quarantatreesimo capitolo

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Il medico uscì dalla stanza lasciandoci soli.
Tenevo lo sguardo ancorato sulla mia pancia, non avevo il coraggio di guardare Paulo.

Il silenzio assordante dentro le quattro mura sommato ai suoi occhi su di me mi stava facendo impazzire.

Sentì il rumore di una sedia che veniva trascinata, e con la coda dell'occhio vidi Paulo che la portava verso di me e poi ci si sedette sopra.

Provai a dire qualcosa ma lui m'interruppe:

"Non dire nulla, ti prego."

"Hai detto che sei sterile, giusto? No? A quanto pare tu sei miracolosamente incinta ma non vuoi tenere il bambino. Ripeto, tu sei sterile e Dio ti ha dato la possibilità di avere un figlio tuo e non lo vuoi. Spiegami perché non lo vuoi questo cavolo di bambino, il mio bambino!"

"All'inizio non è stato facile... Avevo sempre desiderato essere madre e quando mi hanno detto che non potevo avere figli mi è caduto il mondo addosso, per anni e anni ho provato a convincere me stessa che non avrei mai potuto essere incinta e col tempo sono riuscita ad andare avanti, senza pensarci così spesso come facevo prima. Mi sono abituata a pensare che non sarei mai rimasta incinta e me ne sono fatta una ragione, decidendo che forse quello non era ciò che ero destinata a fare. Paulo, prova a capirmi. Io non voglio fare la madre, non sono pronta!"

"Tu pensi che io sia pronto? No! Non lo sono affatto, ma amo già questo bambino e non vedo l'ora di averlo tra le braccia! Prova tu a capirmi! Vorresti portarmi via mio figlio?!"

"Non voglio portati via niente! Non puoi ancora definirlo bambino, è solo un ammasso di cellule! E poi è il mio corpo decido io cosa farne... e poi sono ancora in tempo per l'aborto!"

"No! Tu sei completamente impazzita! Non puoi abortire! Dallo a me! Quando sarà nato lo darai a me! Lo crescerò io e gli darò l'amore che tu non gli vuoi dare!"

"Quello completamente impazzito sei tu, Dybala! Secondo te, dopo nove mesi nel mio corpo e chissà quanto tempo di travaglio vorrò dartelo come se fosse un pacco?! No!"

"Gaia io questo bambino lo voglio quanto voglia te! Sono disposto ad andare su Marte pur di averlo! Io, farò tutto quello che vuoi! Smetterò di giocare alla Juve, se avrai delle voglie alle tre del mattino sarò lì a comprare tutto il cibo che vorrai, quando starai male sarò lì a prendermi cura di te e quando sarà il momento del parto sarò lì accanto a te a stringere la tua mano. Non togliermi la possibilità di fare tutto questo! Non togliermi la possibilità di avere questo bambino!"

"Magari non è nemmeno tuo! Che ne sai?!" Non potevo credere di averlo detto seriamente, ma era la mia unica possibilità.

"Che vorresti dire?"

"Che magari non sei stato l'unico stronzo..."

"Phff, e di chi sarebbe? Sentiamo."

"Di Kyle."

"Kyle?"

"Sì, Kyle. Il ragazzo che era con Marco e Phoebe. Ti ricordi quando ti dicevo che andavo a Milano per vedermi con la mia amica Sunny? Quella di Los Angeles? Magari questa Sunny in realtà si chiama Kyle e mi vedevo con lui."

"No. Non ti credo...Lo stai dicendo solo perché vuoi abortire!  Non saresti in grado di fare una cosa simile!"

"Forse lo sono, forse no... chi lo sa? Sicuramente non te." Dissi alzandomi finalmente da quel letto.

Lo guardai, mi stava dando le spalle.
Il cuore mi si strinse nel petto. Non potevo credere di avergli seriamente detto tutte quelle cazzate.

"Sono sicuro che tu sia stata sincera su una cosa soltanto.." Disse girandosi verso di me.

Accarezzami l'anima // Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora