COLPITO E AFFONDATO.

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Finito di pranzare, il mio cavaliere ha pagato il conto per entrambi, gesto molto carino data la situazione. In un altro campo avrei insistito per pagare a mia parte ma ahimé non ho niente di mio dietro. Siamo in macchina da venti minuti in silenzio e non so dove stiamo andando, so solo che questa non è la strada per tornare a casa. "Dove stiamo andando?" chiedo ormai impaziente. "Ti porto al mare", okay, è fuori di testa. "Allora... cavolo, hai pensato al fatto che stiamo insieme da tre giorni e non sappiamo i nostri nomi?" Rispondo con una fragorosa risata. Rido per non piangere, la situazione è davvero buffa. Lui inchioda e quasi non sbatto la testa sul cruscotto. "Ma dico sei impazzito?" Quasi urlo. "Punto uno noi non stiamo insieme, punto due sono Bradley" dice porgendomi la mano ma con sguardo duro. Non ci credo. "Sai cosa ti dico, addio." dico uscendo dall'auto e sbattendo la portiera. Davanti a me vedo una panchina dove passano le corriere. Perfetto starò qui. "Sali, l'autobus passerà tra un ora fa freddo siamo in inverno e tu hai un vestito corto e leggero e il tuo cappotto che non tiene poi così caldo" dice con la mascella serrata. Ma dico io cosa gliene frega a lui. "No" ribatto secca. "Bene e dove pensi di dormire stanotte?" Chiede divertito; si sta per caso burlando di me? "Non ti prendo in giro sali " continuo a negare con la testa, così scende dalla macchina e mi carica sulla spalla. Lo colpisco e ripeto più volte di mettermi giù ma è più forte di me, i miei colpi per lui non sono niente. Mi ritrovo seduta nel sedile della sua auto con lui che ha già fatto il giro e ha messo la sicura cosicchrio non possa aprire lo sportello. "Ti sei matto" dico furiosa. "E tu non mi hai ancora detto il tuo nome, è scortese da parte tua" controbatte con un ghigno strafottente sul volto. "Sono Madison" dico guardandolo negli occhi. "Bene Madison ora possiamo andare al mare" dice sottolineando il mio nome e sempre con quell'aria da strafottente; "per la cronoca quando ho detto stiamo insieme  non intendevo in quel senso, lo sai" dico imbarazzata più che mai. Una strana luce attraversa i suoi occhi ma fingo di non averla notata. "Come no" "Come scusa?" "Niente, scendi siamo arrivati" e senza aspettare una risposta scende chiudendosi dietro lo sportello. Ma questi cambi di umore perche? "Mi spieghi perché sei cosi bipolare?" Chiedo ormai sul punto di una crisi di nervi. "Inizia a badare a come parli" dice avvicinandosi pericolosamente a me. "Altrimenti?" Lo so, lo sto sfidando e sbaglio, ma la sua faccia da saccente mi fa infuriare. "Attenta piccola che col fuoco ci si scotta" "Ascoltami bene, smettila di fare il finto duro, sei più di quello che fai vedere, solo perché? "  so di averlo stupito con queste mie parole. Colpito e affondato. "Tu non sai un cazzo" ringhia a due millimetri dal mio viso "Allora spiegati" dico in un sussulto mentre mando giù un groppo in gola. "Non sei nessuno, perché mai dovrei fidarmi di te" "perché tu mi hai salvata, mi hai aiutata, lascia che lo faccia anche io con te" dico accarezzandogli la guancia. Lui prende la mia mano e la allontana al suo viso per intrecciare le dita. Chiude gli occhi e sospira. "Vieni qui" dice sedendosi sul cofano della sua macchina, mi metto in mezzo alle sue gambe e lo stringe in vita. Sembriamo una coppia, so che è strano, però mi sembra tutto così normale. Cosi spontaneo. Ci conosciamo da poco ma è come se non lo fosse. "Mia sorella è morta quando era in auto col mio migliore amico, nonché suo fidanzato. Un camion li ha presi in pieno, lui è stato in coma per due mesi, mentre lei è morta sul colpo. Mi ha straziato sapere di averla persa, era tutto per me. Aveva solo 19 anni. Sono cosi arrabbiato con me stesso." "Non devi dico avvicinandomi al suo viso" "Mia madre invece è morta per mano di un uomo, mio padre quando avevo 15 anni, ho dovuto rimboccarmi le maniche, e fare da padre a mia sorella. È stato difficile all'inizio, sono entrato in brutto giri, ma sono ancora qua." "Hai fatto tutto quello che potevi, mi dispiace per tua madre. Come si chiamava tua sorella" chiedo mentre asciugo una lacrima, sono molto emotiva e su queste cose non riesco a trattenermi. "Amanda. Era così bella e solare, dovevi vederla, non perdeva mai il sorriso. Tranne quando di parlava di nostro padre. Non ci ha mai voluti. Ci ha abbandonati al nostro destino, non è nemmeno venuto al funerale di mamma e tantomeno a chiederci se avevano bisogno di aiuto. Credimi ne avevamo." "Sono felice che tu me me abbia parlato" dico sincera. "Sono felice di averne parlato" dice soddisfatto di se stesso. "Andiamo a casa ho freddo.?" dico interrompendo l'attimo, sapevo a cosa stavamo andando in contro e non voglio. Non ora. "Certo" dice quasi amareggiato.

Nel tragitto per tornare a casa abbiamo parlato dei nostri hobby e devo dire che mi è piaciuto tanto ma so che nasconde qualcosa. Quando parlava di quel famoso giro in cui si è cacciato. Qualcosa non quadra.

EHI OGGI TRIPLA SORPRESA. CHE DITE DEL PASSARO DI BRADLEY? FINALMENTE SI SONO  PRESENTATI CHE STRANO HAHAHA❤

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