30. Zinc

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Quando durante il volo verso Sochi faccio sedere Max e Daniel di fronte al duo Ferrari, Sebastian e Kimi sembrano parecchio interdetti.
In questi giorni hanno espresso tutta la loro preoccupazione nei miei confronti dopo la rottura con Charles – da bravi fratelli maggiori acquisiti quali sono – e sono certa che stiano già facendo cattivi pensieri su Verstappen.
Quando però Max comincia a parlare tutto concitato con me e Dan del suo appuntamento di ieri sera con la misteriosa Dilara i miei piloti si tranquillizzano.
Non ho neanche il tempo di mettere in ordine la mia roba in albergo che Caterina, comparsa dal nulla, mi trascina nel bar dell'hotel per una chiacchierata urgente tra donne.
La forza con cui mi tira per un braccio mi fa inarcare un sopracciglio, confusa.
"Posso sapere che sta succedendo? Sembri sconvolta" le dico.
"Dovresti dirmelo tu cosa sta succedendo!" esclama irritata mentre ci sediamo con un tonfo al tavolo più vicino.
Io la guardo ancora più in confusione.
Caterina si avvicina paurosamente al mio viso, sussurrandomi nell'orecchio: "Sii brutalmente sincera, c'è qualcosa tra te e Max?"
Dovevo aspettarmelo.
Sospiro, immaginavo chissà cosa dovesse chiedermi.
"Non ci crederai mai ma ci abbiamo provato ed è finita malissimo quindi ora siamo amici"
Caterina mi guarda con tanto d'occhi ma è evidente che sia molto sollevata.
"Lui esce con una tipa" aggiungo, per apparire convincente.
"Bene. No perché, beh, ti spiego: ho avuto un Charles Leclerc in depressione sul divano del mio salotto per una settimana e mi chiedevo quanto la situazione fosse grave"
È il mio turno adesso di apparire sconvolta; questa, onestamente, non me l'aspettavo.
"Charles è stato da te?"
"Sì, aveva bisogno di Pierre e Pierre era con me a Bologna. Quando ho visto in che stato era ho capito che non potevamo lasciarlo solo"
Tante domande mi frullano per la testa e come al solito non riesco a trovare un senso alle azioni di Charles.
Perché farla finita se anche lui sta così male?
"Poi sono spuntate fuori certe foto tue e di Max in un bistrot e ho iniziato a preoccuparmi, anche se so che non sei il tipo di persona che salta da un ragazzo all'altro"
Vorrei chiederle se anche Charles ha visto queste foto ma so che la risposta in ogni caso sarebbe sì. A costo di tante delusioni ho capito che la privacy è un bene di lusso qui in Formula Uno.
"Stava davvero tanto male...?" chiedo invece, titubante.
"Marty... Pierre dice di non averlo mai visto così da..."
Dalla morte di Jules.
Capisco perfettamente cosa intende Caterina senza che pronunci una sola parola.
Mi scende un magone in gola.
"Io non riesco a capire... ha fatto tutto lui!" esclamo, sull'orlo delle lacrime.
"Sono certa che dietro ci sia dell'altro, penso che dovresti parlarne con Pierre" mi consiglia la mia migliore amica.
Annuisco distrattamente, persa nei miei pensieri, e do appuntamento a Cate e al suo ragazzo per domani sera dopo le prove libere.

***

A volte è facile dimenticarsi che c'è ancora un Mondiale per cui lottare, anche se tutto gioca a nostro sfavore.
Nei momenti che contano davvero la Mercedes si rivela imprendibile e l'espressione cupa di Maurizio al briefing di questo pomeriggio la dice lunga.
So che papà non è contento.
Metto sul tavolo il foglio dei parametri raccolti a Singapore.
Riccardo lo squadra per bene per poi asserire: "Non sono male".
"Infatti no, il problema è che Mercedes li ha migliori di noi"
"E che facciamo? Smontiamo la macchina?"
Il silenzio scende scomodo su tutto il box.
Sebastian si morde l'interno guancia in silenzio e gioca con una penna, Kimi con le braccia conserte ha uno sguardo molto serio.
"Accettiamo il distacco e lavoriamo per il prossimo anno" propone Maurizio, scrollando le spalle, come se non ci fosse altra soluzione.
Si accende qualche mormorio di approvazione.
Dentro di me scatta qualcosa, forse è l'orgoglio, forse è la grinta, sta di fatto che balzo in piedi e prendo la parola, attirando l'attenzione di tutti i miei colleghi.
"Ci arrendiamo davvero così, ragazzi? Siamo seri? Siamo la Ferrari, non una scuderia di pivelli qualunque! Sono superiori a noi? Bene. Vorrà dire che perderemo questo Mondiale a testa alta, lottando in ogni gara. Ci sono milioni di tifosi là fuori a cui batte il cuore vedendo correre questa macchina e noi non getteremo la spugna proprio adesso. Siamo la Ferrari, spacchiamo nasi e ne accettiamo le conseguenze"
Alla fine di questo mio monologo rimango senza fiato per l'enfasi che ho usato. Il cuore mi galoppa nel petto.
Dopo qualche istante di assoluto silenzio tutto il box esplode in un applauso che mi fa emozionare. Kimi mi sorride fiero.
"Martina ha ragione!" – mi dà man forte Sebastian, in piedi a sua volta – "faremo di tutto per portare questa macchina sul podio!"
Maurizio si avvicina stringendo con un braccio la spalla di Seb e con l'altro la mia.
"A nome di tutta la squadra, sono orgoglioso di lavorare con persone come voi ragazzi"
Sorrido di cuore, quasi senza accorgermene, e capisco: la Ferrari è casa mia e niente e nessuno al mondo mi farà andare via da qui.

***

Rincuorata dalla prima decisione positiva di questo weekend mi preparo all'incontro tête-a-tête con Pierre e Caterina in hotel.
Il loro racconto è tutto un susseguirsi di...
"Era a pezzi Marty"
"Non l'ho mai visto così"
"Piangeva e la notte ti chiamava nel sonno"
Lascio la loro stanza confusa, afflitta e senza nessun idea su come comportarmi.
Inizio a pensare che entrambi stiano esagerando ma poi, con il destino come al solito contro di me, m'imbatto in Charles che esce dalla sua camera.
Quando ci troviamo faccia a faccia rimaniamo tutti e due immobili come statue di cera, spiazzati.
Charles ha gli occhi lucidi, delle occhiaie spaventose che non gli vedevo da quando eravamo a Barcellona e la carnagione più pallida del solito. Sembra esausto.
Ed io non mi sorprendo di trovarlo sempre dannatamente bello.
Lancia uno sguardo oltre le mie spalle e si rabbuia ancora di più. I suoi occhi lasciano trasparire quasi paura.
"Ciao..." mormora rapidamente, prima di fuggire via. Io sono sconvolta.
Cosa è successo al mio Charles?
Quando mi volto noto Max in fondo al corridoio che mi saluta amichevolmente con la mano, in compagnia di Daniel.
Allora Caterina e Pierre stavano dicendo la verità...
Più sconsolata di prima accetto di buon grado la proposta dei due ragazzi della Red Bull di trascorrere una serata tra PlayStation e gelato di contrabbando.
"Charles è convinto che usciamo insieme!" sbotto all'indirizzo di Max, seduta a gambe incrociate sul suo petto con una vaschetta di gelato alla vaniglia tra le mani.
"Anche io ne ero convinto" sghignazza l'olandese, impegnato in una sfida a FIFA con qualche suo amico via internet.
"Penso che gli servirebbe una spintarella" propone Daniel.
"Di che parli?"
"Potrei inviargli l'articolo su Max, Dilara e il loro appuntamento, alla fine è la verità"
Daniel ha sempre avuto un rapporto molto stretto con Charles poiché era un grande amico di Jules.
Eppure mi sembra così infantile ricorrere a certi sotterfugi.
Per arrivare a cosa poi? Ritornare insieme? Non lo so neanche io.
"...d'accordo, mandaglielo"
"Ah-ah lo sapevo! Sei ancora innamorata cotta, signorina!"
Arrossisco di botto senza avere il coraggio di ribattere all'affermazione di Daniel, così mi rifugio nel mio gelato.
Stavolta perfino Max ride.

Chemistry | Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora