Capitolo otto

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"Perché stai piangendo?"

Mario lo sta guardando in modo strano. È come se volesse prendere il suo dolore e farlo suo. Non osa avvicinarsi, però. Non si è neanche alzato in piedi.

Anche Claudio rimane distante, a metà tra un momento prima e il momento dopo, senza sapere dove andare, come agire, cosa fare.

"Perché tutto troppo. È troppo intenso, troppo forte, e io non so cosa fare."

Si guardano ancora per un attimo che sembra eterno.

"Tieni davvero a quel ragazzo?", chiede Mario e adesso la sua voce è più bassa del solito.

Qualcosa scoppia nel petto di Claudio, ma non saprebbe dire cos'è.

"Perché t'interessa saperlo?"

"Lo sai che mi interessa sapere tutto di te."

A Claudio scappa una risata. Non vorrebbe ma la lascia andare. "Ti interessa sapere tutto perché siamo amici?", chiede ironicamente.

Mario sembra ferito.

"Non lo so cosa siamo, Claudio, ma siamo sempre noi. E tu resti più importante di ogni altra cosa."

Claudio si morde un labbro, indeciso su come proseguire. Non è convinto di voler continuare questa conversazione lì fuori, quindi decide di salire a casa.

Non dovrebbe esserci neanche il suo coinquilino, che sicuramente è ancora fuori.

"Saliamo.", gli propone quindi, e Mario non se lo fa ripetere due volte.

Sono in silenzio per tutto il tragitto fino alla porta di casa. Claudio non sa cosa dire, e forse neanche Mario.

Per loro le parole sono sempre state di troppo. Non sono mai riusciti a basare su queste il loro rapporto. Hanno, anzi, ogni volta lottato per evitare di parlare, perché quanto più lo facevano tanto più cadevano in fraintendimenti.

Stanno bene solo nel silenzio.

Per questo anche adesso, mentre prendono consapevolezza dell'irrimediabilità di quello che sta accadendo, preferiscono star zitti ancora per un po', rimandando la bufera.

"Perché sei qui?", gli chiede Claudio una volta chiusa la porta. Come pensava, in casa non c'è nessuno.

"Perché... mi manchi."

La voce gli trema appena, e Claudio vorrebbe credergli. Vorrebbe tanto farlo.

"Non ha per caso niente a che fare col fatto che tu e Sofia vi siete lasciati?", gli chiede cercando di pungerlo su un argomento che sa essere spinoso.

"Questo non c'entra con noi, non è mai stato così."

"Facile dirlo ora che sei di nuovo da solo."

"Ti ho sempre cercato, Clà. Sempre. Anche quando stavo con Giuditta. E tu questo lo sai benissimo."

C'è un silenzio innaturale che per un attimo risucchia tutto. Poi Claudio si decide a parlare. Non vorrebbe essere così crudele ma non riesce a smettere di pensare al fatto che avrebbe voluto questo passo ben tre mesi fa, e non ora. Non ora che si è reso conto che Sofia non è la donna della sua vita.

È troppo facile, ora.

"Non hai mai rinunciato a niente, per me."

"Questo è quello che credi tu."

"No, questo è quello che mi dimostri tu. Sono tre mesi che non ci vediamo e non ci sentiamo, e tu mi cerchi solo quando non stai più insieme a Sofia." Il tono della sua voce è più alto di quanto vorrebbe. Senza neanche guardarlo si dirige in cucina. Deve calmarsi. Deve smettere di essere così istintivo quando si tratta di Mario.

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