Quand'ero ancora ad Tokio,per la prima volta dopo settimane sognai Kikyo. Ero rimasto confinato nella mia stanza d'albergo per più di una settimana,terrorizzato all'idea di chiamare chicchessia o mettere il naso fuori,il cuore che fremeva e sussultava,anche al più innocuo dei rumori:il campanello dell'ascensore,l'andirivieni del carello del minibar,persino quando Chisaki entrava nella stanza,per farmi visita. Durante il giorno me ne stavo sul letto e mi sforzavo di decifrare le notizie in Giapponese in Tv(impresa impossibile,visto che parlavano solo dell'esplosione)e,quando rinunciavo,mi sedevo accanto alla finestra a fissare le strade ingarbugliate di Tokio,vedevo passare persone e persone. Fuori tutto era fermento e allegria. Il trambusto dei vassoi del servizio;le troppe sigarette;la vodka tiepida presa al duty free. La notte sembrava calare nel bel mezzo del pomeriggio. Spesso-cullato dal fruscio dei giornali sparsi ovunque-flutavo tra sonno e veglia,e i miei sogni erano contaminati dall'esplosione e dall'ansia indefinita che filtrava nelle mie ore diurne. Per via della febbre facevo sogni strani sogni e straordinariamente vividi,contorcimenti convulsi e sudati durante i quali perdevo qualsiasi cognizione del tempo. Ma nel corso dell'ultima e più terribile di quelle nottate avevo sognato Kikyo:una visione breve e misteriosa,che somigliava a un'apparizione. Mi trovavo nella sua stanza-o meglio,in un inquietante spazio onirico sommariamente ricalcato sul modello della sua stanza. Quando lei era comparsa all'improvviso alle mie spalle e ne avevo colto il riflesso in uno specchio. Vedendola ero rimasto paralizzato dalla gioia;era lei fin nei più piccoli particolari,persino la disposizione delle lentiggini era esatta,e chi sorrideva,più bella e senza quella ferita all'addome,i capelli di un blu più forte e quel curioso modo di atteggiare le labbra,l'angolo leggermente curvato all'insù. Non era un'illusione ,ma una presenza che riempiva la stanza:una forza a sé,un'espressione vivente di alterità. E per quanto lo desiderassi ,sapevo di non potermi voltare,sentivo che guardandola direttamente avrei violato le leggi del suo mondo e del mio;era venuta a farmi visita nella forma che le era concessa,e i nostri occhi s'incontrarono nello specchio in un lungo,in un lungo,immobile istante;ma proprio quando sembrava sul punto di parlare-con un sorriso tra il divertito,l'affettuoso e il frustrato sul volto-una cortina di vapore si srotolò tra noi e mi svegliai.
Angolo Admin Ah!Eccomi qui,con un capitolo meno pesante. Volevo portare qualcosa di leggero e carino~ È stato divertente e difficile descrivere il sogno;spero sia sensato. E...voglio farvi vedere una cosa;
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Sono super contenta...ma non mi sento sicura. Secondo voi?Dovrei iscrivermi ai Wattis? Bye~
