6.2K 253 147
                                    

𝐓𝐀𝐄𝐇𝐘𝐔𝐍𝐆
ormai, dopo aver conosciuto gli altri ragazzi, si era perfettamente integrato nel gruppo. Avevano attuato un piano perfetto per tormentare ancora il povero ragazzo. Dovevano mettere alla prova Taehyung, vedere di cosa fosse capace e ritenere se fosse all'altezza di appartenere ancora al gruppo. Avrebbero aspettato la "preda" fuori da scuola e lo avrebbero accerchiato per prendergli tutti i soldi che aveva con sé. Taehyung sarebbe stato l' elemento principale di quel piano: gli avevano detto di perquisirlo in ogni punto in modo da farlo imbarazzare, così che tutti avrebbero potuto prenderlo in giro per la sua omosessualità. Un piano perfetto, studiato in ogni minimo dettaglio. A lui non sarebbe dispiaciuto affatto toccare con le proprie mani il corpo di quel ragazzo, che nonostante tutti lo insultassero, non era per niente male.
Taehyung era sempre stato un tipo perverso. A dire la verità, aveva moltissime personalità: dal ragazzo stronzo e insensibile, a quello lussurioso, e infine aveva anche un lato dolce, ma che non manifestava quasi mai.
Vide ancora una volta il ragazzo correre di qua e di là per i corridoi, raggiungendo prima i bagni e poi la classe. Era buffo, molto buffo. Al suono della campanella tornarono in classe per subirsi altre due ore di lezione. Per tutto il tempo osservò il ragazzo di fronte a sé, ridacchiando pensando a ciò che gli avrebbe fatto più tardi.

appena risuonò la campanella tutta la compagnia uscì velocemente da scuola. Dovevano arrivare prima del ragazzo in giardino, e avevano già avvertito il resto della classe per radunarsi attorno a lui.
Taehyung era super eccitato, finalmente si agiva. Giunsero fuori dalla porta di entrata e all'inizio ognuno era sparso in un punto differente, per riunirsi poi al suo arrivo. Si posizionò con la schiena contro al muro, con le mani in tasca, mentre parlava con altre persone. Mancava poco, all'arrivo del povero ragazzo.

𝐉𝐔𝐍𝐆𝐊𝐎𝐎𝐊
alla fine delle lezioni, si preparò lentamente per tornare a casa
《strano, non è successo nulla》 disse con un briciolo di felicità, fece per uscire, ma appena vide il gruppo di ragazzi insieme al nuovo arrivato, si irrigidì, intorno a loro, vi era tutta la scuola. deglutì silenziosamente e scese i primi scalini, si guardò intorno, notando poi un'altra strada. andò a passo svelto verso quel piccolo sentiero e cercò di evitare i ragazzi, sentì alcuni di loro chiamarlo, dicendo "coniglietto! che fai? salti via?" restò in silenzio, continuando a camminare velocemente. il più lontano possibile, fino a quando sentì una mano bloccargli il polso e un'altra mano prenderlo dalla maglietta, strizzò gli occhi dal dolore, sentendoli subito inumidirsi di lacrime. lo riportarono indietro, al centro di quel cerchio formato dai ragazzi che lo prendevano in giro, incluso il nuovo arrivato, lo guardò con un velo di tristezza, come per chiedergli di non fargli del male
《no ragazzi l'ho toccato, adesso divento gay anche io!》
disse ridendo, facendo ridere tutta la scuola, abbassò lo sguardo, asciugandosi una lacrima velocemente, sapendo già come sarebbe andata a finire quella orribile giornata.

𝐓𝐀𝐄𝐇𝐘𝐔𝐍𝐆
non era passato molto dal suono della campanella e finalmente videro il ragazzo camminare lungo la scalinata. A quella vista Taehyung staccò dal muro e così ebbe inizio il piano programmato qualche ora prima. C'era da aspettarsi che il ragazzo avrebbe tentato la fuga, difatti due del gruppo erano riusciti a placcarlo e a portarlo nel luogo della sua "rovina". Il nuovo ragazzo uscì dal muro creato dagli altri ed entrò nell' area al centro, dove vi era solo la vittima. Camminò con un sorriso beffardo e si girò poi verso i suoi compagni
《qualcuno ha dei guanti? Non vorrei essere contaminato》
beh, lui era già stato "contagiato" da un bel po' di anni. Dopo che glieli passarono, cominciò la "perquisizione". Si avvicinò e lo afferrò per la maglia tirandolo a sé con forza.
In coro tutti lo invitavano con commenti quali "il coniglietto si bagna" e scemenze simili. Lo fissò negli occhi, così innocenti e dolci, in contrasto con quelli dell'altro, colmi di Ira nei confronti degli umani
《su, iniziamo questa perquisizione》 cominciò così a passare le proprie mani sul suo corpo. Le posò sulle spalle e scese poi lungo i suoi fianchi. Infine giunse alle sue natiche, e tutti gli spettatori alzarono il tono di voce, presi dallo "spettacolo". Gli veniva veramente facile toccare in quel modo l'altro, d'altronde, gli piaceva follemente. Nella tasca posteriore dei pantaloni teneva il portafogli, che avrebbe ritirato solo alla fine del gioco. Nel mentre continuava a fissarlo con i suoi occhi profondi, quelli che utilizzava per confondersi nel mondo umano, di colore simile al nero.
La mano si spostò ora sul suo petto, e lentamente scese, scese, e scese ancora fino al suo membro, che strinse da sopra i pantaloni
《mh, questo pacco è troppo piccolo per passare》
no, affatto, non era per niente male. Ciò gli fece mordere velocemente il labbro, seguito da un malizioso sorriso che cercò di nascondere
《mi spiace, dovrà pagare le spese doganali》
e con un movimento fulmineo estrasse dalla sua tasca il portafogli e lo gettò all'indietro, dove lo prese il resto del gruppo e lo svuotò completamente. Infine lo gettarono nel cestino, continuando a deriderlo. Si, molta gente era sorpresa dalla naturalezza con la quale Taehyung fece quelle cose, ma nessuno avrebbe immaginato che anche lui fosse come la vittima. Riportò la mano sul suo petto e lo spinse indietro, facendolo allontanare da sé
《passivello del cazzo》lo fissò con sguardo quasi minaccioso. ghignò poi e tornò dagli altri. Subito iniziarono cori con "coniglietto passivello" ripetuto in continuazione. Il capo del gruppo subito si complimentò con lui, ma mentre tutti erano distratti, il mostro sparì. Si udì solamente lo sgommare di un'auto. In effetti, Taehyung si trovava proprio su di essa e si stava dirigendo verso la sua villa. Durante tutto il tragitto non fece altro che mordersi e leccarsi le labbra, ripensando a ciò che aveva fatto e al ragazzo. _sarà mio_, pensò, e poco dopo giunse di fronte al proprio cancello.

𝐉𝐔𝐍𝐆𝐊𝐎𝐎𝐊
il ragazzo si stava avvicinando fin troppo per i suoi gusti, e quando disse che gli servivano dei guanti, sentì il mondo crollargli addosso. come se un treno gli si fosse schiantato in faccia, certo. il dolore di un treno è nulla in confronto a quello che provava in quel momento, non riuscì a guardare il ragazzo negli occhi, era troppo difficile per il minore. quando sentì delle mani cominciare a toccare il suo esile corpo, si irrigidì. ma non fece alcuna mossa, di certo. sarebbe finita molto male se si fosse ribellato o se avesse parlato, la mano del ragazzo finì sul suo membro e questa cosa lo fece arrossire violentemente, si ritirò indietro, cercando di andarsene dal ragazzo e scappare ancora, ma uno del gruppo lo bloccò, obbligandolo a subire quelle odiose torture che ormai erano diventate quotidiane. il suo sguardo trasmetteva nient'altro che tristezza e voglia di sprofondare, la voglia di addormentarsi e non svegliarsi più. quello che stava subendo, è stata la ciliegina sulla torta.
si era deciso, quel giorno avrebbe tentato di porre fine alla sua vita, le sue iridi diventarono leggermente rosse, anche se l'unico che poteva notarle era il ragazzo di fronte a sé, ma non sembrava darci tanto peso, gli afferrò il portafoglio e schiuse le labbra, sentendo il bisogno di reagire, ma la paura di tornare a casa pieno di lividi era maggiore, fece solo un piccolo scatto verso quei ragazzi che avevano preso il portafoglio e che presero tutti i suoi soldi, questi ultimi, servivano appunto per comprare le medicine della madre, malata ormai da anni. anche Jungkook stava abbastanza male, smise di mangiare quando le prese in giro si presentarono all'inizio della sua vita scolastica, difatti soffriva di bulimia. quando i ragazzi se ne andarono, andò verso il cestino e riprese il portafoglio, ormai vuoto. poi tornò a casa, cominciando a piangere, si buttò sul letto, soffocando grida di tristezza.

《𝐓i 𝐀ppartengo》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora