Dieci anni dopo (pt. 1)

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2029, Castel Gandolfo, capitale dell'Impero delle Tenebre.

"Castel Gandolfo, un tempo questa era una piccola città, soggiogata dalla vicina Albano. Ma grazie alla tecnologia del pianeta Soviet, pianeta di origine degli alieni comunisti, nostri alleati, ora invece è una capitale. 10 anni orsono il comandante supremo account *censura* iniziò un'eterna amicizia con gli abitanti del nono pianeta. Quindi liberò il mondo dalla tirannia albanense di Lisa Morando e lo unì sotto un unico Stato, riempendolo di pace e gloria. Lode all'Impero delle Tenebre, la più grande delle nazioni".

Stevenson spense la televisione. Era diventato da quando dovette abbandonare la sua famiglia per il lavoro. Prima viveva per lavorare, ora lavorava per vivere. Adesso faceva l'impiegato statale, occupazione che detestava quasi quanto il governo per cui lavorava.

"Mi manca, Nathan. Mi manca moltissimo".
"È morta da dieci anni ormai. Devi accettarlo".

Frank si mise la testa tra le mani.

"Il direttore del ministero ha detto che oggi sarebbe arrivato un nuovo collega. Ha dato istruzioni precise sull'essere accoglienti".
Stevenson pensò a quanto fosse insopportabile il nuovo direttore.
"Il nuovo direttore è insopportabile. Lo detesto. Come hai detto che si chiama?".
Warren si sorprese della domanda posta.
"Non l'ho detto, si chiama Riaz, il cognome non me lo ricordo".
"Che nome strano, è libreano?".

2020, Warakum, città della Librea Settentrionale.

Le mura della città erano le più resistenti di tutta l'Africa, eppure sembrava che la temibile Armata delle Tenebre non potesse essere fermata da nulla.

Un uomo, accompagnato da una scorta, si presentò ai piedi della porta cittadina.

"Sono qui per patteggiare" disse.

Non aspettò molto nel ricevere una risposta e gli fu aperta poco dopo l'entrata. Un soldato lo accolse e lo accompagnò alla casa dove risiedeva il comandante, un generale strenuo d'animo. L'uomo notò subito la sua barba incolta e i suoi capelli spettinati. I quali non gli conferivano un aspetto meno rispettabile, ma tutto il contrario.

"Parla, maledetto, prima che mi spanzientisca" disse con tono provocatorio.
"Ebbene, sono 16 mesi che resistete inutilmente. Warakum sta vacillando ormai. La proposta della mia signora è questa: arrendetevi e verrete risparmiati".
Il generale rise in maniera incontenuta, contagiando gli altri uomini presenti nella camera.
"Con questo metodo potresti convincere un italiano, un americano o un francese. Ma non uno del mio popolo. Noi non ci arrenderemo".
L'ambasciatore rimase sbalordito dalla noncuranza delle parole del comandante. Riprese a parlare con maggiore agitazione.
"Lei è un folle, sta mandando a morte tutta la sua gente".
L'altro non rispose, invece sorrise. Fece cenno ai suoi uomini di accompagnare l'ufficiale nemico fuori da Warakum. Il quale, ancora più indignato, maledì il nome dell'uomo che tanto detestava urlando per le strade della città. Sentendolo gridare il comandante si limitò a sorridere nuovamente, come fosse ignaro del suo destino.

2029, Ministero di Castel Gandolfo.

Un giovane entrò nella stanza in cui i due ex-agenti americani erano. Stevenson si girò verso di lui poco che ebbe aperto la porta. Vide subito i suoi occhiali e pensò dovesse essere uno stagista. Inoltre non aveva l'aspetto degli occidentali, tutt'altro. La sua pelle era olivastra e i suoi occhi scuri.

"Cerchi qualcosa, ragazzo?" chiese Nathan
"Sono il nuovo impiegato statale".
"Ah sì, certo. Signor...".
"Schwartz, mi chiamo Riaz Schwartz".
Questo cognome accese qualcosa nella memoria di Frank. Era quello del generale Schwartz, chiamato "il Ribelle" nella storiografia tenebriana. Colui che difese la libertà libreana nell'assedio di Warakum, un vero idolo per Stevenson, che odiava l'Impero. Porse quindi la mano al nuovo collega, che venne subito ricambiata.

"Sarà un piacere lavorare con lei, signor Schwartz".

N.A.

MA QUINDI LISA È MORTA?

*piancye*

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-capitan volante

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