Carol guardò il suo assistente con l'ansia negli occhi, spaventata che Krawl avesse appena messo il villaggio in pericolo e non un pericolo qualsiasi.
Si trovavano già sotto attacco, era chiaro che nessuno di loro potesse prevedere quanto la situazione fosse in grado di peggiorare, ma un varco inter dimensionale? Quella era roba da stregoni potenti, magia nera che non avrebbe fatto altro che portare guai al suo popolo.
Le conseguenze sarebbero state evidenti, ma nessuno poteva sapere con certezza ciò che sarebbe realmente potuto succedere. C'era qualcuno, nel villaggio, che controllava le menti dei comuni con lo scopo di creare caos e schiavitù, era la sua abilità, una delle più potenti e rischiose, che nelle mani sbagliate poteva mettere fine alla pace che da anni regnava sovrana.
Nel villaggio di Albares ogni abitante aveva un potere, non importava quanto potente fosse, chiunque fosse nato lì possedeva abilità fuori dal normale. Carol era la guaritrice del villaggio, il suo potere aveva un'aurea bianca e tutti lo potevano percepire. Ci teneva molto alla fiducia che tutti riponevano in lei e adesso, con il varco, temeva che questa fiducia sarebbe potuta venire meno.
"Dobbiamo fare qualcosa" disse, presa dallo spavento e dall'angoscia. Krawl era mortificato, non aveva idea di ciò che aveva appena fatto, lui si stava solo allenando come tutti i giorni dalle 15 alle 17. Poi gli venne in mente. E se ad arrivare dal portale fossero coloro che erano destinati ad essere i loro salvatori?
"Potrebbero essere loro, non possiamo chiudere il portale" dichiarò, riportando alla mente tutto ciò che il suo potere aveva previsto. Lui era ancora debole, ma le sue previsioni erano quasi sempre vere. "Pensaci, era improbabile che qualcuno con un potere così poco sviluppato come il mio fosse in grado di aprire un portale del genere. E' destino, dobbiamo accoglierli".
Carol sotto sotto ci credeva, ma se poi non fosse stato così?
La luce si ferma di botto, mi sento come se avessi appena fatto un giro sulle montagne russe. Ho gli occhi chiusi, ma non ricordo di averli chiusi. Intorno a me fa freddo e i vestiti sono bagnati. Quando apro gli occhi non vedo niente. Intorno a me c'è solo una distesa di erba che si protrae per un tratto lunghissimo, sono confusa.
Vicino a me, Hemmings deve provare la stessa sensazione. Lo vedo aprire gli occhi e fare una faccia stupita, quando mi vede si rilassa leggermente. Ironico, ma vero. Una faccia conosciuta in mezzo all'oblio.
"Dove siamo?" mi chiede, avvicinandosi lentamente. "Dove sono tutti?"
Il pensiero di essere rimasta da sola con Luke Hemmings in un campo sperduto mi colpisce in faccia solo in quel momento, tra tutti quelli che potevo beccare, proprio quello che sopporto di meno. Non essendoci tempo per queste cose, decido di lasciar perdere il fastidio nei suoi confronti. Devo essere matura e trovare una soluzione.
Luke è spaventato, il suo volto impaurito mi facilita molto l'essere quanto meno umana con lui. E' la prima volta che non mi sembra uno snob riccone, in questo posto i soldi non contano. Siamo tutti uguali.
"Non lo so, ma questa situazione non mi rende affatto tranquilla" rispondo. "Ho una strana sensazione, come se dovessimo andare a nord" aggiungo, non lo so spiegare, ma me lo sento. Il telefono non prende, ma la bussola funziona ancora.
Luke non dice niente, sono sicura che se fossimo stati al college avrebbe detto qualcosa di negativo su una decisione non presa da lui. Mi segue in silenzio mentre osserva ciò che si trova intorno a noi: il niente più assoluto.
"Come facciamo se non riusciamo più a tornare indietro?" mi chiede e io non gliela so dare, una risposta. "Abbiamo perso gli altri".
Luke continua a dire cose ovvie, preso dal panico. Capisco la sua frustrazione ma fare così non serve, dobbiamo stare calmi. La sua faccia mi spaventa, è pallido e respira male.
"Ehi, che succede?" mi avvicino ma mi respinge, non sto capendo la situazione. Luke si accascia a terra. E' bianco come un lenzuolo e io non so cosa fare.
Mi accascio dove si è sdraiato lui, sta sudando freddo e non respira benissimo, il cuore a mille. Sono spaventata ma mi sforzo di mantenere la calma, devo farlo per il suo bene.
"Luke, va tutto bene, respira" non so cosa fare, cerco di tranquillizzarlo ma il battito non rallenta. "Coraggio, un po' alla volta, respira" mi sento stupida, inesperta, non mi sono mai trovata in situazioni del genere. Gli accarezzo la testa come mia mamma faceva con me quando ero piccola, mi ricordo la sensazione di tranquillità che provavo, spero che Luke senta lo stesso.
Continua a respirare male, piange, ma si sta piano piano tranquillizzando. Non so cosa sia appena successo, ma qualcosa mi dice che non è la prima volta che gli capita.
Quando il suo respiro torna regolare, finalmente riesco a respirare anche io. Non mi muovo da quella posizione, accasciata a terra con la testa del biondo sulle gambe e le mani tra i suoi capelli. Ho paura che ogni singolo movimento possa causargli un'altra di queste crisi.
Lui è immobile, con gli occhi chiusi e il respiro pesante.
"E' passato" dico, notando che le lacrime non cessano di scendere. "Luke, va tutto bene, è finita".
Il mio tentativo di tranquillizzarlo sta funzionando, piano piano si alza e si mette a sedere. Riesco a cogliere la gratitudine nei suoi occhi, anche se lo vedo che si vergogna.
Il cielo si sta rabbuiando, il campo in cui siamo è ancora infinito. Ma manca poco a qualcosa, lo sento. Luke però non è nelle condizioni per camminare ancora.
"Fermiamoci qui per stanotte, okay?" propongo, dormire su un prato senza una coperta o qualcosa sotto cui ripararsi è un'esperienza che ancora non avevo mai fatto. "Così ti riposi e ti riprendi, domani mattina possiamo andare alla ricerca di qualcosa".
Luke annuisce e si sdraia per terra. Si addormenta in tempo zero, mentre io ci metto un po' a ritrovare la calma, mi sdraio accanto a lui, per controllare meglio in caso un'altra crisi del genere dovesse tornare.
Mentre piano piano mi addormento, non posso fare a meno di pensare a come questa sia una delle giornate più strane di tutta la mia vita.
Buongiorno cari lettori, vi chiedo scusa per questo mese di attesa. In pratica mi è successo che non sono stata tanto bene a causa di alcune cose che mi sono capitate e non riuscivo a fare niente, tanto meno a scrivere.
Purtroppo a causa di ciò non sono riuscita nemmeno a dare molti esami, questa sessione, quindi dovrò studiare molto questo mese e gli aggiornamenti non saranno a mio malgrado molto frequenti.
Spero che questo capitolo vi piaccia, è solo l'inizio di tutto ciò che è destinato ad accadere. Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va.
Buona lettura, grazie a tutti.
Rebecca.
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flowerish; 5sos
FanfictionAvete presente Domino, il personaggio dei fumetti degli x-men che camminando crea un campo che riesce a cambiare gli eventi rendendoli fortunati? Ecco, io sono un po' come lei, ma esisto nella vita reale. Beh, circa, diciamo che esistevo nella vita...