Benedetta

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Il giorno dell'omicidio di Lucrezia

Domenica


Terrore accompagnato da felicità,è ciò che provo dopo aver saputo di Fatima, sono corsa subito alla centrale di polizia ma non me l'hanno fatta vedere. Non sono riuscita a chiudere occhio per tutta la notte, voglio vederla e parlarle e magari scoprire quel qualcosa in più che ci potrà  aiutare a ritrovare Lucre. 

Sono le dieci di mattina, ho un dolore allucinante alla testa, tutto attorno a me gira, vado in bagno e cerco di darmi una sistema. Mi guardo allo specchio e son un vero disastro, miei capelli blu sono più sporchi e disordinati del solito, ho gli occhi talmente gonfi e rossi che potrebbe sembrare che mi abbiano tirato un pugno.

 Voglio riandare e cercare di provare di nuovo a vederla, non posso starmene a casa senza fare nulla.

Quando improvvisamente il mio cellulare inizia a squillare, di solito non rispondo ai numeri che non ho memorizzato ma decido di farlo, magari si tratta di Fatima.

"Pronto?"

"Ciao sono la mamma di Fatima, ci siamo incontrate alla centrale di polizia."

"Si certo, mi dica pure."

" Mi hai chiesto di chiamarti se avessi avuto notizie perciò volevo farti sapere che l'hanno trasferita all'ospedale di San Cristoforo".

" Che è successo?"

"Le stanno facendo dei controlli, se vuoi vieni, le farebbe bene un'amica affianco."

"Si certo, la ringrazio."

Saluto e chiudo la chiamata, ritorno nuovamente in bagno, mi spazzolo velocemente i capelli e mi cambio la maglietta ormai sporca.

Non posso chiedere ai miei genitori di accompagnarmi dopo ciò che è successo, sono tornata ieri sera solamente per parlare con i poliziotti, mio padre ha cercato di parlarmi ma sono troppo devastata per affrontare una conversazione importante perciò l'ho ignorato un po' come ha fatto mia madre da quando ho messo piede in casa. I miei fratelli neanche ci provano a parlarmi, sanno che sarebbe inutile.

Esco di corsa senza nemmeno salutare e mi dirigo alla stazione degli autobus, aspetto circa dieci minuti, il suo arrivo e salgo.

La gente mi guarda un po' male, immagino che sia perché sembro una senzatetto penso di averne persino l'odore.

Quando finalmente arrivo a destinazione, entro il più velocemente possible e chiedo all'infermiera dove posso trovare Fatima Smith, lei mi dice la stanza, la ringrazio e vado alla ricerca.

Mentre però percorro i corridori, vedo una ragazza bionda piangere che riconosco subito.

" Gio, cosa ci fai qui?" le chiedo preoccupata.

Deve essere stata anche lei sveglia tutta la notte è persino messa peggio di me, ciò che attira la mia attenzione però sono le macchie di sangue sui suoi vestiti.

"Porca puttana, stai bene? sei ferita?"

"Non è mi-o" risponde tremando con voce flebile 

"Che succede? mi sto preoccupando."

"No-n lo so... sanguinav.." e scoppia a piangere.

La stringo forte tra le mie braccia.

"Amore è tutto ok, mi puoi dire chi sanguinava?"

"Angelo"

" Non so cosa sia successo ma siamo all'ospedale e vedrai che riusciranno ad aiutarlo."

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