Capitolo 14

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A svegliarla è il dolore.

Prova ad alzarsi dal letto ma soltanto stendere le gambe le fa contrarre le labbra. Con uno sforzo disumano raggiunge il bagno e ciò che vede allo specchio quasi la spaventa: i capelli scarmigliati, gli occhi lucidi, il viso di un pallore mortale. La gola inizia a darle un po' di fastidio e mentre si sciacqua prova dolore ad ogni muscolo del corpo.

Si dirige in cucina per bere dell'acqua ed è già sfinita. Si stende sul divano portando con sè dei biscotti. Vuole prendere qualche medicina, ma prima deve mangiare.

Si sente completamente senza forze, quasi si spaventa da come è ridotta. Natalie non si ammalava dall'età di dodici anni, quando aveva fatto una terribile tonsillite. Dopo allora non ebbe nemmeno un po' di influenza.

Non aveva il termometro nell'appartamento, non aveva mai più pensato di averne bisogno, aveva soltanto dell' ibuprofene che gran poco avrebbe fatto. Era certa di avere la febbre, le sarebbe servito un antipiretico per farla scendere.

Decide di chiudere gli occhi e ritornare a riposare, sperando di svegliarsi miracolosamente guarita.

Quando si risveglia è più o meno ora di pranzo e gli occhi sono offuscati. La gola è ancora più serrata e non riesce ad emettere suono. Quando prova ad alzarsi le gira la testa. Doveva chiedere aiuto.

Manda un messaggio a Sally, per sapere se è in città.
Sfortunatamente è fuori per il week end con James, per perfezionare i preparativi del matrimonio. Non le dice nulla, per non farla preoccupare.

Scorre il registro delle chiamate e trova con gran sollievo il numero di Carol che l'aveva chiamata dopo la loro prima uscita.

Non può telefonarle a causa dell'incapacità di proferire parola, perciò le scrive. Si sente imbarazzata: non è abituata a chiedere aiuto, ma non sa come fare.

'Ciao Carol, spero di non disturbarti. Sono ammalata, non riesco a parlare e avrei bisogno di un favore: mi serve un antipiretico per abbassare la febbre, e forse dell'antibiotico, ma non riesco ad uscire. Non so a chi altro rivolgermi, perdonami.'

Le viene da piangere quando preme invio. Non si era mai sentita più sola in vita sua. Attende una risposta mentre si sforza in tutti i modi di ingoiare dell'acqua, il dolore è indicibile. Le manca il fiato al pensiero di ingoiare cibo solido.

'Povera cara! Sono dai genitori di Roger, tornerò in città domani sera. Ma non preoccuparti, me ne occupo io.'

Sapere che nemmeno Carol può salvarla la fa sprofondare nella disperazione. Inizia a piangere piano, vorrebbe scrivere alla madre o ad Andrea, ma li farebbe soltanto preoccupare.
Decide di restare sul divano a piangere e pensa che probabilmente sarà lì che troveranno il suo cadavere.

Non sa quanto tempo passa da quando ha sentito Carol, quando sente bussare alla porta. Il suono arriva ovattato e si convince di averlo soltanto immaginato.

Bussano nuovamente e l'idea di alzarsi dal divano le fa venire la nausea. Guarda l'orologio, segna le due del pomeriggio. Scossa dai brividi arranca fino alla porta e la apre con fatica, estraendo con riluttanza la mano dal piumone.

Quando vede l'immagine sfocata di Dimitri, ha la conferma di essere morta.

L'espressione severa di lui cambia all'improvviso, le sopracciglia si inarcano e si sporge verso di lei, sorreggendola.
Natalie non ha nemmeno il tempo di accorgersi di stare perdendo i sensi.


Sente freddo, freddissimo. Ancora prima di aprire gli occhi sente la pelle solleticata, come se fosse sfiorata appena.

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