Quando parliamo di eccitazione noi chimici non intendiamo il senso più sensuale del termine: l'eccitazione è semplicemente l'incremento di energia degli elettroni legati ai nuclei atomici, che avanzano così di livello. In base a questo per esempio varia il colore dei metalli e dei non metalli quando vengono bruciati.
Ecco, sulla base di ciò posso dirvi che se fossi un elettrone a quest'ora dovrebbero inventare altri numeri quantici per classificare il mio stato di eccitazione.
Corro come una lepre alle spalle di Maurizio nel paddock del circuito di Montreal. Mi sento carichissima per questo weekend, anche dopo la settimana estremamente positiva che l'ha preceduto.
Pirelli ci fa lavorare unicamente con le tre mescole più morbide e il nostro team principal mi ha anticipato che il mio lavoro sulle temperature di tutta la vettura sarà fondamentale più che nelle altre gare.
Dire che sono esaltata è dir poco.
"Ho sentito che Honda, Mercedes e Red Bull portano tantissime evoluzioni per questa gara! Noi che portiamo?!"
"La buona volontà" risponde cupo Maurizio, spegnendo anche me.
Beh... si prospetta un weekend interessante dopotutto.***
"Guarda Marty, questo è il Muro dei Campioni" m'illustra Seb durante la nostra passeggiata di rito per il circuito.
"Che figata! E perché si chiama così?" chiedo, scattando un paio di foto.
Sebastian fa una smorfia mentre Riccardo scuote la testa divertito.
"Tutti i piloti campioni del mondo sono andati a sbattere contro questo muro almeno una volta in carriera"
Ah, perfetto.
Il fatto che entrambi i nostri piloti abbiano effettivamente vinto almeno un titolo mondiale non mi rincuora così tanto al momento.
"Perché tu e Maurizio tentate di uccidere i miei buoni propositi?"
"Marchionne e tuo padre ci stanno un tantino stressando e se non vinciamo questa gara siamo un po' nella merda"
In questo momento la lotta per il mondiale sta coinvolgendo più uomini del previsto con le inaspettate prestazioni della Red Bull e molti si chiedono se il nostro inizio super non fosse stato un fuoco di paglia.
Dobbiamo farli ricredere.
"A me lo dici? Mio padre mi stressa da vent'anni, Seb"
Almeno riesco a provocare un po' di risate generali. Bisogna essere concentrati ma soprattutto positivi se vogliamo portare a casa questo gran premio.
Max vola praticamente in tutte le prove libere e metà griglia fa sbattere le macchine a destra e a manca per incidenti vari. Per fortuna nella lista delle vetture danneggiate non c'è quella di Charles, che dimostra di guidare meglio dei colleghi con più esperienza. Meno male che siamo solo al venerdì!
Il sabato inizia nel modo più esilarante possibile, se vogliamo dirla così, quando Max si presenta fuori al box della Ferrari con un mazzo di rose tra le mani.
"Che ci fa Verstappen qua?!" sbraita Maurizio, tutto alterato.
Sto per fuggire sotto la scrivania più vicina quando Max chiama il mio nome dall'interno dell'hospitality, sventolando una mano per aria.
La faccia di Sebastian e Kimi è tutta un programma, mentre Britta proprio non riesce a trattenere le risate.
"Martina?!" esclama il nostro principal, un po' sconvolto e un po' esaurito.
"Non c'entro niente giuro" piagnucolo io, arrossendo fino alla punta dei capelli.
"Non è serio" è il commento di Kimi.
"Questo è proprio scemo" si aggiunge Sebastian.
"Porta le chiappe dell'olandese fuori dal mio garage!" mi urla Maurizio, indicandomi la porta.
Christian Horner invece, dal box adiacente al nostro, sorride tutto soddisfatto come farebbe un genitore orgoglioso.
Per fortuna che non ha deciso di portarsi dietro Jos per questo weekend.
L'igrato compito spetta a me così mi avvio verso Max con le orecchie che fumano sotto gli occhi di mezzo paddock.
"Cosa cazzo stai facendo?" gli chiedo, pronunciano le parole a scatti con il tono più minaccioso che posso.
"Un uccellino mi ha detto che ti piacciono i tipi romantici"
"L'uccellino si è dimenticato di escluderti dalla lista!" sibilo.
"Porta le tue grazie e quei fiori fuori di qui prima che ti infili lo sterzo della tua macchina in posti in cui uno sterzo non dovrebbe andare"
Max non sembra minimamente toccato dalle mie parole e gira i tacchi con un sorrisetto, non prima di aver poggiato i fiori su una delle nostre scrivanie.
"Ci sarà un momento in cui sarai tu a correre da me, miss"
"Continua a sognare!"
Daniel, appena sceso dalla macchina, guarda il suo compagno di squadra con sguardo allibito, il casco ancora tra le mani. Lancio un'occhiataccia pure a lui, che continua a dargli false speranze.
Per fortuna la pole position inaspettata di Sebastian fa concentrare il team su altro, ma la notizia dell'orrenda trovata di Max finisce presto su internet, raggiungendo perfino mio padre a New York.
«Davvero un pessimo partito, figliola»
«Papà! Non stiamo insieme, Max è un idiota»
«Linguaggio, signorina» e allora vaffanculo.
...e poi ovviamente l'ha saputo anche Charles.
Non avevo mai sentito Charles gridare, ma suppongo che ci sia una prima volta per tutto, così quando raggiungiamo l'hotel dopo le qualifiche scopro quali toni può effettivamente raggiungere la voce del mio pilota preferito.
"Ma ti sembra una cosa normale?! Il fatto che stiamo tenendo nascosta la nostra frequentazione lo autorizza a fare lo stronzo?! Che razza di bambino viziato! Adesso tutti pensano che state insieme!"
"Beh, possiamo sempre fare coming out" lo prendo in giro, ridacchiando della sua gelosia.
"Martina! Non c'è niente da ridere!"
"Scusa, sei bellissimo quando sei geloso"
"Vaffanculo, tu e Verstappen"
Per fortuna ho imparato ad avere a che fare con il carattere super permaloso di Charles in queste settimane e so che basta qualche coccola in più per farlo sciogliere di nuovo.
Anche a me dà fastidio che Max si sia preso tutte queste libertà però cavolo, Charles un po' se lo merita per questa fissa che ha di voler tenere tutto segreto.
Per fortuna la domenica di gara arriva presto e l'attenzione di tutti si sposta sulla prestazione praticamente perfetta di Sebastian che porta a casa una vittoria pesantissima, mentre Lewis non è neanche tra i primi tre.
So che Charles ha finito decimo, ancora una volta a punti e ancora una volta prima del suo compagno di squadra, così posso godermi come una matta la festa sotto al podio.
Seb vola tra le braccia di tutto il team per poi dedicarsi alle interviste. Sentire l'inno italiano per la nostra squadra è qualcosa di magico, soprattutto se con questa vittoria riusciamo a portarci in testa al mondiale. E' solo per un punto, ma è comunque qualcosa.***
Alla fine della giornata, prima che tutti salgano sui propri aerei, trovo Max con i suoi bagagli già pronto al gate e così decido di raggiungerlo.
Visto che sono una persona educata e socievole decido innanzitutto di fargli i complimenti per il suo terzo posto. Lui mi ringrazia abbastanza sorpreso.
"Senti Max, ora che possiamo parlare in privato e civilmente... vorrei che la smettessi di fare ciò che hai fatto l'altro giorno ai box"
Sono molto pacata nella mia richiesta perché voglio che l'olandese prenda sul serio ciò che sto dicendo.
"Sì, capisco cosa intendi, mi dispiace averti messo in imbarazzo"
Dopotutto lui meglio di me sa com'è il peso di avere un genitore famoso, con la stampa pronta a giudicare ogni tua mossa.
"Però proprio non ho idea di come attirare la tua attenzione, miss"
Sbuffo nel sentire il solito soprannome che mi ha affibiato.
"Non ti arrendi proprio mai tu, eh?"
"Guarda che mi chiamo Max Verstappen"
Scambiamo qualche altra battuta prima che lui salga sul suo jet ma a Charles basta vederci scherzare un po' che mi rivolge uno sguardo corrucciato per tutto il volo, esasperandomi.
Di norma Charles non è affatto un tipo geloso, anzi, però quando si tratta di Max si fa dei problemi allucinanti.
"Ma soffri di complessi d'inferiorità?"
Vorrei buttarla sul ridere una volta che siamo atterrati a Monaco ma lui non sembra dello stesso avviso.
"Non è divertente, Marty"
"Ne stai facendo una tragedia"
"Davvero? Sei tu che continui a dargli false speranze, fingendo di interessarti a lui... o forse t'interessa davvero"
Lo guardo come se fosse impazzito e decido di starmene zitta per evitare di mandarlo a quel paese in modo poco carino.
La sua mancanza di fiducia nei miei confronti mi fa andare in bestia. Dopo tutto quello che abbiamo passato pensa sempre che potrei scegliere qualcun altro, Max per giunta!
Charles, interpretando il tutto con il solito chi tace acconsente, diventa ancora più cupo di prima mentre guida per le strade di Montecarlo.
Chi tace non vuole mandarvi a fanculo, non è che acconsente.
"Accosta"
"Cosa?"
"Siamo vicini a casa mia, ho detto accosta" ripeto, scandendo le parole con veemenza.
Charles fa per rallentare fino a raggiungere il bordo della strada.
"Mi spieghi che cavolo succede?"
"A te cosa succede! La verità è che Max ha le palle di fare quello che non riesci a fare tu, corteggiarmi alla luce del sole, e questo ti fa andare in bestia! Però continui a non capire che potrebbe anche presentarsi da me con il regalo più bello del mondo ma io sceglierei comunque te!" sbraito, facendo ondulare furiosamente i capelli che sono caduti dallo chignon che avevo.
Sono esausta dal viaggio e presto la felicità per il risultato ottenuto con la squadra sfuma e questa cosa non mi piace, non è giusto. La soddisfazione per il mio lavoro non può sparire per colpa di Charles e Max.
"Ti calmi un secondo?"
"Non dirmi di calmarmi, Charles! Sono stanca di questa cosa, di questi sotterfugi e dei mille problemi, potrebbe essere tutto molto più semplice di così"
Esco dalla macchina, facendo il giro della vettura per trascinare fuori goffamente i miei bagagli. Li abbandono sul marciapiede e mi rivolgo di nuovo a Charles, che stringe il volante frustrato.
"Fammi uno squillo quando finalmente avrai capito che cosa vuoi" mi limito a dirgli, lasciando trapelare tutta la mia stanchezza.
Negli occhi di Charles c'è una tacita domanda: ci stiamo lasciando?
Lascio che sia il mio sguardo a rispondergli di rimando, perché ormai siamo diventati bravi a comunicare silenziosamente.
Perché, tu lo sai se mi ami?
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Chemistry | Charles Leclerc
Fanfiction❝La chimica tra due persone è la scienza più strana che esista❞ Sono convinta che quasi tutto, nella mia vita, abbia a che fare con questa maledetta chimica. Dopotutto ci sarà un motivo se ho deciso di studiarla all'università, no? Non mi sarei di c...