Capitolo sei

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Il dolore è come una lama sottile che si conficca nel cuore piano e con cura. Così almeno lo vive Claudio, che non ha ancora imparato a immergervisi, a viverlo. Così lo vive, con la speranza che qualcosa possa cambiare, con la speranza che Mario possa cambiare idea. Ma poi, che idea dovrebbe cambiare? Alla fine è stato lui a decidere le sorti del loro rapporto, lui ad allontanarlo, lui a scegliere per entrambi.

A volte si chiede se non ha sbagliato tutto, se invece di allontanarlo poteva provarci un po' di più, ma si rende subito conto, ogni volta, che la sua non è stata neppure una scelta. È stata, invece, una necessità. Qualcosa di cui ha avuto bisogno per vivere ancora, perché niente al mondo lo avrebbe mai aiutato a dimenticare Mario se fosse rimasto al suo fianco.

Sebbene gli abbia promesso di non sparire, alla fine è quello che ha fatto... sparire.

Sa che Mario sarà molto arrabbiato con lui, e qualcosa gli dice che non sarà facile riagganciarlo, ma sa anche che, alla fine, quando sarà pronto e lo ricercherà, anche Mario cederà. Perché loro sono così. Si allontano soltanto per ritrovarsi. Si perdono soltanto per provare l'ebbrezza di cercarsi di nuovo. È sempre stato così per loro, anche se non è mai successo che parlassero così chiaramente, né che stessero lontani per così tanto.

Sono passati tre mesi da quella sera, quella in cui tutto il loro mondo è cambiato, ma neppure il tempo che passa è servito a lenire il dolore o ad accorciare le distanze tra loro.

È tutto lì, vivo come se fosse appena accaduto. La smania, la gelosia, il dolore ma soprattutto l'amore.

Claudio aveva pensato di poter stare meglio, di poter essere meno dipendente dal suo più caro amico, che non era mai stato solo un amico, ma la verità è che probabilmente non si libererà mai di questo sentimento. Anzi, più passa il tempo e più ne prende consapevolezza.

Qualcuno diceva che le passioni violente hanno fini violente, e che è meglio amare moderatamente, perché è così che l'amore dura per sempre. Se così dovesse essere, lui e Mario sono destinati a una fine tremenda. È come veder spegnere una luce che ha sempre rappresentato una via di fuga dal terribile vuoto della vita.

Lui e Mario sono come due rovesci della stessa medaglia: insieme solo se uno dei due esposto, mai però uno accanto all'altro. Non hanno mai smesso di essere, per l'altro, l'altra parte, l'altra metà, eppure non sono mai riusciti a vivere come se fossero una coppia. Agli occhi degli altri sono sempre stati amici speciali.

A volte Claudio si è anche chiesto come possano non essersi accorti di nulla, e gli viene persino il dubbio che qualcuno abbia potuto capire, perché un sentimento così, supportato da un rapporto totalizzante, che ha preso a entrambi una gran fetta della loro vita, è davvero difficile da nascondere.

Quando hanno raccontato di aver litigato nessuno li aveva presi sul serio, all'inizio. Si sono accordati nel non rivelare a nessuno il motivo del finto litigio, e sebbene un atteggiamento del genere avrebbe dovuto destare sospetti, in realtà nessuno ha mai posto domande troppo invasive, e alla fine hanno lasciato perdere.

Gli amici in comune si sono divisi tra serate in cui includevano l'uno o l'altro a seconda della necessità, alternando la disponibilità del loro tempo, e tutto è andato avanti così per tre mesi.

Claudio è riuscito perfino a trovare qualcuno. Non qualcuno che sostituisse Mario, quello mai. Non ci sarà mai un altro Mario nella sua vita. Ha trovato però qualcuno da frequentare, qualcuno che voglia solo lui, e si è sforzato di dargli una possibilità anche se all'inizio ha dovuto quasi obbligarsi. Si chiama Luigi, e pare davvero intenzionato a prendersi quello che Mario ha sempre rifiutato.

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