Mi ricordo in particolare un estate;un anno prima dell'esplosione. La passavo a scrivere e leggere opere Italiane,me ne ero appassionato grazie a Kikyo. Lei diceva che l'Italia era un paese fantastico;la scrittura,il cinema Italiano di cui lei andava pazza. Grandi opere come Dante e la sua Divina Commedia persino Leopardi amava. All'inizio pensavo fosse una perdita di tempo;ma andando avanti scoprivo che era più interessante del programma della nostra squallida scuola. Kikyo diceva sempre"L'Italia sa di nuovo e antico allo stesso tempo,perciò alla maggiore età ci andrò;voglio esplorarla" con quel sorrisetto sulle labbra pieno di orgoglio. Io mi limitavo a scrivere un "Libro" su Eraclito e che con ogni probabilità per Kikyo sarebbe stato brillante,ma con qualche errore. La prima persona a cui la mostrai fu proprio lei;mi disse che le mie analisi di Eraclito erano brillanti,ma dovevo considerarla,dovevo accettare la natura paradossale del pensiero del filosofo,non limitarla a spiegarla. Amavo il suo modo di criticare;lo faceva per migliorarti non per abbassarti. Chissà. . .forse se era ancora viva,in questo preciso istante era in Toscana; a esplorare musei o semplicemente,in una libreria con opere di tutti i tempi.
Mostrandola a Chisaki disse che non capiva assolutamente niente;me lo aspettavo da lui. Però qualcosa in lui scattò;come la voglia di fargli capire la bellezza della Filosofia ;passavo il pomeriggio a spiegargli una delle cose più banali al mondo;Il De vulgari eloquentia,quel trattato in lingua Latina lo faceva stare attento;ero contento che si fosse appassionato a una cosa che non fosse la droga. Certe volte;lo spiavo studiare. Lo sguardo attento sul libro;come stesse studiando per un esame, qualche imprecazione di rabbia per non capire il testo.
