Capitolo 25

130 9 21
                                    


E' buio ormai, le strade sono illuminate però dai lampioni e dagli addobbi natalizi appesi agli incroci e sulle facciate degli edifici. Le nota di sfuggita, lasciando che illuminino la via.

I passi si susseguono veloci, sempre più veloci, il fiato si condensa in nuvolette di vapore che si lascia alle spalle, come una scia evanescente.

I muscoli delle gambe bruciano e lui si bea di questa sensazione, che lo invoglia a spingere ancora di più, ad allungare il passo e aumentare la velocità della sua corsa.

Per qualche minuto, riesce a concentrarsi soltanto su quello e non su ciò che stava accadendo dall'altra parte della città.

Con il freddo che inizia a penetrargli nelle ossa, Dimitri svolta l'angolo all'incrocio e si dirige rallentando il ritmo della corsa, verso casa sua.

Ancora con il fiatone e il naso rosso e freddo, si concede un veloce bagno caldo, incapace di rilassarsi del tutto.

Si mette comodo e ordina del cibo ad asporto che arriverà in ritardo considerando che è la notte di capodanno.

Guarda il cellulare ogni due minuti, controlla distrattamente le mail, in attesa di qualcosa a cui non sa dare un nome.

Il tempo scorre piano e sente ogni secondo irrigidirgli sempre di più i polsi, incapace di distrarsi come vorrebbe.

Afferra quasi con rabbia blocco da disegno e matita, lasciando vagare le mani ma si ferma appena il foglio gli rimanda la forma sinuosa delle spalle nude e l'incavo del collo delicato e invitante di Natalie. Non sapeva disegnare altro da quando era comparsa nella sua vita, incasinandogliela del tutto.

Sbuffa spazientito e abbandona gli strumenti da disegno per andare ad aprire alla porta: la cena è arrivata.

Si siede in cucina contento di poter impegnare in qualche modo le sue mani nervose ma il cibo orientale quella sera sembra insapore e presto si trova a riporre gli avanzi nel frigorifero.

Dando uno sguardo all'orologio realizza che probabilmente anche la responsabile dei suoi tormenti in quel momento stava cenando. La immagina gustare curiosa e particolarmente critica ogni piatto, mentre nella mente pensa a come ricrearlo con le sue mani.

Gli sembra di vederla, bellissima e sorridente, mentre non si accorge nemmeno degli sguardi di ogni uomo presente che le scrutano le forme generose.

Stringe istintivamente i pugni a quel pensiero, costretto a ingoiare saliva e a chiudere gli occhi, come a voler negarsi quella scena.

Sentiva la cena appena ingurgitata bloccarsi nello stomaco al pensiero che qualcuno avrebbe potuto farsi avanti con lei quella sera, mentre lui non le era a fianco.

Forse non ne aveva alcun diritto, ma la gelosia gli stava corrodendo gli organi interni rendendoli piano piano una poltiglia indistinta.

Lei non gli apparteneva ma non avrebbe sopportato vederla con qualcun altro, avrebbe dato di matto.

Era ormai chiaro e palese che quello che sentiva per Natalie, qualsiasi cosa fosse, non si limitava all'attrazione fisica assurda che provava nei suoi confronti.

Gravitava attorno a lei, senza riuscire a starle lontano nemmeno quando questo rappresentava la sua unica possibilità di proteggersi, di evitare che una situazione di per sè già complicata diventasse ancora più intricata.

Ci aveva provato, ci stava ancora provando, ma le sue buone intenzioni se ne andavano esattamente a fanculo nel momento in cui lei si trovava nel raggio di cinque metri.

SlideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora