trentaduesimo capitolo

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2 mesi dopo

Capitolo rosso ( conterrà scene di fiki fiki, al momento aggiungerò questa emoji: 🔥)

Mi copro il petto con il lenzuolo e mi trascino giù dal letto fino ad arrivare alla finestra. Guardo fuori e vedo la via ricoperta di neve.

Non aveva nevicato a dicembre e nevicava adesso?

Mi giro verso il letto, la sagoma del suo corpo è ancora lì, se mi avvicinassi e annusassi il copriletto sentirei il suo profumo e lo sentirei più vicino a me.

Mollo per terra il lenzuolo e rabbrividendo per il freddo vado in bagno, bisognosa di sentire l'acqua calda sulla pelle, ch'ella mi accarezzi e mi culli per non farmi sentire sola come mi sento oggi.

Da quando io e Paulo, quasi due mesi fa', ci siamo messi insieme non ho più dormito sola ed è strano non essermi svegliata accanto a lui questa mattina.

La mia unica consolazione è sapere che domani tornerà a Torino per un paio di giorni e forse riuscirò a rilassarmi di più, in questi giorni al lavoro mi stanno facendo fare di tutto e di più e lo stress mi sta risucchiando tutte le energie.

Apro il getto della doccia ed intanto che aspetto che l'acqua si scaldi mi guardo allo specchio.

Il mio viso è più pieno rispetto agli altri giorni, le occhiaie sotto agli occhi sono più accentuate, pensavo di dormire di più.

Lo stomaco brontola e adesso che lo guardo con attenzione noto che mi sono gonfiata, dovrà venirmi il ciclo, quindi è meglio che mi porti dietro degli assorbenti pure al lavoro.

Mi tolgo il pigiama e mi butto sotto l'acqua.
Finalmente un po' di calore, questo freddo è insopportabile.

Mi lavo i capelli con lo shampoo al cocco, il mio preferito, mi passo il bagno schiuma sulla pelle e mi sciacquo.

Esco dal box doccia, mi metto un asciugamano sui capelli ed un altro attorno al busto, mi avvicino al lavandino e mi lavo i denti.

Dopo aver finito indosso le ciabatte e vado in soggiorno buttandomi sul divano pronta a guardare qualche episodio di Gossip Girl.

Non faccio nemmeno a far partire l'episodio che il mio cellulare squilla, guardo chi è: Paulo.

"Ehi ciao."

"Hola mi amor, come stai?" È ancora strano sentirlo chiamarmi così. All'inizio pensavo fosse un po' forzato, ma ora che ci ho fatto l'abitudine mi sembra così naturale!

"Sto bene, tu? Torni tra due giorni, giusto? Vuoi che ti venga a prendere in aeroporto?"

"No, tranquilla. C'è stato un inconveniente e non so se riuscirò a tornare fra due giorni."

"Oh, ehm, okay. Sì è okay. Almeno potrai stare qualche giorno in più con la tua famiglia.." Dico dispiaciuta di non poterlo vedere prima di non so quando!

"Non credo, no... Ascolta, mi stanno chiamando... ti richiamo, okay?"

"Sì, a dopo."

"A dopo."

Chiudo la telefonata e faccio partire l'episodio.

Suonano al campanello, chi è che la domenica mattina rompe le palle? Oh cielo! Magari sono i testimoni di Geova!

Fingo di non essere in casa e tolgo il volume.

Se ne andranno via, no?

Passa qualche secondo, c'è un silenzio tombale, l'unica cosa che riesco a sentire è il mio respiro.

Accarezzami l'anima // Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora