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𝐓𝐀𝐄𝐇𝐘𝐔𝐍𝐆
ad un tratto un nuovo profumo giunse alle sue narici. Era differente da quello degli altri, era più dolce. Sollevò lo sguardo che prima era rivolto allo schermo, abbassò il volume della musica e vide un ragazzo camminare frettoloso verso l'entrata dell'edificio, accompagnato da schiamazzi e insulti. Dal momento che aveva abbassato il volume, ora riuscì ad udire il suono della campanella e si alzò. Dopo aver ripulito i pantaloni dai residui di erba mise le mani in tasca e camminò seguendo la massa. Sentiva i commenti delle persone, sorprese perché non l'avevano mai visto. Apprezzamenti, molti apprezzamenti da parte di ragazze con gli ormoni a mille. Non riuscì a trattenere una risata vedendole. Taehyung era omosessuale, sin da ragazzino, e non aveva timore di nasconderlo. Raggiunse la propria classe e venne fermato dalla professoressa, che lo fece presentare alla classe una volta che tutti si sedettero.
Si guardò attorno, scrutò ogni singolo banco ed esaminò ogni persona. Vide tra tutti il ragazzo di prima, mentre ancora lo deridevano per chissà quale motivo. Quando ci fu silenzio, parlò. 《salve, sono Kim Taehyung》
disse con il suo caratteristico tono di voce profonda che faceva venire la pelle d'oca. C'era un posto libero, dietro quello del ragazzo ambiguo, nel mezzo tra il gruppo che lo derideva. Si sedette lì, afferrò un quaderno e una penna per poi gettare lo zaino a terra. Già si stava annoiando, beh, ottimo inizio direi. Ad un tratto udì le voci dei due ragazzi accanto a lui che chiamavano quello di fronte a sé "coniglietto". _Coniglietto?_ pensò, confuso. Al contempo però quella situazione lo intrigava. Il capo del gruppo interruppe i suoi pensieri e subito si presentò, facendo apprezzamenti sul proprio aspetto e carattere.
Non ne rimase sorpreso, Taehyung. Molta gente lo esaltava come se fosse chissà quale divinità, ma nessuno lo conosceva veramente per capire quale mostro si nascondeva dietro a quel bel viso. Il ragazzo continuò a parlare, ma lui lo ignorò, impegnato a disegnare scarabocchi sul proprio quaderno. Ed ecco la rompipalle che lo chiamò alla lavagna. Va bene che era distratto e che non stava seguendo la lezione, ma che palle. Sbuffò e si alzò a malavoglia dal proprio banco, raggiungendo poi la cattedra. Gli veniva quasi da riderle in faccia, pensava davvero di averlo colto alla sprovvista? equazioni del genere Taehyung le aveva imparate all'età di nove anni. Ci mise un minuto a risolverla, per poi tornare al posto, con quel ghigno stampato sulle labbra carnose, dando una veloce occhiata al "coniglietto".
Finalmente suonò l'intervallo, e fu libero di uscire da quell' aula. Venne fermato però dal capo di quel gruppetto di bulletti, che gli propose di entrare a far parte del suo gruppo. Uno stronzo con i fiocchi, dal momento che lo aveva urlato affinché il soggetto da bullizzare lo sentisse. Non ci pensò due volte e accettò, almeno avrebbe fatto qualcosa durante tutto quell'anno. Raggiunse quindi gli altri nel cortile, dove gli spiegarono cosa avrebbe dovuto fare.

𝐉𝐔𝐍𝐆𝐊𝐎𝐎𝐊
alzò di poco lo sguardo, quando il ragazzo si presentò, lo squadrò da capo a piedi con lo sguardo e schiuse le labbra, una ragazza al suo fianco gli tirò una gomitata
《che c'è coniglietto? ti piace il nuovo arrivato?》
Jungkook la guardò, ma non disse nulla, in quella classe nessuno lo sentiva parlare da più mesi, difatti, per le interrogazioni, andavano solo lui e il professore specifico, vergognandosi persino della sua voce, trovandola semplicemente orribile, sentendo quei ragazzi chiamarlo "coniglietto" sentì gli occhi inumidirsi di lacrime, si passò i pugnetti sugli occhi, assicurandosi di non star piangendo, passò tutta l'ora a prendere appunti della lezione, i suoi compagni di banco continuavano a prendergli penne, matite, gomme e cominciarono a scarabocchiare i suoi libri e quaderni, Jungkook stette fermo, sapendo che se si fosse ribellato, sarebbe tornato a casa con un occhio nero, quando suonò la campanella dell'intervallo, tirò un sospiro di sollievo, corse fuori dalla classe, andando in bagno, ma nel tragitto notò il gruppo di bulletti insieme al nuovo arrivato
《oh no..un altro》
sussurrò, pensando già a quali torture doveva essere sottoposto quel giorno, corse nel bagno, lavandosi via le scritte sulle braccia, il tutto mentre sentiva di stare per piangere, appena vide altri ragazzi entrare in bagno, corse via, dirigendosi in classe, si sedette sul banco, quella classe era vuota, fortunatamente. scoppiò in lacrime, nascondendo il viso tra le braccia, poggiate sul banco. singhiozzò silenziosamente, volendo solo sprofondare in quel momento, tentò varie volte il suicidio, ma venne sempre fermato dalla paura di scoprire cosa si celasse dietro alla vita, cominciò a maledirsi mentalmente, tremando leggermente mentre stringeva i pugni per la rabbia che conservava con sé stesso.

《𝐓i 𝐀ppartengo》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora