Capitolo Quindici

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Erano passati diversi giorni da quando avevo visto l'ultima volta Harry.La scuola era chiusa a causa della neve.

Quella mattina era piuttosto fredda.Non mi andava di alzarmi ma dovevo andare a lavoro e sinceramente mi piaceva.Tom era una brava persona e pagava anche bene.

"Non scordarti la giacca tesoro,oggi fa freddo"La voce di Hannah rimbombava nella piccola stanza.

"D'accordo"

Dopo aver afferrato la giacca e la borsa ero pronta per andare.

Non ci impiegai molto ad arrivare,Hannah aveva ragione.Faceva troppo freddo.

"Buongiorno Tom" mi affrettai a dire

"Oh,Amy mettiti a lavoro"Mi indicò due ragazzi di fronte il bancone che si girarono subito dalla mia parte dopo aver udito la voce di Tom

"Vado" Obbedii

"Allora ragazzi cosa vi posso fare?"Entrambi scoppiarono a ridere e sui loro visi comparve un espressione maliziosa.

Che schifo.

"Allora cosa cazzo volete"Sbottai

"Te" Fu il biondino di fronte a me a parlare.

A quella affermazione compii un passo indietro quasi con fare spontaneo.

"Credo di non capire"Scossi la testa cercando di mantenere la voce ferma

"Josh, falle vedere cosa sai fare"Istruì l'altro.

Un istante dopo mi afferrò il braccio,strattonandomi nella sua direzione mentre le sue labbra cercavano l'accesso al mio collo e le sue dita premevano contro la mia pelle.

"Lasciami"Urlai fra le lacrime

"Quanto sei sexy"mormorò

Mi spinse contro il muro mentre la sua mano si faceva spazio fra le mie cosce,la sua erezione premuta contro il mio fianco.

"Tom,Aiutami Tom"Urlai con tutta l'aria che avevo nei polmoni

Lui apparve un attimo dopo sulla porta.La sua immagine non era chiara a causa delle lacrime.

"Ehi troietta sai cosa succede quando mi disturbano?"Disse lui

John mi lasciò andare,spingendomi nella direzione di Tom.

Lui mi afferrò le braccia con entrambe le mani e le stringeva in modo da farmi stare ferma.In un attimo la mia bocca era ricoperta di nastro adesivo e le mani legate dietro le spalle.

"Facci vedere come sei brava,su piccola"Il terzo di cui non sapevo il nome ridacchiò

"Oh aspetta non può" concluse l'altro.

Le mani di Tom erano sui miei seni,stringeva talmente forte le dita da farmi lacrimare mentre le sue labbra giocavano con la mia pelle.

Non ero stata mai brava a difendermi, non ero forte ma sapevo cosa fare.

Avvicinati maggiormente il corpo contro il suo e lui genette in approvazione. Era il momento giusto.

Alzai con un scatto il ginocchio in modo da tirargli un calcio nello stomaco che lo fece ansimare e cadere per terra.

Corsi fino all'entrata del negozio uscendo quasi subito dopo.La mia maglia era strappata,le mani legate ma fortunatamente il nastro adesivo si era tolto.

Mi girai e corsi fino casa. Fortunatamente non mi seguirono e mi accertati di non essere seguita.

Raggiunto il pianerottolo, Battei forte il piede contro la porta.

"Hannah cazzo apri"Urlai prima di accasciarmi per terra priva di forze.

Chi venne ad aprire non fu lei ma un ricciolino senza maglia.Prima di poter sussurrare il suo nome,svenni.

In un attimo diventò tutto nero.

NON LEGGETEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora