Buonasera a tutti; questa puntata del programma radiofonico FutureIsNow non avrà – purtroppo - la struttura delle precedenti.
Noto il contatore degli ascolti conteggiare un numero più alto del solito. Anche se questo potrebbe significare un incremento dell'indice di gradimento, in realtà è sintomo della morbosa attenzione verso la recente polemica che ci riguarda.
Sin dall'inizio la redazione si era imposta di creare una bolla in cui parlare e discutere di temi, scansando quindi ogni possibile attinenza con gli scoppi delle tante polemiche di ogni giorno. Purtroppo qualcuno o qualcosa è riuscito a trovare il modo di intaccare il fragile guscio che ci aveva protetto sino a qui.
In questi giorni molto si è scritto, molto hanno detto e molti si sono affaccendati a sferrare attacchi contro il nostro programma. Non riesco a capire tanto accanimento. Volevano indurci a fare un passo falso? Volevano indebolirci, oppure è stata semplice invidia nei confronti del nostro successo?
Se siamo rimasti in silenzio sino a questa sera, è stato semplicemente per riservare il tempo necessario alla riflessione, non assecondando quindi l'istinto abominevole dei tanti che vanno a sparare a casaccio nel marasma della polemica.
Per rispondere ai molti interrogativi e a ciò che andrò ad annunciarvi, bisogna prima dare una spiegazioni degli aspetti mai chiariti.
Che programma è FutureIsNow? Con che spirito è partito? Chi sono e quali motivazioni spingono questi bravi professionisti a svolgere tanto lavoro senza essere mai premiati da un nome, una citazione ma anzi rimanendo nell'ombra dell'anonimato?
Capire il perché abbiamo deciso di ideare questo programma diviene cruciale per comprendere tutto il resto.
FutureIsNow è nato, avendo come base due idee fondamentali.
La prima è di essere uno studio per una nuova tipologia di programma. A partire dalla gestazione, infatti, si è capito subito che ne sarebbe uscito qualcosa di diverso. Proprio in questi giorni ho voluto rileggere i messaggi tra i membri della redazione quando FutureIsNow non aveva un titolo ma era ancora un'idea senza una forma precisa.
L'altra idea - l'idea principe - era di voler essere un termometro alla sottoscrizione mondiale del paragrafo sulla libertà nella Carta dei diritti fondamentali dell'uomo. In questo senso volevamo capire, comprendere, verificare quanto di questo concetto fosse effettivamente verificato nel mondo reale.
Il primo interrogativo che ci ponemmo fu come impostare il programma. Pensare al solito immagini e suoni, bombardando gli spettatori di stimolazioni, sarebbe stato il modo più semplice per ottenere successo e gloria. Abbiamo quindi deciso sin da subito per il no. No alla telediffusione retinale, no alla trasmissione diretta alle sinapsi degli abbonati; no ai nostri programmi su cartelloni pubblicitari, bidoni della differenziata, sul secondo piano del 3d dei siti, dei film, dei videogiochi virtuali; no a tutti gli altri stratagemmi pubblicitari, di giorno in giorno più ingegnosi e invasivi. No anche a presenze estranee all'intervista: no quindi a soubrette, nani, esperti sadomasochisti o politici dell'oroscopo.
Per essere sicuri che il messaggio venisse percepito in modo immediato, senza intermediari, semplicemente a concetti, affermazioni, interlocuzioni, dovevamo affidarci ad un nuovo modo di fare informazione. E come sempre accade quando si pensa ad un nuovo modo, ecco venire in aiuto un modo antico, caduto in disuso ma ancora vivo nel cuore dei tanti appassionati.
A pochissimi di voi la parola Radiofonia dirà qualcosa. Sopravvissuta sino a circa vent'anni fa, questo tipo di trasmissione è andata via via scemando, scomparendo quasi totalmente con l'avvento delle tecnologie che ho appena citato. La radiofonia è stata però una grande rivoluzione, durata per moltissimi anni, ancor più di un altro metodo di trasmissione che era andato per la maggiore sino a vent'anni prima della fine della radiofonia stessa: la radiotelevisione; più comunemente detta Tv.
Radiofonia - La radio per gli appassionati -, era un tipo di trasmissione formata da due semplici elementi: parole e musica. Veniva trasmessa da un luogo e, per mezzo di antenne ripetitrici, si poteva ascoltare dovunque, grazie anche alla praticità degli apparecchi ascoltatori – la radio, per l'appunto.
In un mondo come il nostro in cui ognuno ha impiantato nel cervello un chip che gli permette di captare ogni tipo di programma direttamente in retina – se non nel pensiero -, di avvertire odori e profumi, di toccare con mano, insomma di interagire con il programma stesso, pensare ad un mondo in cui esisteva semplicemente un altoparlante da cui fuoriuscivano parole e suoni, sembrerà il retaggio di un oscuro passato.
Eppure la trasmissione radiofonica ha pregi innegabili: non è invasiva, non è impositiva ma propositiva, permette all'ascoltatore di viaggiare con la fantasia, ammette spazi in cui ognuno può farsi le proprie domande, dà insomma la possibilità di riflettere in tutta calma. La modalità più classica è l'ascolto senza interrompere quello che si sta facendo. In sottofondo alla giornata, magari semplicemente percependo spezzoni.
Questa era la modalità che cercavamo: un sottofondo a cui tutti avrebbero avuto accesso liberamente, di cui ognuno avrebbe deciso quando e quanto stare attento; di cui ognuno avrebbe potuto riflettere e scegliere a quali parole credere e a quali no.
Lo sforzo dei tecnici in questo senso è stato esemplare: la difficoltà di trasmettere un programma di semplici suoni è paradossalmente molto difficile, in un mondo dove sembra che ogni cosa debba per forza essere accompagnata da immagini, odori, sensazioni tattili, stimolazioni psichiche. Cito i tecnici in particolare perché senza il loro sforzo, certamente questo programma non sarebbe partito: sino a qualche giorno prima dell'inizio, sembrava infatti che la trasmissione del semplice sonoro fosse impossibile. Solamente grazie alle intuizioni ma soprattutto – nostri eroi! - alle ore ed ore di impegno e lavoro che hanno dedicato – giorno e notte – affinché FutureIsNow andasse in onda così come lo sentite adesso, io non sarei potuto stare qui a parlare. Un doveroso e sentito ringraziamento ai tecnici, quindi.
Ma passiamo agli ideatori. Il titolo del programma. Magnifica l'idea: un programma radiofonico trasmesso – e quindi captato - nel passato ma in onda dal futuro, cioè oggi.
Non ricordo in particolare chi fu l'artefice del salto mortale, ricordo però che non appena questa idea emerse tra le altre, il titolo venne senza quasi pensarci: FutureIsNow: il futuro è adesso. Magnifico. Quasi poetico, volutamente sopra le righe ma chiaramente inattaccabile: una finestra sul futuro per un passato curioso di sapere cosa sarebbe venuto dopo. Una macchina del tempo insomma.
Partendo da questo concetto, capite il perché del rifiuto di parlare delle solite quattro polemiche di ogni giorno. A chi nel passato può interessare di una tresca amorosa tra persone che non conoscerà mai? Chi di coloro che ci hanno preceduto, avrebbe interesse a sapere il risultato delle giornate di campionato, la crudezza del fallo la domenica, la contestazione del fuorigioco, se non della mischia? Quale personaggio del passato si sintonizzerebbe sul nostro programma, se proponessimo fatti di questo tipo, legati indissolubilmente al presente ma senza effetti sul futuro e men che meno privi di radici nel passato?
Nessuno! Ecco perché FutureIsNow non può trattare argomenti nel ristretto dell'attuale ma viaggiare ad un livello più alto, seguendo una logica che debba essere per certi versi narrativa!
Piccolo excursus: da sempre leggo i commenti dei nostri spettatori che ci arrivano in redazione. Molti criticano il fatto di continuare a puntualizzare cose risapute, aspetti arcinoti: spero che questa mia spiegazione abbia dato risposta a tutte le vostre – peraltro giuste – critiche in questo senso.
Per quale motivo non abbiamo detto sin dall'inizio chi eravamo, cosa volevamo che fosse, perché FutureIsNow e tutte le altre domande che avete inviato.
La risposta a tutte queste domande probabilmente nessuno di noi saprà darla con certezza. Forse eravamo semplicemente troppo concentrati a definire gli aspetti della parte On Air, da disinteressarsi di tutto il resto.
Altre giuste critiche in questo senso sono pervenute al nostro sito internet; che poi chiamarlo sito è puro eufemismo: una pagina vuota in cui ognuno può scrivere tutto ciò che gli passa per la testa; niente titolo, nessuna registrazione delle puntate precedenti, niente di niente. In effetti un po' poco anche per un esperimento come il nostro; però anche in questo caso ecco la sorpresa: mentre voi ascoltatori scrivevate i commenti, altri scrivevano risposte, altri argomentazioni, altri segnalavano questo e quello, precisazioni, lodi e critiche. In poco tempo ci siamo accorti di trovarci di fronte ad un tesoro inestimabile, forse ancora più prezioso di tutte le parole dette al di qua del microfono: la vostra voce; i vostri pensieri lì, belli scritti a lettere le une dopo le altre, senza nessun tipo di aiuto sonoro e/o visivo.
Bello, bellissimo ci siamo detti: i nostri spettatori stanno inconsapevolmente dando luogo ad un fenomeno nel fenomeno. Guai a noi se ci azzardassimo a scrivere sul sito una qualsiasi replica, andremmo a sporcare tutta questa bellezza! Se il programma radiofonico FutureIsNow è il modo con cui noi abbiamo immaginato di poter interagire con tutti voi e col passato, il sito internet del programma è dedicato esclusivamente agli ascoltatori. In tal senso stiamo pensando a come fare in modo di creare l'illusione de l'invio nel passato di tutte le vostre frasi.
Un secondo ringraziamento quindi va certamente a tutti voi, nostri ascoltatori e fedeli compagni del nostro esperimento di cui siete divenuti carburante e linfa.
Questo quindi è la sintesi di cosa sta sotto a FutureIsNow!
Passiamo alla nostra storia recente. Tutto risaputo: dopo una decina di puntate in cui gli ascolti non sono stati poi così esaltanti, una prima visibilità grazie alla polemica attorno alle confessioni di Lady Marmelade. Da questo punto in poi il programma è riuscito a continuare di vita propria: personaggi interessanti, situazioni impreviste, ascolti sempre più alti.
Di pari passo al successo, sono iniziati a pervenire in redazione i primi inviti ad altri programmi; inviti a cui abbiamo gentilmente – ma fermamente – rifiutato. Da qui i primi malumori, i primi scontenti degli addetti ai lavori, dei colleghi. Alcuni di questi hanno iniziato a definirci Intellettualoidi invasati, Intrusi, Invadenti, Astrusi qualunquisti. Invidia. Pura e semplice invidia; se non addirittura semplice ma deprimente stupidità.
Basti pensare al fatto che nessuno di questi ha mai chiesto di dare le motivazioni del rifiuto. Addirittura ad alcuni nostri colleghi bastava ricevere il nostro rifiuto per imbastire un programma contro di noi. Per fortuna siamo sempre riusciti a cacciarci la lingua in bocca, a non esplodere in invettive, a non confidare i retroscena ma soprattutto a non andare in onda con la rabbia ed il rancore di tutti i bocconi amari che abbiamo dovuto inghiottire.
Dico Per fortuna essenzialmente perché se avessimo ceduto a questo tipo di attacchi, saremmo caduti nella loro trappola, divenendo carne da macello. Se fossimo caduti in questa trappola, inoltre, saremmo stati persino dei traditori nei confronti delle aspettative dei nostri radio-spettatori dal passato. Passatemi la sottigliezza filosofica.
I nostri ideali, il semplice sapere che stavamo percorrendo un sentiero nuovo, ha fatto sì che tenessimo la barra fissa verso l'obbiettivo.
Un altra cosa che preme d'essere detta è che i partecipanti al miracolo FutureIsNow non possono essere individuati in una persona fisica. Questo perché leggendo le vostre righe, ci siamo accorti che ognuno di voi si è costruito in mente un proprio modello. Che giovamento potrebbe darvi il fatto di sapere che porto la barba e mi chiamo Pinco Palla? Nessuno, anzi sporcherebbe la figura di me che vi sarete costruiti in testa, perché proprio questa figura è il prodotto più puro della vostra fantasia, della vostra intelligenza. Per questo posso affermare che FutureIsNow è e sarà magia allo stato puro: voi e noi a fare spettacolo. E basta.
Ideatori, registi, da mè stesso sino alla donna delle pulizie – per dirvi l'affiatamento del gruppo - abbiamo recepito la grandezza della forza più grande che uno spettatore può mettere in campo: la fantasia.
E' amaro affermare che questo tipo di considerazione - oggi - è stata pressoché dimenticata. Colgo quindi l'occasione per rivolgermi ai nostri ascoltatori dal passato: se da voi la fantasia è ancora possibile, fate in modo di non commettere gli errori che hanno permesso la penuria di inventiva d'oggi: noi siamo il vostro futuro, il vostro prodotto.
Ma veniamo alla polemica.
Eccoli lì gli ascolti compiere un balzo in avanti!
Come uno parla di polemica, tutti ad ascoltare cosa ha da dire.
Credete non sia così?
Allora torno a parlare della magia della fantasia e di quanto sono belli i limoni in dicembre.
Visto che roba?: andate a vedere il grafico di ascolto: adesso si è abbassato.
Torniamo alla polemica.
Ta dà! Gli ascolti sono balzati in alto! Teorema verificato.
Che ascoltatori banali siete divenuti. Non mi rivolgo ovviamente agli ascoltatori abituali di FutureIsNow ma a tutti gli altri – il surplus di questa sera. Siete banali. Questa è l'ultima volta che ve lo ripeto.
Diceva: la polemica.
La polemica si è innescata nel momento in cui il consiglio di amministrazione della Bartex ha voluto che invitassimo persone scelte da loro.
Inconcepibile.
Chi è la Bartex?
La Bartex è l'azienda che ci ha fornito i finanziamenti affinché partissimo. Alcuni potrebbero dire a questo punto Non di solo pane vive l'uomo. Certo. Questo è vero: provate però a vivere senza mangiare una settimana.
Detta questa banalità – questa volta sì qualunquistica; ma non abbiamo mai detto di essere perfetti -, io e tutta la redazione di FutureIsNow volevamo prima chiarire la puntata scorsa: l'intervista all'Uomo di tutti i giorni.
Intervistando tale Markus Kofler - una persona degna del massimo rispetto -, abbiamo voluto mandare in onda una puntata volutamente provocatoria. Con l'intervista a L'uomo di tutti i giorni, volevamo dimostrare al consiglio di amministrazione della Bartex che da qualsiasi persona se ne può cavare una puntata stimolante. Markus è stato infatti di spirito, intelligente e persino di animo nobile. Senza ombra di dubbio una sorpresa. Sorpresa perché oramai è luogo comune considerare tutti voi come un ammasso di senza cervello, votati solo alla connettività, al sesso e alla morte indotta.
Sbagliato: è bastato un Marcus Kofler qualsiasi per demolire tutte queste convinzioni.
Paradossalmente è stato proprio quest'ultimo incontro la spinta che ci ha permesso di attuare il piano interplanetario: ci trasferiamo su Marte.
Magari potevo lanciare questa notizia con più calma, centellinandola a poco a poco, pesando le parole ma il macigno che portavo dentro era divenuto troppo grosso.
Noi tutti ci apprestiamo ad auto-esiliarci su Marte.
Capisco benissimo lo sgomento e la preoccupazione dei nostri più affezionati ascoltatori; immagino anche le grida di giubilo e le complimentazioni vicendevoli tra i nostri più accaniti detrattori.
Marte, per chi non lo sapesse – adesso ovviamente mi sto rivolgendo ai nostri ascoltatori dal passato – da qualche anno è divenuta la prima colonia spaziale dell'umanità.
Su questo grosso pianeta gli inconvenienti sono però ancora molti: esiste per esempio solamente una città – Athenai –, racchiusa in una gigantesca bolla contenitiva dentro cui vengono continuativamente stabilizzate le condizioni più adatte alla vita umana. Il pianeta rosso in sé e per sé sarebbe infatti inadatto alla vita umana, quindi al di fuori della bolla contenitiva è ancora impossibile fare – per esempio - una semplice passeggiata. D'altronde anche se questo fosse possibile, il panorama sarebbe comunque desolante, anche se con un certo fascino: rosso in tutte le direzioni, crateri e montagne, crepacci nel mezzo di gigantesche vallate. Niente flora. Niente fauna.
Marte – per quanto ci riguarda - ha però un grande pregio: non vigono le leggi di questa terra. Questo ci permetterà di invalidare il contratto che abbiamo nei confronti della Bartex, divenendo liberi e inattaccabili.
Se FutureIsNow rimanesse sulla Terra, dovrebbe rispettare i rimanenti cinque anni di contratto con la Bartex; un tempo troppo lungo da turarsi il naso. Proprio cinque anni è il tempo minimo che trascorreremo sul pianeta rosso.
Per questo motivo la decisione è stata presa in assoluta libertà, ognuno per sé. C'è chi ha accettato la permanenza definitiva, chi invece ha preferito l'opzione saltuaria, chi invece non se l'è sentita di venire su Marte. Nessun rancore: capisco benissimo la situazione.
Io personalmente immagino già la sofferenza verso la mancanza di spazio, della cucina del mio ristorante preferito, dell'incontro con gli amici più cari e di tutti gli altri aspetti che incasellano ognuno di noi nel proprio contesto. Tagliare questo cordone ombelicale che mi lega a questo magnifico pianeta provoca dispiacere - e persino rabbia - ma la scelta è stata irrevocabile.
I più smaliziati si staranno di certo domandando come faremo a trovare i fondi per andare avanti. Il trasferimento dimezzerà la truppa di FutureIsNow. In secondo luogo, ci avvaleremo dei famosi Incentivi alla colonizzazione. Speriamo inoltre in un indice di ascolto molto alto. In ultima istanza, alcuni di noi hanno deciso di non percepire nessuno stipendio; almeno sino a quando la situazione finanziaria del programma non sarà ben definita.
Mentre vi stavo elencando tutte le privazioni a cui ci sottoporremmo, stavo pensando Sei proprio sicuro di volerci andare?
Ah, quasi dimenticavo: a titolo personale – non dovrei farlo ma tanto siamo entrati in una situazione in cui le regole non valgono più -, quando ho confessato al mio compagno che sarei andato su Marte, mi ha scaricato in tronco. Sette anni di convivenza gettati all'aria. Quando si dice la serietà di una relazione.
Vabbé; continuiamo.
FutureIsNow nasce – dicevo prima – come termometro alla sottoscrizione mondiale del paragrafo delle libertà sulla Carta dei diritti fondamentali dell'uomo.
Bene, questo termometro segna una situazione non veritiera.
La libertà – per ciò che abbiamo vissuto – non è ancora verificata. E' bastato un incremento degli ascolti per intravedere nella nebbia l'incastro degli interessi che muovono il mondo. Anche se sulla questione si è discusso a lungo, per quando mi riguarda in questo momento la libertà dell'uomo non è rispettata.
Ma attenzione: queste parole non devono essere interpretate come un attacco alla Bartex: io personalmente, qui in onda, vorrei ringraziarla per aver dato per prima – e sola - la fiducia al nostro progetto: l'aver però tentato di esercitare il potere, l'aver forzato la mano, ha rivelato come sia legata ad un metodo di controllo pervenuto da altri, forse dal passato dei nostri immaginari ascoltatori; oppure dall'idea comune che niente e nessuno – alla fin fine – potrà mai cambiare.
Siccome FutureIsNow non ha nessunissima intenzione di gettare la spugna, vorrei dedicare questi ultimi cinque minuti di trasmissione terrestre ad elencare le nostre speranze.
Speranza è vedere finalmente all'opera tutti quei magnifici cervelli che tanto hanno detto e tanto hanno spremuto per confrontarsi e capirsi sul nostro sito. Come già detto prima, ci siamo accorti delle enormi potenzialità di tutti voi. Markus Kofler ne è stato l'esempio lampante.
La nostra speranza è anche riposta nella stessa Carta dei diritti fondamentali dell'uomo: è pur sempre qualcosa di indelebili, vergato e sottoscritto da tutte le nazioni del mondo: impossibile infangarla o tralasciare il contenuto. E' scritta; esiste e bisogna rispettarla. Punto e basta.
Speranza è anche sapere che da qualche parte, qualcuno si stia battendo affinché tutto quello in cui crediamo si possa finalmente verificare. Basta guerre, soprusi, situazioni mai chiarite e regole non scritte. Evviva il giornalismo, l'apparato istituzionale, le leggi giuste, la politica condivisa. Ma anche la fiducia nella verità e la felicità di ognuno.
Al bando tutte le parole difficili che usano i Pezzi grossi per non farsi capire, facendosi beffa degli ascoltatori; al bando quei programmi che fanno della polemica la cicuta con cui avvelenare gli innocenti spettatori; al bando le organizzazioni criminali, le piccole e grandi furbizie adottate per accorciare i tempi, per non pagare le tasse, oppure per barare – siete peggio della Mafia: state rubando il prossimo ai vostri figli.
Un incoraggiamento caloroso e di cuore a tutti quei genitori che si ostinano ad insegnare ai propri figli un futuro ancora migliore di quello in cui siamo.
Vorrei rivolgermi ancora una volta al passato in ascolto: non dovete pensare al fatto che Se sta dicendo che va tutto male, questo significa che nel futuro la situazione sarà simile alla nostra.
No, sbagliato. Questa umanità ha capito che l'ambiente è la cosa più importante. Questo mondo è riuscito a convertirsi totalmente alle energie rinnovabili, è dedito alla raccolta differenziate che gli permette di rimettere in ciclo ogni materia prima. Tra le tante migliorie, mi viene in mente una che mi sta particolarmente a cuore: noi umani del futuro abbiamo capito che non tutti possono divenire manager esperti, che non tutti debbano per forza ricoprire ruoli prestigiosi. Ognuno ha la collocazione che si sente, che si sceglie, che si merita. Questa forse è la grande rivoluzione del nostro tempo. Poi potrei citare tutta la miriade di altre migliorie, a partire dall'incentivazione privata e collettiva di arte e cultura, all'abbattimento ufficioso ma non ufficiale dei confini mondiali. Oggi come oggi quella che voi chiamate la Società civile è divenuta realtà: se siete stati attenti, già Markus Kofler aveva dato il potere in mano ai tanti cittadini in lotta per i temi che gli stanno più a cuore.
Siamo un'umanità più consapevole dei propri mezzi.
Ovviamente anche da noi rimangono luci ed ombre.
FutureIsNow trasmetterà da Marte sino a quando sulla Terra saranno chiarite tutte queste ombre. Questo è il messaggio ultimo di questo intervento.
Diamo quindi l'arrivederci ai tanti all'ascolto – dal passato, dal presente e – perché no – dal futuro -: che l'avventura su Marte abbia inizio.
Qui è tutto. Lasciamo spazio ad una canzone senza tempo.
Imagine di John Lennon
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