~12~ Tentare

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{Nome Cognome}

«Questa è una dōtaku. Come puoi vedere dall'immagine, si tratta di una specie di campana priva di battacchio. È uno dei manufatti in bronzo tipici del periodo Yayoi».

«Non capisco. Perché mai avrebbero dovuto creare una campana che non può suonare?»

«Beh, questo non lo so. Ma gli storici pensano che venissero usate a scopo rituale. Sai, per propiziare buoni raccolti».

«Io invece penso volessero solo complicarsi la vita», mugugna Kirishima, tenendo il mento poggiato sulla mano sinistra, gli occhi chiusi e le sopracciglia leggermente aggrottate.

Non riesco a trattenere una risatina divertita. «L'unico che si complicherà la sua vita scolastica sarai tu, se adesso non ti sbrighi a prendere appunti».

Il rosso si limita a sbuffare annoiato, prima di mettersi a scarabocchiare sul suo quaderno, maneggiando una matita mangiucchiata. Nel mentre, mormora qualche frase inerente all'argomento per accompagnare la scrittura.

«Dōtaku. Campana... che... non suona. Inutile. Okay, poi?»

Ridacchio ancora. «Non è proprio così. Ma va bene lo stesso. In realtà non è poi così importante. Era giusto un'aggiunta per completare l'argomento principale».

Tira un sospiro di sollievo. «Meno male. Così finiamo più in fretta».

Lo guardo. È semplicemente adorabile. La sua espressione dice tutto. Non vede davvero l'ora di finire questa mini-lezione che gli sto tenendo. Probabilmente, è anche stanco per le lezioni del mattino, che sono state tutto tranne che leggere. Anche la lezione di matematica di prima ci ha fatti dannare. E appena è suonata la campanella, ho buttato alla rinfusa libro e quaderno colmi di sequenze numeriche incomprensibili nello zaino.

Ho pensato di spostare la mia sedia fino al banco di Kirishima apposta per iniziare il recupero di storia, ma mi sono ritrovata battuta sul tempo giusto pochi secondi dopo il mio neonato pensiero, quando il solare ragazzo dai capelli cremisi ha deciso di posare un quaderno e una matita sul mio banco, guardandomi con un sorriso a trentadue denti.

Gli ho rivolto un sorriso a mia volta e ho annuito. Mentre mi sono abbassata per recuperare il materiale dallo zaino, Kirishima ha spostato la sua sedia accanto al mio banco e abbiamo iniziato poco dopo con storia.

Ma ha iniziato a distrarsi dopo dieci minuti, mettendosi a fare piccoli scarabocchi e ad annerire gli spazi vuoti delle lettere, annuendo di tanto in tanto durante le mie spiegazioni. L'ho trovato adorabile per tutto il tempo. Si è limitato a segnare le cose più importanti con poche, rapide e semplici frasi.

Ha una calligrafia molto particolare. Di primo impatto mi è parsa quasi incomprensibile. Poi, osservandola meglio, ho realizzato che la maggior parte delle lettere sono composte da piccoli tratti incompleti, rapidi, ma non per questo illeggibili. Anzi. Sono anche molto utili per prendere appunti in fretta. È un peccato che non gli piaccia.

«Dunque, qui il libro non dice nient'altro sul periodo Yayoi. Passa direttamente al Kofun, argomento, a mio parere, molto interessante. E dopo questo abbiamo finito».

«Periodo... Kofun. Okay, andiamo».

«I Kofun sono dei grandi tumuli funerari. Ti consiglio di fare un disegno, sarà molto più facile capire come sono fatti».

«Cosa posso disegnare? Cioè, non sono molto bravo...»

«Non c'è bisogno di fare un'opera d'arte», sorrido. «Ti basta fare dei semplici cerchi l'uno dentro l'altro. Posso?», gli chiedo, porgendogli la mano per farmi dare la matita.

Parlami {Bakugou Katsuki x Reader} [LEMON]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora