10. non esiste.

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《Ciao Fede! Quella cogliona di tua sorella è in camera sua?》sento gridare Ludo al piano di sotto, appena entrata a casa nostra.
Sempre gentile, la mia migliore amica.
《Quella cogliona di mia sorella è in camera sua, esatto. Comunque grazie per averla ospitata i giorni scorsi, sei una santa.》dice ridendo mio fratello.
《Tranquillo, è stato come se... come se non ci fosse!》risponde lei, mentre sta già salendo di corsa le scale.
In realtà è stata una santa a reggermi il gioco mentre ero sui colli con il ragazzo che mi ha rubato il cuore, ma questo fa parte del lavoro delle migliori amiche.
Sento i suoi passi pesanti avvicinarsi alla porta, che viene poi spalancata di colpo.
《Buongiornissimo!》la saluto, balzando in piedi dalla scrivania e abbracciandola.
《Kaffeeè?》risponde, giustamente, a tono, dandomi due baci sulle guance.
《Sono le cinque del pomeriggio, comunque. Niente caffè.》scherzo, mentre lei butta in malo modo la sua borsa e le sue scarpe sparse per la mia stanza. Ormai, questa è la sua seconda casa.

《Non mi importa del caffè, ora voglio sapere tutto. Mo, chi cazzo è questo benedetto pischello con cui sei scomparsa per quattro giorni sui colli bolognesi?》esclama, tuffandosi sul letto e sistemandosi meglio per ascoltare con attenzione tutta tutta la storia.
《Il pischello intanto si chiama Dario Matassa-》inizio, ma vengo subito interrotta.
《Aspetta, Matassa? Quindi, è nato quando i suoi genitori hanno arrotolato un filo intorno ad un cilindro?》ride di gusto alla sua stessa battuta, mentre io la colpisco con un cuscino.
《Quanto sei scema? Io non ho parole, giuro. Cercalo su Instagram intanto, ma non seguirlo, che poi si accorge che ne ho parlato con te.》le spiego.
《Sto già iniziando stalkerarlo su tutti i social possibili e immaginabili, con chi credi di parlare? Ah aspetta, controllo anche su Netlog, magari è uno degli ultimi superstiti di Netlog.》dice mentre indaffarata scrive sul suo cellulare.
《Vabbè, comunque. In pratica, è una storia stranissima se ci penso, ma è successo. Ti ricordi quel ragazzo scorbutico che avevo incrociato al supermercato, di cui ti avevo parlato? È lui.》
Ludovica spalanca la bocca sconvolta, mimando un "no vabbè Maria io esco!" ma mi fa cenno di continuare.
《Dopo che abbiamo fatto shopping insieme, avevo scordato le chiavi, allora Fede ha chiamato i suoi amici e l'unico che poteva ospitarmi era proprio Dario. Ho dormito a casa sua, e nel mezzo della notte ha deciso che voleva fuggire da qui per qualche giorno, per staccare. Allora sono andata con lui nella sua casa sui colli. Mi sono innamorata, graziepregociao.》
Ludovica è ancora scioccata, quindi chiede chiarimenti.
《Cioè, ti sei fidata e sei partita con uno che conoscevi da appena due giorni?》
《Sì?》
《Grande Bea, cazzo! Finalmente hai messo via la tua parte eccessivamente razionale che ti bloccava dal fare le cose che volevi. Grande.》grida lei, e io le faccio segno ridacchiando di abbassare la voce, perchè c'è Fede di sotto.
Le racconto tutti i dettagli: il nostro bagno nel lago a mezzanotte, la casa sull'albero, il pomeriggio romantico al pentagono, e nel frattempo mi sembra di rivivere quei momenti perfetti. Però, la serata stesi sul prato a guardare le stelle la tengo per me, non gliela dico. Quello, è un ricordo solo mio e di Dario.
La mia amica mi guarda sorridendo soddisfatta.

《Ma beata te, io invece sono una calamita per casi umani. O mi faccio suora, o divento lesbica.》scherza ridendo.
《Ma avete...?》mi chiede, facendo un gesto eloquente con il pugno chiuso.
Annuisco facendole un sorrisino malizioso, e lei mi dà uno schiaffetto sul braccio.
《Ti sei proprio lanciata oh!》
Passiamo la mezz'ora successiva a scorrere i suoi profili social, da brave stalker, talmente brave da riuscire a trovare perfino la foto del battesimo.
《Proprio un bel ragazzo eh. Che belle spalle larghe, mh?》constata Ludovica, ammicando e io la guardo in modo sensuale mordendomi il labbro, facendola ridere.
《Poi ha delle braccia scolpite, mamma mia!》commento, mentre lei mi guarda.
《Sei proprio cotta.》
《Ma si è rifatto il naso? È tipo un naso perfetto.》chiede, e in risposta ridacchio scuotendo la testa.

《Ora che faccio? Dovrei scrivergli?》domando ansiosa.
《Vuoi scrivergli?》
《Certo!》
《E allora scrivigli! Emancipati!》esulta Ludovica.
《Facciamo un "hey"?》scrivo.
《NO!》grida.
《Perchè no?》
《Scrivi "hei", con la i. È meglio.》
《Okay okay, con il cuoricino?》
《Ma sei pazza? Senza cuoricino, poi vediamo come va.》consiglia.
Digito il messaggio e premo invio trattenendo il respiro. Ce la abbiamo fatta, dai.
《Intanto che aspettiamo... Netflix?》chiede Ludo.
《Netflix.》annuisco sorridendo, e ci spaparanziamo sul letto mentre guardiamo la nuova stagione di Stranger Things.
《Comunque, Eleven mi è sempre stata sui coglioni.》

💡💡💡💡

Sono ormai le undici di sera, e ci siamo addormentate una sull'altra da un bel po'.
Il trillo della suoneria del mio telefono sveglia di colpo entrambe.
《Ludo. Ludo. Ludo. LUDO! Ha risposto!》la chiamo nel panico.
《Respiriamo e manteniamo la calma. Inspira ed espira, inspira ed espira, dentro e fuori, dentro e fuori.》suggerisce con fare da maestra zen, con la voce ancora assonnata.
Faccio come mi dice e dò un'occhiata al telefono.
Vedo un semplice "Ciao" da parte di Dario.
《Solo un "ciao". Non promette bene, ma noi non ci arrendiamo. Non si molla un cazzo.》dice convinta.
《Se dicessi tipo "ti va di rivederci, uno di questi giorni?" con il cuoricino?》chiedo.
《Ci sta, buttati.》
Digito e mando.
La risposta non tarda ad arrivare.

Da Dario 💕

Penso che tu abbia capito che per me non era niente di serio. Non cerco una storia seria, mi dispiace Beatrice.

Rileggo più volte il messaggio, per capire se è solo un brutto incubo o è la realtà. Sento come una botta sulla testa, una frustata sulla schiena, un nodo allo stomaco, una spina infilzata nel fianco. Non può averlo detto davvero, stava andando tutto così bene...
Scaglio il telefono lontano su un cuscino, e Ludovica lo afferra per vedere che è successo.
《Ma questo è un coglione!》urla.
Io sono in silenzio, non dico niente, respiro appena.
《Che cazzo rispondo?》
《Chiedigli se potete parlarne di persona, almeno.》
Scrivo "non possiamo almeno parlarne dal vivo?"

Da Dario💕

Sono fuori dalla biblioteca universitaria 24h vicino a Piazza Maggiore, se vuoi puoi venire qui. Non credo ci sia molto da chiarire, comunque.

《Ti accompagno con la mia macchina. Andiamo.》ordina arrabbiata Ludovica, e io la seguo.
Scendiamo le scale il più silenziosamente possibile, per non svegliare Fede, e ci precipitiamo in auto.
Durante il tragitto, cerco di immaginare la conversazione dentro la mia testa.
Ludovica accosta vicino alla biblioteca, in modo che io possa scendere e camminare fino all'entrata senza di lei.

Dario è lì, in piedi vicino alla colonna di marmo dell'entrata. Fuma una sigaretta, con lo sguardo asettico perso nel vuoto. Chissà a cosa pensa.

Mi avvicino, e i suoi occhi scuri si posano su di me.
《Ciao.》mi saluta, espirando il fumo.
《Voglio solo sapere il perchè.》esordisco, mettendomi esattamente davanti a lui.
Rimane spiazzato dal mio modo brusco di affrontare la situazione.
《Non c'è un perchè. Non voglio una storia seria. Più che altro, io non credo nelle storie serie. Sono una stronzata della società.》risponde calmo.
《Quindi, per te non è significato niente tutto quello che c'è stato fra noi in questi giorni? Ho frainteso tutto?》
Punta le sue pupille nelle mie.

《L'amore non esiste, Beatrice.》
《Questa è la vera stronzata. Esiste, eccome se esiste, bisogna solo aprirsi con le persone giuste per vederlo.》dico.
Passa un attimo di silenzio, di soli sguardi.
Io l'avevo visto con te, Dario.》sussurro, sull'orlo delle lacrime.
Lui posa una mano sulla mia spalla, scuotendo la testa.
《Non esiste. Io non credo nell'amore.》ribadisce, spegnendo la sigaretta a terra.

《Senti, vaffanculo, Dario.》esclamo, mentre le lacrime mi rigano le guance. Sento il mascara colare, ma poco importa. Mi volto e a grandi passi mi allontano da lui.
Avverto dei suoi richiami, ma non mi giro. Ho il cuore in mille pezzi.

Lasciate una stellina💛
Ora mi odierete per questo capitolo, ma fa parte della storia😭
Fatemi sapere che ne pensate della scelta di Dario!

𝐒𝗼𝐥𝐢 𝐜𝗼𝗺𝐞 𝐚 𝐁𝗼𝐥𝗼𝐠𝐧𝐚.- Dario Matassa COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora