∎ 𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟏𝟒 ─ 𝐢𝐥 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐫𝐝𝐨 𝐩𝐢𝐮' 𝐝𝐨𝐥𝐨𝐫𝐨𝐬𝐨

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❝𝐢𝐥 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐫𝐝𝐨 𝐩𝐢𝐮' 𝐝𝐨𝐥𝐨𝐫𝐨𝐬𝐨❞

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❝𝐢𝐥 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐫𝐝𝐨 𝐩𝐢𝐮' 𝐝𝐨𝐥𝐨𝐫𝐨𝐬𝐨❞

Divorare finalmente i ricordi ─ e di conseguenza l'anima ─ di Jeongguk era parso agli occhi di Astaroth come un sogno dal quale non avrebbe mai voluto svegliarsi

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Divorare finalmente i ricordi ─ e di conseguenza l'anima ─ di Jeongguk era parso agli occhi di Astaroth come un sogno dal quale non avrebbe mai voluto svegliarsi. Era riuscito finalmente a mettere le mani su quel corpo e quell'anima tanto succulenta che bramava ormai da una manciata di mesi.

Aveva sfruttato ogni malocchio applicato sul suo corpo e ogni sigillo con il quale aveva imposto la sua entità rispetto quella di Apollyon per scavare nel cuore del giovane e scoprirlo di ogni segreto nascosto fino ad ora.

Solitamente Astaroth era piuttosto bravo a leggere le persone e le loro anime ma con il corvino aveva sempre trovato di fronte a sé una serie di muraglie che anche tutt'ora ancora non aveva sconfitto. Più la possessione risultava complicata, più la cosa lo eccitava.

È per questo che dopo averlo denudato di fronte ad uno dei ricordi più dolorosi sviluppati dalla mente incosciente di un ragazzo, proprio non fece a meno che buttarvisi di capofitto con l'unico intento di comprenderne meglio le dinamiche e di conseguenza come potersi gustare maggiormente ogni singola porzione di quel ricordo offertogli dal giovane.

Astaroth fece un tuffo a ben ventiquattro anni prima, cogliendo quindi l'occasione di incontrare di nuovo quell'anima tanto succulenta di cui si era cibato allora.


| 24 anni prima |

Astaroth venne catapultato in un ricordo doppio, perché parte di ciò che stava attualmente divorando ma anche parte di un ricordo che lui stesso possedeva.

Si era ritrovato all'interno di una sala operatoria dentro la quale una donna incinta stava lottando contro la morte per evitare di soccombere dove il marito già aveva fallito e per consentire ai medici di salvare quanto meno il pargoletto. Lui non meritava di morire a causa sua, lui meritava la serenità, aveva fatto tanto per potergli regalare una vita serena ma oggettivamente quale mai felicità avrebbe potuto possedere nel nascere orfano? Come poteva lei ─ come madre ─ permettere al proprio bimbo di nascere senza nessuno al suo fianco in grado di accudirlo ed amarlo come desiderato? Come poteva permettere ad uno sconosciuto di ritrovarsi le spalle cariche di responsabilità che temeva potesse cominciare ad ignorare quando queste si sarebbero fatte troppo intense?

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