∎ 𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟎𝟔 ─ 𝐯𝐨𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐭𝐨𝐫𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐧 𝐏𝐚𝐫𝐚𝐝𝐢𝐬𝐨

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❝𝐯𝐨𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐭𝐨𝐫𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐧 𝐏𝐚𝐫𝐚𝐝𝐢𝐬𝐨❞


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Aveva sempre amato il controllo che riusciva ad avere sugli esseri umani, erano sempre così facili da ingannare, così divertenti da manipolare e quel Jeongguk non era di certo l'eccezione. Gli piaceva prendersi gioco di lui, portarlo unicamente nella direzione desiderata fregandosene completamente di tutte le terribili conseguenze che in futuro incomberanno sulla figura del corvino.

Ora si stava divertendo con lui, poco gli importava della fine che avrebbe fatto.

Aveva deciso di manipolarlo affinché il ragazzo s'impegnasse a fidarsi di lui ma ovviamente in cambio di tale fiducia anche lui aveva bisogno di fare un passo verso il giovane e dimostrargli che no, non era poi così malvagio.

Si era appuntato mentalmente un po' di cose da fare, dal continuare a provocarlo, al separarlo da Lily ma ciò che non si era di certo dimenticato era come il corvino avesse reagito in bagno a seguito del suo frugare in casa; quello sprazzo di negatività e oscurità l'aveva stordito al punto da farlo eccitare, da farlo tremare dalla voglia di saltargli addosso e divorarselo seduta stante.

Eppure era stato forte, aveva resistito all'impulso e aveva lasciato la sua mente vagare su tutti i deliziosi scenari che tra non molto avrebbe potuto gustarsi in prima persona.

Che cosa aveva scatenato quell'ondata di nero pece all'interno di quell'anima così pura e candida che nemmeno la sua stessa ragazza conosceva? La cosa lo intrigava parecchio e aveva dovuto ignorare il tremore del suo corpo e delle sue mani a seguito della frustrazione nata all'idea di non poter scoprire ogni cosa possedendo il corpo del giovane.

Lo avrebbe privato di un anno della sua vita, lo avrebbe sporcato come già aveva fatto con l'anima di Lily e non poteva certo permettersi di rovinare qualcuno di così perfetto e introvabile come lo era lui.

«Jeongguk» decise di richiamarlo, notando con piacere come i suoi sobbalzi ─ scatenati ogni volta dal suo chiamarlo d'improvviso ─ fossero man mano sempre più lievi. «A che ora finisci lezione?» gli domandò curioso, avvicinandosi maggiormente nel sentirlo sbuffare e borbottare. «Alle diciassette? Non è un po' tardi?» gli chiese visibilmente confuso; ormai aveva capito quanto dedito il ragazzo fosse al suo corso d'Accademia e ai propri progetti ma da quando gli aveva promesso di fidarsi di lui, aveva passato giornate intere a lezione senza concedergli l'effettiva possibilità di testare la sua fiducia, conoscerlo e farsi conoscere.

➽ My Personal Demon | Jikook ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora