d'acqua fredda in faccia per rinfrescarmi, inspirai ed espirai.
La sensazione di nausea però, non voleva passare.
Ritornai in corridoio che avevo un forte mal di testa.
Mi fermai per un istante e massaggiai la tempia con una mano.
Lentamente, tutto ciò che mi era intorno diventò confuso e indistinto e poi, d'improvviso nero totale.
Non me ne accorsi nemmeno, quando caddi a terra.

Andiamo a guardare il tramonto insieme?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora