NON POSSO.

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BRADLEY'S

Sono in ospedale da 8h. Non mi sono mosso di qui. Ho saltato tutto stasera, per lei. Non riesco ancora a realizzare cazzo. Si è tagliata le vene. Cosa l'ha spinta? Basta, appena si sveglierà voglio sapere tutto. Non me ne frega un cazzo, si sono un egista e lo voglio sapere. Sono arrivato in tempo. Se solo penso a quello che sarebbe potuto succedere se non avessi buttato giù quella porta. Prima l'attacco di panico, ora le vene. Che cazzo sta succedendo? Perche fa cosi? Voglio scoprire tutto. Chiamo Adam un mio grande amico, un genio della tecnologia e con tante, forse troppe, conoscenze. "Ehi Brad come va?" risponde dopo soli due squilli. "Tutto ok. Senti ho bisogno di un favore" "Certo dimmi tutto amico", "Adesso ti manderò un messaggio con un nome, dopodiché tu dovrai dirti tutto quello che riesci a trovare, amici, famiglia, lavoro, telefono, via di casa, conti bancari... tutto" dico agitato. "Lascia fare a me" "Mi fido" ribatto "Come sempre. Stammi bene " e attacca. Gli mando il nome e cognome Madison Smith. Ho trovato la sua carta d'identità nel cappotto. Scrivo il nome al mio amico e successivamente spengo il telefono.

Sono passate altre 2h e ancora non si è svegliata. Non so se sia un bene o un male. Da un lato ha bisogno di riposo, ho visto le sue occhiaie... dall'altro ho paura che non si svegli più. Si avvicina un dottore. "La sua ragazza è stata fortunata. Gli abbiamo bendato i polsi. È stata fortunata, il taglio è davvero profondo. La sua ragazza voleva morire, il taglio era verticale. Le consiglio di frequentare uno psicologo. Chi compie questi atti ha bisogno di aiuto." Dice dispiaciuto. "Non si preoccupi" appena terminò la frase dalla stanza di fonte a noi esce Madison. Gli occhi spenti e il corpo che trema. Non ho mai visto nessuno in questo stato. Vedere così lei distrugge una parte di me... anzi mi distrugge tutto. Non so come posso provare certe sensazioni ma con lei è naturale. La prendo per mano e metto due dita sotto il mento per far incastrare i suoi occhi ai miei, "Perche lo hai fatto" sussurro; lei esita "Ne parliamo a casa perfavore?" più che una domanda è una supplica. "Andiamo" dico portandola con me fuori. Nel tragitto per tornare a casa nessuno dei due ha parlato. Lei ha tenuto lo sguardo fisso fuori dal finestrino. Mentre io alterno tra la strada e lei.
Arriviamo a casa e si siede suo divano con lo sguardo fisso nel vuoto. "Ehi" dico sedendomi di fianco prendendo le sue mani nelle mie. Si gira e mi guarda negli occhi. "Mia mamma mi ha detto che preferiva fossi morta. Gli ho raccontato tutto. Dei suoi maltrattamenti, dei suoi abusi, dei suoi tradimenti, di tutto. Ha detto che merito tutto questo e molto di più. Non mi vuole a casa. Mi ha urlato di essere il suo più grande rimpianto. Vorrebbe non averli mai messo al mondo. Subito dopo mi ha passato mio padre che mi ha detto che se dovesse vedermi per strada mi... lui mi..." Non termina la frase ma capisco a cosa si riferisce. Cazzo. Ha avuto una vita schifosa, piena di delusioni e ancora crede che ci sia una speranza. Non l'ha mai persa. "Ti aiuto io. Devi stare tranquilla sei al sicuro" Sicuro? Lasciamo perdere! "Grazie" sussurra. "Andiamo a letto, per oggi è abbastanza" anche se è mattina ha bisogno di riposo.
Ci avviamo verso la sua stanza e appena sono pronto per girarmi mi ferma per il braccio. "Dormi con me, perfavore" mi supplica nuovamente. "Non posso" dico lasciandole un bacio sulla guancia e voltargli le spalle. Non ho bisogno di guardarla negli occhi per capire che avrà una faccia sconvolta. Ha bisogno di qualcuno. Ha bisogno di me. Pero non posso. Devo fare in modo di aiutarla ma non avvicinarmi troppo. Basta già quello che sento adesso. Non posso farla soffrire. Non credo che me lo perdonerei.

EHI RAGAZZI/E MADISON CI È ANDATA GIÙ PESANTE. COSA PENSATE DEI SUOI GENITORI? DELLA SUA SCELTA? E DI BRADLEY? L'AMORE È NELL'ARIA❤

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