Capitolo 13

289 15 2
                                    

I  tre ragazzi presero il primo volo disponibile per la Sicilia, cercando di farsi notare il meno possibile. Avevano utilizzato addirittura  dei nomi falsi perché, come aveva ricordato loro Sofia, le precauzioni non erano mai troppe in queste situazioni.

Arrivarono nella prima mattinata a Catania e ad aspettarli c'era proprio Sofia.

" Che bello rivederti Sofia" dissero i tre tenori all'unisono, abbraciandola.

"Anche per me ragazzi. Andiamo, è tutto pronto per la vostra permanenza nella mia bellissima isola"

" In realtà è anche la nostra isola" disse Ignazio.

" Marsalese, tu adesso sei nel mio territorio" gli rispose Sofia con tono scherzoso.

" Va bene, hai ragione tu, alzo le mani" rispose il tenore, marcando il suo accento.

" Ecco bravo. Dai entrate in macchina". 

I ragazzi presero posto dentro l'auto, lasciando l'unico posto disponibile per Sofia proprio vicino a Gianluca. Piero e Ignazio speravano che tra i due potesse nascere qualcosa: avevano notato come il loro Gian guardava il giovane magistrato, con uno sguardo di profonda ammirazione e venerazione; da parte sua, la ragazza, ogni volta che incrociava lo sguardo del seducente baritono, diventava rossa e abbassava subito gli occhi.

" Allora Sofia, ci sono novità?" disse Gianluca, rompendo inaspettatamente il silenzio.

" Ehm, si, effettivamente ci sono delle novità. Sappiamo che Amalia è ancora a Sanremo perché è convinta che voi siate ancora là. Avete presente la lettera che vi aveva mandato quando ha fatto esplodere la mia bellissima e nuovissima macchina?" e tre ragazzi annuirono " Bene" riprese Sofia " qualcuno potrebbe averle scritto e mandato tramite un piccione viaggiatore una lettera di risposta in cui,  forse, si organizzava un incontro. Stando alla risposta che questa lettera ha ricevuto, la nostra vedova nera ci è cascata."

"Davvero?" disse Piero.

" Sì, ma io non canterei vittoria. Questo è un modo per cercare di portarla allo scoperto. Capirà subito che l'incontro è una trappola. Per questo sono stati scelti degli agenti addestrati molto bene: uno che somiglia proprio al nostro Gianluca e altri che staranno nascosti nella speranza di poterla prendere facilmente in caso di un inseguimento".

" Tu pensi che questa tattica possa avere successo?"

" Dobbiamo provare tutti i mezzi a disposizione, come vi ho già detto."

" Ma, toglici questa curiosità, come hai fatto a metterti in contatto con lei?"

" Qualche infermiere si è volontariamente offerto di recapitare la lettera ( ok ho costretto il complice di Amalia ad aiutarci con qualche minaccia campata più o meno in aria, ma shh che questo rimanga tra noi)" disse Sofia tutto d'un fiato, facendo ridere i suoi accompagnatori.

" Adesso dove stiamo andando?" chiese Piero, il più pragmatico e pignolo del trio.

" In una casa protetta in attesa del processo. Tra l'altro stiamo cercando di recuperare le prove di tutti gli altri casi simili al tuo, Gianluca, affinché l'accusa possa avere basi più soldi. E' un'impresa abbastanza ardua e complessa, ma non demordiamo facilmente"

A quel punto Gianluca disse delle parole che fecero enormemente emozionare Sofia: " Mi fido di te" e mai la giovane pm avrebbe voluto tradire quella preziosa fiducia.

Il resto del viaggio passò in silenzio e senza problemi, come Sofia sperava. Arrivarono abbastanza in fretta alla casa sicura: era una bellissima villa immersa in un lussureggiante giardino nella collina siciliana. Non si vedeva dalla strada ed era una zona che non veniva mai trafficata. Tuttavia Sofia, per precauzione, aveva voluto della guardie lungo il perimetro della villa e nei sentieri adiacenti. Era un caso troppo importante per sbagliare con errori superficiali.

" Bene ragazzi. Qui è dove starete. Non allontanatevi MAI per nessun motivo oltre il giardino e quando dico MAI dico MAI, chiaro? Qualsiasi cosa di cui abbiate bisogno ci sono le guardie." e con questo Sofia salutò i tre tenori, ritornando il più velocemente possibile nel suo ufficio della Procura di Ragusa. Aspettava, infatti, con ansia il risultato dell'imboscata ad Amalia e sperava vivamente che fosse riuscita.

Mentre la giovane lavorava sulle carte relative al " caso Ginoble" e agli altri casi della vedova nera, squillò il telefono della sua scrivania e prontamente rispose:

- Pronto?-

- Dottoressa sono il capitano Rigoni. Operazione conclusa con successo. Stiamo organizzando i mezzi per portare la detenuta lì da lei-

- Grazie Capitano, avete fatto veramente un ottimo lavoro-

- Si figuri dottoressa, dovere. Arrivederci e buona fortuna-

- Grazie Capitano. Arrivederci- e chiuse la chiamata.

Le cose stavano finalmente prendendo il verso giusto ma, una piccola voce in fondo al cuore, le diceva che c'era qualcosa sotto da non sottovalutare.

Musica che restaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora