Capitolo 13

100 10 7
                                    


Al rientro dall'aeroporto è buio e Natalie guida senza fretta, in maniera meccanica. E' pensierosa ma soprattutto sollevata, sensazione che ormai ha imparato ad accettare. Ama la sua nuova indipendenza e gli ultimi due giorni trascorsi con Andrea le erano sembrati più soffocanti di quanto pensava. Fuori dal loro contesto abituale emergevano tutte le loro differenze, dettagli che a Savanna Natalie non riusciva a notare.

Come sempre, di fronte alla porta di casa, armeggia nella borsa alla ricerca delle chiavi. Non si capacitava del fatto che trovava sempre di tutto, anche cose di cui si era dimenticata l'esistenza, tranne quello che effettivamente le serviva in quel momento.

<< Ciao cara>> una voce alle sue spalle la fa voltare all'improvviso. Susan accompagna il saluto con un gesto della mano destra, soffermandosi sulla porta prima di entrare.

<<Ciao Susan, tutto bene?>> le chiede Natalie, sorridendole.

<<La mia anca destra mi ricorda che non sono più una ragazzina, ma sto benone>> risponde, uno scherzo nella voce. <<Non voglio fare l'impicciona, ma in questo posto la privacy praticamente non esiste: ti ho vista con un bel ragazzotto ieri pomeriggio. E' il tuo ragazzo?>> si fa curiosa.

<<Il mio fidanzato>> la corregge d'istinto. E' la verità.

<<Oh, ti sposi!>> eccoci di nuovo: ogni volta che annunciava l'imminente matrimonio, tutti si spendevano in versetti talmente alti da risultare quasi ultrasuoni. Natalie lo detestava.

<<Già, a maggio>> precisa trovando finalmente le chiavi di casa. Susan affina lo sguardo.

<<Sarai impegnatissima con i preparativi>> commenta poi.

<<Mi sto occupando di alcuni dettagli a distanza ma per fortuna sto ricevendo molto aiuto da casa. In ogni caso non avrò problemi a trovare il tempo per sdebitarmi con voi per avermi aiutata con la macchina>> le assicura Natalie.

<<Non è necessario, cara>>

<<In ogni caso se vi serve qualcosa sapete dove trovarmi>> le sorride e con questo si congeda. Non era affatto dell'umore per chiacchierare. La testa era in subbuglio, necessitava di un lungo sonno dopo le ultime due notti: aveva dormito in maniera irrequieta, svegliandosi spesso sebbene Andrea stesse dormendo dal suo lato del letto senza nemmeno sfiorarla, come sempre.

Non avevano più fatto l'amore dopo venerdì sera; prima di riuscire a rientrare in intimità con Andrea doveva lasciare che la sua mente si epurasse dal pensiero fin troppo inopportuno di Dimitri, come se fosse una sorta di veleno da espellere.

Cena con latte e cereali, impigrita dal nervosismo, e si butta a letto coccolandosi con serie tv e cioccolata calda.

Lunedì mattina si sveglia di soprassalto, la musica della sveglia le suona nelle orecchie senza pietà. Era riuscita a prendere sonno molto tardi a causa in parte di una serie tv che dava assuefazione e in parte dell'ansia rivolta al giorno dopo.

Si prepara in tutta fretta con un vestito bianco senza maniche, giacca e stivali marroni. Lo stomaco sigillato le impone di saltare la colazione, limitandosi ad un caffè veloce.

Raggiunge il parcheggio in leggero anticipo e il suo sguardo viene catturato immediatamente, come un magnete, dalla macchina di Dimitri parcheggiata al solito posto. Le budella prendono a fare le capriole.

Si concede due veloci respiri prima di scendere dall'auto, imponendosi un certo contegno. Perchè era così agitata?

Ricapitolando: prima di detestavano, poi hanno tentato un'amicizia, poi si sono baciati (e che bacio!), poi si sono ancora detestati, nuovo tentativo di amicizia e infine, ciliegina sulla torta, lui scopre che lei in tutto ciò è fidanzata grazie al materializzarsi improvviso del suo futuro marito di cui non aveva proferito verbo.

SlideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora