Capitolo 2

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Il rumore di una pietra che comincia a spaccarsi, la visione della luce del sole davanti ai propri occhi, la sensazione di potersi muovere e la speranza che anche gli altri come te ce l'hanno fatta.
Ora avanti a me riesco a vedere un immensa quantità di verde che circonda il mio corpo ormai sveglio è capace di muoversi.
Il tempo con il passare degli anni sembrava non finire mai, per tutto questo tempo non ho potuto fare altro che pensare a qualcuno che mi desse la forza di lottare, le persone a cui voglio bene e ogni ricordo possibile legato ad esse, sia spiacevoli che piacevoli.
Il mio corpo è sempre rimasto avvolto da un rivestimento di pietra, da quel giorno non ho avuto più notizie di nessuno di loro a causa di quella luce, in questo lungo periodo che sembrava non avere mai fine ho avuto modo di riflettere e di capire molte cose, da quelle sbagliate a quelle che rifarei un centinaio di volte se potessi.
Ma ora data la condizione disperata in cui si trova il mondo vorrei evitare di fare questi ragionamenti, la cosa importante ora è creare qualcosa da indossare.

"Quelle foglie laggiù andranno bene." dico, per provare di nuovo la mia voce dopo un infinità di anni, quindi sono davvero rimasta uguale a quel giorno.

"Queste però per come sono fatte non potranno mai bastare per un intero vestito, in questo caso proverò con un top che abbia fine sotto il seno e una gonna corta, sarà il meglio della comodità per muoversi liberamente considerando dove ci troviamo." all'inizio dei miei dodici anni i miei hanno voluto mandarmi ad un corso specializzato nella moda, è durato sei mesi e ho imparato moltissimo anche se non era una delle cose che amavo fare, mia madre ha voluto che io lo frequentassi per farmi avere qualcosa in più per il futuro.

"Ecco, ho finito." dico, alzando il lavoro per poterlo guardare meglio e indossandolo poco dopo non avendo trovato difetti da poter sistemare, sono davvero felice di aver avuto la possibilità di frequentare quel corso.
Ora avendo terminato di vestirmi non devo fare altro che camminare nella speranza di trovare qualcuno, ma l'unica cosa che intravedono i miei occhi ora sono statue di pietra non molto distanti l'una dall'altra.

"Oh...una corda?" a vederla si può dire che è troppo corta per poterla usare in qualche situazione utile, quindi non mi resta che dividerla e legarne una parte in vita, l'altra metà invece va sistemata sui miei capelli come se fosse una coroncina ma legata con un nodo sul retro del collo.

"Bene...Ora ispezioniamo la zona!" affermo con un apparente dolce e innocente sorriso, ma in realtà dentro di me esiste solo preoccupazione.

"Kaori...Sezione B...primo anno. Club di fotografia." dico, osservando il suo corpo ancora ricoperto di pietra steso a terra, accanto ad alcuni cespugli.
Mi siedo per un attimo in ginocchio accanto a lei fermandomi a guardarla, sperando che un giorno possa riaprire i suoi splendidi occhi color oceano.
È sempre stata una splendida ragazza, i suoi capelli non troppo lunghi e biondi riuscivano a vedersi anche a distanza e a qualsiasi persona che incontrava rivolgeva un dolce sorriso impossibile da dimenticare, era davvero bella e metteva il cuore in tutto quello che faceva, soprattutto nel suo hobby.
Ricordo ancora quel giorno, le attività del club erano appena finite e lei stava uscendo dall'aula con una macchina fotografica in mano, fu allora che mi scattò una splendida foto, era talmente felice di come era venuta che mi chiese il permesso di farla stampare e appendere nei corridoi in occasione di un evento organizzato dal suo club.

"Buona fortuna, Kaori." le dico, alzandomi subito dopo aver pregato per la sua salute e nel suo risveglio.
Per un istante alcune fasce di vento passano attraverso i miei capelli castano scuro, mentre il mio sguardo non fa altro che osservare tutte quelle persone che ancora non sono riuscite a distruggere quella maledetta pietra, ora non so davvero come dovrei comportarmi o che cosa dovrei fare per essere utile in questa situazione.
Ciò che ho fatto appena ho avuto la possibilità di muovermi è stato trovare dei vestiti e camminare a vuoto nella speranza di imbattermi in qualche conoscenza, e se devo essere sincera non trovo nulla di sbagliato in questo, qualsiasi persona se fosse stata al mio posto non avrebbe fatto altro che questo, dopotutto adattarsi a questa situazione non è per nulla facile.
Sospiro, spostando una ciocca di capelli dietro all'orecchio sinistro, finendo successivamente con l'osservare un enorme albero, che a quanto pare sembra proteggere una persona ancora pietrificata.
Mi avvicino per cercare di capire e nel farlo mi accorgo di conoscerla da sempre, colei che ho davanti è stata l'unica persona che il primo giorno di scuola per sua scelta ha voluto passare l'intera giornata scolastica insieme a me per non lasciarmi sola, la mia migliore amica, Yuzuriha.
Un abbraccio mi sorge spontaneo, anche se allo stato in cui si trova ora posso fare ben poco se non stringerla facendo attenzione e con dolcezza.
Alcune lacrime scendono involontariamente dal mio viso, non avevo mai pianto davanti a lei per paura di farla soffrire.
Per un attimo sposto lo sguardo verso una scritta incisa sulla corteccia dell'albero.

𝑳𝒆𝒕 𝒍𝒊𝒇𝒆 𝒔𝒖𝒓𝒑𝒓𝒊𝒔𝒆 𝒚𝒐𝒖 [𝐃𝐫. 𝐒𝐓𝐎𝐍𝐄]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora