Capitolo 7

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Fu una lunga notte per i due tenori, passata interamente a vegliare il loro amico. Tutta questa situazione sembrava a loro surreale. Non riuscivano a farsene una ragione.

In mattinata venne un medico, insieme a due infermiere, per effettuare dei controlli sul paziente e così Piero e Ignazio vennero fatti accomodare fuori dalla stanza. Dopo poco più di mezz'ora il medico uscì e i due ragazzi gli corsero incontro:

" Allora come sta dottore?"

" I parametri non sono buoni come avrei desiderato, ma comunque bastevoli per svegliarlo e togliergli il macchinario della ventilazione artificiale. Avrà bisogno, per un po' di tempo, di essere assistito nella respirazione con la mascherina dell'ossigeno. Stiamo prendendo tutte le precauzioni necessarie affinché il vostro amico non sviluppi una polmonite. In questo momento è sotto antibiotici, per il motivo appena esposto, e antidolorifici per aiutarlo a gestire meglio il dolore appena si sveglierà."

" Quanto tempo ci vuole prima che si svegli?" chiese Ignazio preoccupato.

"Almeno un'ora, se non di più" rispose pacatamente il dottore " se volete, adesso che le infermiere hanno finito di medicare Gianluca, potate riaccomodarvi nella stanza".

E così fecero i due ragazzi. Stettero immobili, vicino al giovane baritono, cercando di portargli quanto più conforto potevano dopo tutto l'orrore che aveva subito in quella fatidica notte.

Passò un'ora, poi due e ancora tre, ma il ragazzo non dava alcun segno di svegliarsi. Il segnale che gli altri due tenori aspettavano arrivò sul finire della quarta ora di quella tormentosa attesa. Gianluca iniziò a muovere le dita e le pupille sotto le palpebre danzavano in una sorta di danza tormentata, fino a quando, lentamente, il giovane aprì i suoi occhi color smeraldo.

" Hey" sussurro flebilmente.

" Ciao a te, non immagini quanto ci ha fatto stare in pensiero. Ma che si fa così? Se volevi essere coccolato bastava chiederlo. Non abbiamo più l'età per questo genere di cose" disse Ignazio con la sua solita aria beffarda, guadagnandosi uno sguardo di rimprovero da Piero.

Ma Gianluca, nonostante il dolore, sorrise. Aveva passato la notte più brutta di tutta la sua vita, mentre adesso, anche in un letto di ospedale, si sentiva protetto accanto ai suoi migliori amici, se non fratelli. Era felice, nonostante tutto.

" Oh Gian, cerca di rimetterti presto che c'è una ragazza, che sicuramente ti piacerà, che ti deve parlare. Mi raccomando però, non fare il piacione come tuo solito perché questa è un magistrato, guarda che ti sbatte in galera in un battito di ciglia"

E tutti e tre risero di gusto alla battuta di Piero.





In lontananza il trio veniva osservato da un infermiere, almeno quella era la divisa che indossava, con uno sguardo torbido e una smorfia di disgusto.

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