Capitolo 21

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C'è molta luce nella stanza, attraverso le palpebre chiuse preannuncia l'arrivo di un nuovo giorno. E di un'emicrania.

Strizza gli occhi e ci mette un po' a mettere a fuoco il volto incorniciato da onde scompigliate che, dispettose, coprono parte del viso della donna che dorme al suo fianco.

Resta immobile per qualche minuto, osservandone i tratti rilassati, le labbra dischiuse. Dorme su un fianco, rivolta verso di lui che le accarezza i contorni del corpo con lo sguardo.

Sotto il piumone, indossa ancora la canotta di lui e i suoi boxer, e a quel pensiero si sveglia del tutto.

Una parte di lui è particolarmente pronta per il Buongiorno.

Chiama a rapporto ogni briciola di autocontrollo e allunga una mano per spostarle i capelli dal viso.

Le sue mani, quando si tratta di Natalie, sembrano avere vita propria e provano sempre a sottrarsi al controllo del loro proprietario. Anche in quel momento, mentre infilano una ciocca dietro il suo orecchio, vi indugiano più del necessario, lasciando una carezza leggera.

Natalie si muove sotto il piumone, scoprendo parte del busto, e Dimitri si mordicchia l'interno del labbro alla vista della canotta stretta a fasciarle i seni.

Sospira profondamente, conscio che l'unica cosa che desidera con tutto se stesso è anche l'unica che non può avere.

Si alza dal letto con l'umore dello stesso colore dei suoi occhi e si concede una doccia fresca nel vano tentativo di placare la smania dei suoi pensieri torbidi.

L'emicrania è decisa a portare a termine la missione di fargli scoppiare il cervello, quindi prende degli antidolorifici.

Torna in camera con i capelli ancora umidi e infila velocemente una tuta.

In quel momento Natalie apre gli occhi piano e non trovandolo a fianco a lei, volta lo sguardo trovandolo in piedi accanto al cassettone vicino alla porta. Sta infilando una maglia grigia, ma fa in tempo a vedere la sua schiena ampia e nuda. Deglutisce e affina lo sguardo.

"Buongiorno" la saluta lui, voltandosi. Non c'è ombra di un sorriso sul suo volto, non la guarda nemmeno negli occhi.

Natalie non risponde, si limita a tirarsi un po' su e ad appoggiarsi alla testiera del letto, continuando a studiare il modo in cui evita di guardarla mentre sistema meglio il collo della maglia, tutto storto.

E' sveglia da meno di un minuto e già ha messo il broncio. Incrocia le braccia sotto il seno e sbuffa piano. Rivoleva il Dimitri che la stringeva al suo petto, che sospirava tra i suoi capelli, con il cuore che bussava contro la sua pelle.

Guarda velocemente l'ora sulla sveglia appoggiata al comodino, non sono ancora le otto del mattino. Era mattiniero, ovviamente.

"Che c'è?" le chiede, finalmente guardandola, visto il suo broncio. Sembrava una bambina con quell'espressione corrucciata e trattiene a stento un sorrisino.

"Niente" risponde, guardando altrove. Dimitri alza lo sguardo al cielo. Avanza verso i piedi del letto e appoggia i pugni sul materasso, abbassandosi alla sua altezza.

La inchioda con lo sguardo.

"Non fare la bambina. Dimmi che hai" il tono, ovviamente, non è quello gentile e accorto che si rivolge ai bambini.

Natalie scuote il capo, e bambina ci si sente davvero. Si sente stupida ad avere quell'atteggiamento, e forse non doveva sorprendersi tanto del cambiamento del comportamento di Dimitri. Ma vederlo così freddo e distante, quando forse era l'unico a capire la sua confusione, la faceva sentire sola.

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