4. Beryllium

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Non sono affatto abituata a viaggi così lunghi e questo, insieme al discorso di Sebastian, mi ha provato più di quanto immaginassi. Arriviamo a Melbourne che è notte fonda ed io, incredibilmente, crollo appena tocco il cuscino nella mia camera d'albergo.
La mattina dopo la sveglia suona abbastanza presto e nonostante il mio sonno non sia stato dei migliori non ho troppe difficoltà ad alzarmi, super curiosa come sono di visitare Albert Park.
Dopo aver constatato che le colazioni salate australiane non sono affatto per me parto all'esplorazione del paddock armata di un cornetto al cioccolato che Maurizio ha sgraffinniato chissà da dove.
E' giovedì mattina, Sebastian è impegnato in press conference con i nomi caldi della scorsa stagione e i meccanici della Ferrari fanno allenamento, altro fatto che non credevo possibile.


***


Albert Park è un circuito pazzesco, che ha fatto la storia in Formula Uno. Brandon è super gentile a farmi da cicerone, dopotutto lui gioca in casa! Mi sento più a mio agio rispetto alla settimana di test e saluto parecchie delle persone che riconosco qui nel paddock.
Mi concedo addirittura per una chiacchierata con Federica Masolin e Davide Valsecchi, i volti di Sky Sport F1 per la televisione italiana, ed anche loro sono felici di darmi il benvenuto nel loro caotico mondo.
Finalmente, quando il mio giro si sta per concludere, riesco ad individuare Charles nei pressi del garage dell'Alfa Romeo. Stava parlando con Marcus Ericsson, il suo compagno di scuderia, che ora è appena entrato nel box.
"Charles!" lo chiamo, attirando la sua attenzione.
Il monegasco si gira verso di me e noto con soddisfazione che non può fare a meno di sorridere appena mi vede. La cosa è reciproca.
Non so come mi venga in mente ma appena siamo abbastanza vicini lo stringo in un abbraccio, nascondendo poi in esso il mio viso rosso d'imbarazzo.
Ricordate: di chi è la colpa? Della chimica, esatto.
Anche lui sembra sorpreso dal mio slancio di affetto ma ricambia subito la stretta attorno al mio corpo, che da così vicino appare tanto più sottile del suo.
"Marty, che bello vederti"
"Fa piacere anche a me... pensavo che ti avessi fatto qualcosa, mi hai praticamente ignorato" gli dico, senza preoccuparmi di nascondere una certa delusione.
Charles è stato onesto con me fin da subito e voglio fare lo stesso con lui.
Sembra rendersi conto che il suo comportamento mi ha fatto male e noto subito dal suo cambio d'espressione che si sta sentendo in colpa per davvero.
"Scusami Marty, hai pienamente ragione, è solo che pensavo...-"
"Piccioncini! Ben atterrati in Australia!"
Max Verstappen ti detesto.

"Appunto" mastica Charles tra i denti, ma io riesco a sentirlo comunque nonostante non possa chiedergli al momento cosa intende.
"Ciao anche a te, Max" lo saluto, con gli occhi al cielo pieni di irritazione.
Charles si congeda dicendo che ha un briefing con il team ed io lo lascio andare malincuore ma con la promessa che stasera saremmo usciti insieme ad alcuni dei ragazzi e che lui non sarebbe mancato.
"Problemi in paradiso?" mi chiede divertito.
"Non so a cosa ti riferisci"
"Al fatto che il francesino è fuori per te ma è geloso del sottoscritto... del resto come non esserlo"
Tutto ciò che riesco a rispondergli è: "Charles non è francese".
Lo liquido anche io, anche perché davvero ho del lavoro da fare, anche se quella testa dura non molla e mi urla dietro: "Ci vediamo stasera!".
Col cavolo che vedo te, stasera.
La giornata sembra non passare mai nei box, devo aiutare gli ingegneri a controllare che la composizione di ogni parte della macchina sia pronta ad affrontare urti, elevate temperature e chi più ne ha più ne metta.
Il nostro team principal Maurizio Arrivabene, che alterna giorni da orso a giorni socievoli, mi comunica che per la prima metà di stagione mi occuperò solo della vettura di Kimi. In base a come andrà il mio lavoro decideranno se spostarmi o meno sulla macchina di Sebastian, per cui c'è un'attenzione particolare.
Dopotutto è lui che si gioca il campionato, ma io farò del mio meglio per dare anche a Kimi una macchina da paura.
Quando arriva la sera mi fiondo in hotel dopo una cena veloce – io e il cibo australiano non siamo in ottimi rapporti, scopro – e vado a preparami per uscire a prendere un caffè con i ragazzi.
Nei weekend di gara l'alcool è severamente vietato, a meno che non si tratti del fortunato champagne della domenica!
C'è il plotone al gran completo: Pierre, Esteban col suo compagno Sergio Pérez, Lance, Max, Daniel e Marcus.
"Ma Charles?" chiedo un po' delusa.
Aveva promesso di esserci.
Devo assolutamente capire cosa gli sta succedendo.
"Ci raggiunge lì, Vasseur l'ha trattenuto per parlare di alcune cose" mi spiega il suo compagno.
Io mi limito ad annuire e seguo il gruppo guidato da Daniel per le strade meno popolate di Melbourne, che lui conosce bene.
Sembra più contento del solito ora che corre in casa, la prima gara della stagione tra l'altro.
Davanti al mio caffè macchiato inizio a parlare con Sergio, uno dei più grandi della combriccola, giusto per ignorare Max che tenta in ogni modo di attirare la mia attenzione.
Il messicano è molto gentile, anche se all'apparenza mi era sembrato un po' antipatico, e mi spiega come si suddivide il race weekend con le tre sessioni di prove, le qualifiche e infine la gara.
"Quindi chi fa il miglior tempo in qualifica prende la pole" ripeto tra me e me.
"Esatto. La qualifica si divide in tre parti, i cinque piloti più lenti vengono man mano fatti fuori e alla fine si decidono le prime dieci posizioni"
Poco dopo, tra una chiacchiera e l'altra, fanno il loro ingresso in questa sorta di roof garden anche i quattro piloti di Mercedes e Ferrari.
Di Charles neanche l'ombra e Max ormai è impossibile da tenere a bada.
"Penso che dovremmo rifarlo"
"Di che parli?"
"Ballare insieme, intendo. O possiamo anche uscire a fare altro. Cosa ti piace? Go kart? Escape room?"
Fisso Max con gli occhi sgranati, mentre lui continua a buttar fuori proposte.
Invidio davvero la sua faccia tosta.
"Mi stai invitando ad uscire?" gli chiedo.
"Certo che sì. Mi interessi, nel caso non si fosse capito"
Sono sorpresa di trovarmi lusingata dalle sue avance in un certo qual modo. In questo vorrei che Charles fosse simile a Max: mi vuole e me lo sta dicendo.
"Vedremo" mi limito a dire.
Dopodiché inizia a parlare della Red Bull, di tutti i record che ha infranto a soli 21 anni... mi pare di capire che anche suo padre sia un tipo importante e lui ne sembra più contento di quanto lo sono io.
Lancio uno sguardo supplichevole a Sebastian che dall'altro lato del bancone sorseggia il suo orzo. Lui fa spallucce divertito.
Nel frattempo Max non fa altro che blaterare, blaterare e blaterare solo di se stesso e della sua carriera.
Smetto perfino di fingere interesse e gioco con il fondo di quello che era stato il mio caffellatte.
Mi rianimo solo quando una voce piacevolmente familiare dice: "Scusate ragazzi, ho fatto prima che potevo!".
Charles viene subito assorbito dagli amici Pierre ed Esteban e non mi degna neanche di un saluto.
Okay, Martina è ufficialmente entrata nella sua modalità incazzata.
"Miss mia cara miss? Sei tra noi?"
"Scusa Max, sono stanca, torno in albergo" rispondo secca, alzandomi dal mio sgabello.
Solo ora Charles mi nota.
Adesso sta parlando con Sebastian ma io mi avvicino al mio amico senza regalargli un singolo sguardo.
"Seb io rientro, ci vediamo domattina, fate tutti un bel sonno"
Dalla mia voce si intuisce facilmente quanto io sia alternata e nemmeno l'espressione da cane bastonato che Charles mette su mi fa cambiare idea. Ma a che gioco sta giocando?
Dopo il racconto in aereo avevo immaginato che avesse un carattere un po' chiuso anche se non lo dava a vedere, ma trattarmi bene solo a momenti alterni non mi sembra giustificabile.
Mi sento presa in giro.
"Ti accompagno" mi dice Kimi, diligente come sempre.
"Buonanotte Marty" risponde invece Seb, facendo vagare uno sguardo perplesso da me al monegasco che lo affianca.
M'incammino verso l'uscita senza voltarmi indietro anche se dal riflesso della porta di vetro vedo i due piloti seduti vicini confabulare animatamente.
Darei oro per sapere cosa si stanno dicendo.

Chemistry | Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora