<< Love, Time, Death. Let's begin now... >>
When, when we came home
Worn to the bones
I told myself, "this could get rough"
And when, when I was off, which happened a lot
You came to me and said, "that's enough"
Stupidissimo diavolo! Perché mai, ora, doveva fare così?Aziraphale, labbra ridotte ad un puntino prominente, cipiglio appena tremolante e braccia incrociate al petto, come ogni volta che s'irritava profondamente, s'ostinava a guardar fuori dal finestrino dell'auto da ben più d'un quarto d'ora di viaggio, ormai, senza dare il benché minimo segno di voler spiaccicare parola.
Sentì l'amico sospiragli affianco, le dita strette convulsamente al volante, quasi fosse esso la causa d'ogni male. Ma l'angelo era ben deciso a non dargli corda: l'avrebbe ignorato fino a quando non lo avrebbe scaricato davanti alla propria libreria. Anzi, non sapeva neppure la ragione per la quale, dopo essersi gridati contro per ben dieci minuti fuori dal locale, era nonostante tutto salito sulla Bentley di Crowley perché lo riaccompagnasse; avrebbe dovuto far ritorno a piedi!
Udì l'altro emettere l'ennesimo sospiro scocciato, mentre aveva pure preso a ticchettare con le unghie sullo sterzo.
No. Non avrebbe ceduto.Tuttavia, non poté impedirsi di spiarlo con la coda dell'occhio, ruotando impercettibilmente il collo, per tentare di decifrare l'espressione celata dagli ormai iconici occhiali da sole.
La mandibola tesa, come stesse digrignando i denti, i lineamenti induriti, pietra celata da pelle tirata, e il piede pesante sull'acceleratore. Avrebbe dovuto intimargli di rallentare.Non volgendosi direttamente nella sua direzione, questa volta mantenendo un contatto visivo con il vetro del parabrezza, aprì bocca per ammonirlo riguardo la velocità sostenuta. << Si... Si può sapere perché mai te la sei presa tanto? Si trattava d'un the con qualche dolcetto, diamine! >>
Contrariamente ad ogni precedente intenzione, gli scappò detto ciò. Proprio non ci era riuscito a starsene in silenzio. Eppure, quell'ultimo, fu l'unica risposta che ricevette in cambio.
Crowley non accennò ad emettere alcun suono, se non quello prodotto da uno sbuffo d'aria buttata fuori dalle narici, limitandosi a rigirarsi per un istante dalla sua parte, prima di tornarsene a guardare dritto davanti a sé, aumentando, se possibile, la forza con cui stringeva l'auto volante rivestito di nera pelle.<< Ah! Fa come ti pare. >> sbottò, in conclusione, dopo un minuto in attesa che quel mutismo potesse evolvere in una simil reazione, più stizzito di prima.
Trovarono rosso al semaforo prima della curva, dietro il cui angolo era situato il negozio di Aziraphale. Il demone s'arrestò all'ultimo, quasi non paresse certo di volervisi fermare dinnanzi, ma quando il verde scattò riattivando il traffico di Londra, ci mise qualche secondo di troppo nel ripartire, tanto da essere il destinatario di qualche clacson pigiato in maniera ben poco amichevole.
Borbottò sottovoce, qualcosa d'incomprensibile per l'angelo sul sedile del passeggero, nel mentre accostava affianco alla vetrina buia. << Capolinea. >> decretò stancamente il rosso, a manovra compiuta, degnandosi finalmente di guardarlo in faccia per la prima volta, da quando erano partiti.<< Molto bene. Scendo, allora. >> l'altro non celò il proprio tono seccato, nello scendere dall'automobile, senza fermarsi neppure a ricambiare l'occhiata rivoltagli. Il demone espirò nuovamente dal naso, con fare altrettanto innervosito. << Nessuno... >>
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