Capitolo 19

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La campanella di fine lezione era appena suonata.
Presi in fretta la mia roba ed uscii dalla stanza.
Mi diressi verso il mio armadietto, ma lungo il corridoio mi bloccai d'improvviso quando Danielle e James parlare insieme ad altri ragazzi.
Li guardai per qualche minuto, scossi la testa e continuai ad andare avanti.
"Abby!" mi chiamò James d'un tratto.
Mi prese la mano e mi fermò.
Mi voltai verso di lui e gli lanciai uno sguardo piuttosto freddo.
"Cosa vuoi?" dissi con irritazione. "Sono in ritardo quindi fai in fretta."
"Volevo solo sapere se stavi meglio."
"Sì, tutto okay, ora posso andare?"
"No, ancora una cosa."
"Allora?"
"Non qui, però." disse e mi trascinò nel classe di musica.
Era vuota, a dir la verità lo era sempre, c'era solo un vecchio pianoforte nero e qualche strumento sparso qua e là.
Ci venivano spesso gli alunni che sapevano suonare uno strumento.
"Perché mi hai portata qui?"
"Volevo parlarti." spiegò. "Da soli."
"Sono stanco okay?" continuò. "Mi sono rotto di questa situazione, di questo silenzio e del fatto che, sebbene vorrei continuamente baciarti e dirti che ti amo, non possa farlo."
Lo guardai senza parole.
"Ja..." mormorai, ma non mi fece finire.
"Sei la persona più importante della mia vita, okay? Tutto il resto non conta, se ci sei tu al mio fianco, e di certo non ti perderò a causa del mio stupido orgoglio e della volontà di mia madre." disse, infilando entrambe le mani tra i miei capelli.
Mi guardò con intensità e mi baciò, prima con delicatezza e poi con più intensità.
"Ti amo." ripeté. "Solo Dio sa quanto ti amo."
Singhiozzai.
Nemmeno me n'ero accorta che stavo piangendo.
"Sei uno stupido." borbottai.
"Cosa?" indietreggiò di qualche passo e mi guardò interrogativo.
"Perché devi sempre farmi piangere?"
Si avvicinò nuovamente e mi abbracciò dolcemente.
"Mi dispiace Abby." mormorò, accarezzandomi i capelli. "Faccio schifo come fidanzato, lo so."
"Sì, è vero." confermai tra un singhiozzo e un altro.
"Scusami." bisbigliò, con le labbra vicino al mio orecchio.
Ripeté quella parola per così tante volte, che ne persi il conto.
Forse hanno ragione, quando dicono che il tempo sistema tutto e anche le ferite che sembrano inguaribili.
Strinsi a mia volta James, e in quell'istante, mi parve di poter respirare di nuovo dopo aver trattenuto per intere settimane il fiato.
Sentii il peso sparire lentamente e il calore di James, sciogliere tutto il ghiaccio che si era formato.

Andiamo a guardare il tramonto insieme?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora