10 febbraio 2019

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io e Robb avevamo trascorso la notte insieme in attesa dell'indomani per il compleanno di mio cugino.

Quella fu una delle notti che più odio ricordare.

Non accadde nulla di memorabile, non in positivo almeno.

Dopo cena rimanemmo soli a guardare la tv, non avevo voglia di fare l'amore con lui, non per chissà quale strano motivo, semplicemente stare con lui sul divano mi andava già bene così; sono una persona semplice che ama le cose semplici, di conseguenza una serata sul divano con lui era quanto di più bello potessi desiderare.

Ma Robb non la pensava allo stesso modo: il fatto che io non volessi fare niente lo rendeva nervoso e me triste.

Possibile che l'unico modo per stare bene con una persona sia fare sesso? 

Mi sentivo usata: perchè non gli poteva bastare passare del tempo con me?

In camera le cose non migliorarono.

Non avevo nessuna voglia di dormire, avrei voluto che mi abbracciasse, mi stringesse, ma alla fine ci addormentammo girati su due lati opposti.

Ad un certo punto, non so di preciso che ore fossero, mi svegliai poichè lui continuava a rigirarsi nel letto.

Era parecchio arrabbiato.

Iniziò a prendere a pugni il cuscino, il muro, lanciare cose girando per la stanza imprecando come un pazzo.

Ero terrorizzata e fingere di dormire non fu facile.

Alla fine si calmò e tornò a letto.

Non chiusi occhio per tutta la notte continuai a piangere cercando di non fare rumore e pensando a risposte che non avrei mai avuto.

La mattina seguente si ripeté tutto, ma stavolta ero sveglia e lui se la prese con me per la mia "mancanza di voglia".

Uscì dalla mia stanza in lacrime, mia nonna mi vide passare e volle sapere cosa era successo visto che la sera prima aveva sentito baccano.

Non le dissi nulla poichè sapevo che Robb si sarebbe arrabbiato, voleva che mantenessi le nostre cose segrete a tutti ma in particolare a mia nonna.

Mi chiusi in bagno e aprì il getto d'acqua della doccia al massimo.

Quando qualcosa non va fare la doccia mi rilassa molto, almeno non piango da sola e dopo essere uscita nessuno si accorge che ho pianto.

Mentre mi vestivo sentì delle grida provenire dal soggiorno ma le parole mi apparivano confuse e lontane: <<adesso basta...fuori...>>.

Quando realizzai che era mia nonna a gridare mi precipitai fuori dal bagno e la scena che si presentò davanti ai miei occhi non era delle migliori: Robb era con le spalle attaccate al muro con un espressione di puro terrore dipinta in faccia e mia nonna era arrabbiata come non l'avevo mai vista.

<<Cosa sta succedendo?>> mi venne spontaneo chiedere.

<<mi ha picchiato>> fu la risposta di Robb ma mia  nonna intervenne prontamente senza lasciargli finire la frase: <<l'ho spinto perchè mi ha mandato a fanculo, gli da fastidio che gli scopro gli altarini, Andrea apri gli occhi sulla persona che hai accanto>>

<<lo vedi? vuole solo dividerci>> intervenne Robb.

<<non servo io a dividervi, basta vedere come la tratti, io non te lo permetterei, lei si merita molto di meglio.>> ribadì mia nonna.

Io ascoltavo ma la mia mente non riusciva a mettere insieme i pezzi: da che parte dovevo stare io?

<<io me ne vado>> sentì dire a Robb e mi risvegliai dal mio stato di trans, <<no aspetta...>> cercai di fermarlo.

<<Andrea, lascialo andare, lui non ti merita quello che prova per te non è amore, l'amore è un'altra cosa>> sapevo che mia nonna aveva ragione, ma non ero in grado di conciliare cuore e mente.

Le scene della notte appena passata, il viaggio a Venezia, la scoperta dei suoi reali sentimenti verso di me...tutte immagini che si rincorrevano nella mia testa ma che non mi davano la spinta a lasciarlo andare, era una sofferenza senza fine amare qualcuno nonostante hai mille motivi per odiarlo.

Solo mesi dopo seppi com'erano andate davvero le cose quella mattina: mia nonna aveva sentito la scenata di Robb la notte prima e ne conosceva anche il motivo, di fronte al mio rifiuto di parlare si era rivolta a lui per cercare di capire cosa non andasse e lui reagì male mandandola a fanculo.

Mia nonna lo spinse e gli gridò contro tutto il suo odio: era stanca di vedermi soffrire per lui ed incapace di reagire.

La verità è che la mia "incapacità di reagire" ha un nome molto più semplice: paura.

Non era la prima scenata di Robb a cui assistevo per il medesimo motivo, non era raro che lui si arrabbiasse con me, non capiva che mentre per lui fare sesso era il solo modo per dimostrare amore o per stare insieme per me era diverso: io ero felice se vedevo felice lui, mi bastava che fossimo insieme per stare bene.

Il sesso è una cosa naturale ma per me non essenziale ai fini di una storia.

Scenata dopo scenata iniziai a temere Robb, spesso aveva reazioni esagerate che mi facevano temere che potesse mettermi le mani addosso.

A volte era cattivo con me: mi rinfacciava di soffrire d'ansia o di non essere particolarmente vogliosa e magari per questo con pochi amici.

Iniziai a non piacermi più, nemmeno mi guardavo allo specchio, odiavo il mio corpo, la mia statura bassa e i miei fianchi troppo larghi.

Odiavo il mio carattere, il mio soffrire d'ansia e il mio essere sola.

Ma più di tutto odiavo sentirmi così.

Non sapevo come uscirne e questo mi faceva stare ancora peggio.

Cerca di fermare Robb ferì mia nonna: iniziò ad accusarmi di non averla difesa, di preferire lui alla mia famiglia.

Sapevo che lo stavo provocando un dolore enorme, ma convinsi Robb a restare.

Mi odiavo. Odiavo queste due metà di me che non combaciavano mai.

Odiavo doverlo supplicare perchè altrimenti non avrei ricevuto niente.

Odiavo elemosinare amore eppure sentivo che se non avessi fatto così non ne avrei ricevuto.

Ad un certo punto iniziai anche a pensare di non meritare amore.

Mia nonna uscì prima di noi sbattendo la porta, mi sentivo una merda.

Robb continuava a insistere che lei voleva solo separarci ma io non lo ascoltavo sul serio.

La giornata trascorse tranquillamente, a parte le occhiatacce che i miei parenti lanciavano a Robb.

Al momento di salutarci mi sentivo alleggerita, ma mia nonna continuava a non rivolgermi la parola e ad essere arrabbiata con me.

Dovevo risolvere la situazione ma non sapevo assolutamente come: oltre testa e cuore ora dovevo anche scegliere tra Robb e la mia famiglia.

é una situazione che non auguro a nessuno di vivere, soprattutto perchè infondo sai di essere sola.

Non avevo nessuno con cui parlare e sfogarmi, non avevo nessuno con cui uscire.

Ero sola.

Sono sola.

Ma oggi preferisco la mia solitudine a persone così, ho dovuto soffrire l'indicibile per arrivare a capirlo ma meglio tardi che mai.

Il viaggio #watty2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora