Capitolo 2

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La giornata finisce in un lampo. Natalie si è fermata più a lungo di alcuni dei suoi colleghi per poter sistemare la scrivania con il necessario per l'indomani. Le informazioni da memorizzare in merito ai clienti e ai prodotti sembrano infinite e si domanda segretamente se sarà in grado di memorizzare tutto. Tuttavia si sente rinvigorita, le sono sempre piaciute le sfide e quella l'avrebbe vinta. 

Esce dall'ufficio con passo incerto, l'ambiente ancora non le è familiare. Entra in un ascensore, vuoto. Preme lo zero ed estrae il cellulare per controllare messaggi e chiamate. All'ultimo una mano blocca le porte: un uomo sulla trentina entra nell'abitacolo, tratti spigolosi e occhi bui. Natalie lo riconosce all'istante, le ginocchia hanno un tremito. È il Signore Oscuro.

L'uomo la guarda un attimo prima di digitare lo zero e voltarsi verso la porta dell'ascensore che si chiude. Le dà le spalle con indifferenza.

Natalie non sa se provare sollievo o fastidio, forse entrambi e in dosi massicce.

Prima di capirlo l'ascensore si apre e l'uomo si precipita fuori come se l'interno puzzasse. Quando è ormai distante, Natalie si annusa segretamente le ascelle.

Si avvia verso la metropolitana e raggiunge in venti minuti la sua personale Topaia. È così stanca che decide di non rispondere ai genitori o ad Andrea che le scrive quanto già gli manca, cena con un sandwich improvvisato, fa la doccia e praticamente sviene sul letto.

L'indomani arriva in ufficio con più calma, più preparata e anche curata nell'aspetto. La mattinata procede a singhiozzi in quanto Sally, che avrebbe dovuto seguirla e istruirla quel giorno, è alle prese con un'emergenza dell'ultimo minuto e la lascia sola a sé stessa. Ne approfitta per iniziare a memorizzare tutti i prodotti interessati dal cliente Italiano, sono davvero moltissimi.

"Su signorina, staccati da quel catalogo. Preoccupiamoci di nutrire i tuoi neuroni italoamericani" Sally la accompagna alla sala mensa. È piuttosto affollata e le permette di notare che le donne non sono molte all'interno dell'azienda. Prende primo, secondo e uno yogurt, che si incastra nello sportello facendole allungare la fila. Una mano grande il doppio della sua si intromette bruscamente e dà uno scossone. Lo yogurt è libero. Natalie si volta per ringraziare e per poco non si soffoca con la sua stessa saliva.

Il Signore Oscuro la fissa con aria impaziente.

"Ehm, grazie" si sposta leggermente per fare spazio. La oltrepassa a passo svelto senza battere ciglio.

Un po' interdetta raggiunge i colleghi ad un tavolo accanto ad una vetrata.

"Oggi il Sig. Haze ci onora della sua presenza" sussurra sottovoce Chelsea dando un colpo di gomito a Sally.

Quest'ultima si volta verso un tavolo di dirigenti per poi girare la testa di scatto.

"Chissà se qualche cliente gli ha dato buca per il pranzo di oggi" risponde con un sorrisetto.

"Il Sig. Haze è il manager del settore vendite. Un vero squalo, il più giovane e spietato tra tutti i manager dell'azienda" sussurra Sally, notando lo sguardo curioso di Natalie.

"Beh non solo sul lavoro a quanto pare" risponde mormorando. I colleghi la guardano stupiti e divertiti, persino Scott che finora non le aveva rivolto più di qualche parola.

"E come lo conosci?" le chiede Chelsea.

"Ecco, sono entrata per sbaglio in sala riunioni ieri mattina, cercavo un altro ufficio" avvampa fino alle orecchie al ricordo "se avesse potuto fulminarmi con lo sguardo ora sarei morta stecchita. E in ascensore, più tardi, si è comportato..." un calcio sotto il tavolo le fa sollevare lo sguardo dal suo yogurt.

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